Lunedì 14 febbraio 2022

     

    6.a settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma del giorno di Cicerone

    “L’amicizia comincia dove termina o quando conclude l’interesse.”

     

    Preghiera del giorno

    Signore Dio, Signore del tempo e dell’eternità, tuo è l’oggi e il domani, il passato e il futuro, e, all’inizio di un nuovo giorno.

    Oggi ti chiedo per me e per i miei cari i doni della pace e dell’allegria, della forza e della prudenza, della carità e della saggezza. Così sia.

     

    Santo del giorno

    La più antica notizia di S. Valentino è in un documento del sec. V con il suo anniversario di morte. Un altro ci narra il suo martirio: tortura, decapitazione notturna, sepoltura a opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio e martirio degli stessi discepoli.

    Vescovo di Terni dal 197, era famoso per la santità della sua vita, per carità e umiltà, lo zelante apostolato e i miracoli che fece: così venne invitato a Roma da un certo Cratone perché gli guarisse il figlio infermo. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo con la famiglia, gli studiosi greci Proculo, Efebo e Apollonio e il figlio del Prefetto della città. ù

    La data del martirio è stata fissata intorno alla metà del IV secolo. Il corpo fu dai discepoli sepolto a Terni, lungo la via Flaminia. Il patronato di S. Valentino sui fidanzati si fonda su un antico scritto dell’inglese Geoffrey Chaucer. Oggi è anche la festa dei SS. CIRILLO E METODIO

     

    La Parola di Dio del giorno Luca 10,1-9

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!

    Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”.

    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.

    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

     

    Riflessione del giorno

    Pensate a un cerchio tracciato per terra. Il cerchio è il mondo e il centro è Dio. I raggi sono le vie degli uomini: quanto più essi avanzano, tanto più si avvicinano a Dio e più si avvicinano anche tra di loro. E viceversa. E’ all’antico monaco Doroteo di Gaza a cui dobbiamo questa suggestiva parabola “geometrica”.

    L’idea è semplicissima: quanto più gli uomini si avvicinano a Dio, tanto più diventano solidali tra loro, e quanto più si stringono nell’amore tra loro, tanto più scoprono Dio vicino.

    Certo, c’è anche il rischio di procedere sui raggi al contrario, ossia verso l’esterno, e allora si spezza l’incontro con Dio e delle persone tra loro. L’autentica fede è principio di unità, non di divisone e, per dirla con S. Giovanni, chi ama il prossimo ama anche Dio e viceversa.

    La parabola è ripresa dallo svizzero Hans Urs von Balthasar nel suo scritto Il chicco di grano (1944). «Il razzo è come un raggio di fuoco che rapido vola verso il cielo. Raggiunge il centro, scoppia (nell’attimo dell’estasi) e mille scintille discendono rapide verso la terra.

    È Dio che ti rimanda, lacerato in mille pezzi, ai tuoi fratelli». La vera esperienza mistica ti proietta, sì, verso l’infinito di Dio, ma non ti lascia sospeso nella luce. Ti rimanda ai fratelli, alla storia, alla terra.

    Divenuto fuoco, puoi riscaldare; trasformato in scintilla, puoi illuminare; trasfigurato in Dio, diventi un seme di luce che si sfrangia per raggiungere il gelo e le tenebre di tanti uomini e donne. L’amore per Dio non è tale se non è anche amore per i fratelli…

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per la pace in Europa e nel mondo minacciata dai venti di guerra fra Russia e Ucraina.

     

    Don’t forget! Anno di S. Giuseppe

    Lo sposalizio di Maria e Giuseppe

    Raffaello Sanzio: Lo sposalizio di Maria. 1504. Milano Brera

    Pietro Perugino: Lo sposalizio di Maria. 1501-’04 –  Caen, Musée des Beaux-Arts

     

    Il dipinto di Raffaello rappresenta un episodio dei vangeli apocrifi. Infatti, dell’evento non c’è notizia nei 4 vangeli canonici. La narrazione si concentra sulla figura della giovane Maria che visse la sua adolescenza nel tempio. La giovane si era distinta grazie alla bravura nel ricamo.

    Venute per lei il tempo del matrimonio e non riuscendo a scegliere uno sposo tra i pretendenti, intervenne in suo aiuto, il Sommo Sacerdote che distribuì a ogni giovane un ramo in attesa di un segno divino. Il ramo che fiorì fu quello di Giuseppe, il più anziano tra i ragazzi.

    In realtà Raffaello lo raffigurò come un giovane uomo, non come un vecchio. Gli altri ragazzi mostrano i loro rami privi di vita e il giovane in primo piano rompe il suo contro il ginocchio. Il centro prospettico si trova al centro delle porte del tempio che danno sul paesaggio.

    Simbolicamente, la prospettiva si apre, quindi, verso l’infinito. Il Sommo Sacerdote, al centro del dipinto tiene la mano destra di Giuseppe e di Maria i due sposi che sono in piedi ai lati dell’officiante: Giuseppe offre l’anello a Maria che porge la mano.

    Lo sposo è vestito con un lungo e sobrio abito blu scuro con un mantello giallo arancio. I suoi capelli sono corti e scendono sul collo. Sul mento cresce poca barba e la fisionomia è quella di un uomo maturo; con la mano sinistra, regge un ramoscello fiorito.

    ùLa Vergine è molto giovane. I suoi capelli sono raccolti e un nastro trasparente è avvolto sulla nuca. Maria indossa un abito rosso, bordato di blu che arriva fino ai suoi piedi. Un gruppo di 5 ragazze accompagna Maria e uno di (5) giovani, Giuseppe.

    Un mantello blu scuro avvolge quasi tutta la sua figura. Il sacerdote, invece, veste un ampio abito cerimoniale con decorazioni dorate. Il suo viso anziano è incorniciato da una lunga barba suddivisa in due parti.

     

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