lunedì 14 marzo ’16

    V .a Settimana di Quaresima

     

    nella fotografia un quadro di  Ulvi Liegi -Porta Romana Livorno

     

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Gesù, il tuo pensiero mi illumini, la tua parola mi guidi, i tuoi occhi mi seguano, le tue orecchie mi ascoltino. Le tue braccia allargate sulla croce mi aprano all’amore universale, i tuoi piedi crocifissi
    mi spingano a donarmi senza misura di stanchezza ai fratelli. Il tuo cuore aperto sia per me fonte di grazia nel cammino e luogo di riposo nella stanchezza. Amen.

     

    Tommaso Vives

    inviato a Tunisi per redimere gli schiavi dei saraceni, nel nome di Cristo soffrì numerosi tormenti. Rinchiuso in carcere vi passò 5 anni finché condotto al supplizio fu lapidato mentre in orazione contemplava la visione del cielo e rifulse nelle aule celesti per la divina carità.

     

    La Parola di Dio del giorno (Giovanni 8,12-20)

    Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà testimonianza». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora giunta la sua ora.

     

    La Riflessione del Giorno (Mons. Ravasi Mattutino)

    In sette cose l’uomo intelligente si distingue dallo stupido.

    1. L’intelligente non parla davanti a chi è più sapiente di lui. 2. Non interrompe il discorso di un altro. 3. Non si affretta a rispondere. 4. Fa domande pertinenti e dà risposte appropriate. 5. Dice all’inizio ciò che va detto all’inizio e alla fine ciò che va detto alla fine. 6. Riconosce ciò che non conosce. 7. È disposto sempre a riconoscere la verità.

    Così si legge nei Pirqê Abôt, i “detti dei padri” della tradizione giudaica antica. Un settenario da meditare, in particolare di questi giorni che sembrano caratterizzati da una stupidità trionfante. È interessante notare che l’accento viene posto sulla parola e la comunicazione perché è questa la via che svela la realtà profonda di una persona e aiuta a «riconoscere la verità». Quindi umiltà e insieme coraggio di confessare l’adesione alla verità. La menzogna, invece, è comoda, lusinga, illude.

    «La verità – scriveva Riccardo Bacchelli- è come il cauterio del chirurgo: brucia ma risana».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la nostra diocesi di Bergamo, il Vescovo e tutti i sacerdoti e i battezzati

     

    Don’t forget! Il futuro della Francia è islamico?

    Lo scrittore Renaud Camus è chiaro: “Il laicismo è il cavallo di Troia della conquista musulmana. In questo gioco, l’islam vince sempre.

    Nessuna nazione, popolo o civiltà può sopravvivere se sostiene questa regola suicida”. Il riferimento è alla chiesa di Saint-Eloi de Vierzon, fra la Loira e la Borgogna: messa in vendita per mancanza di fedeli, la chiesa è stata “scristianizzata” e venduta a una comunità islamica. Monsignor Vingt-Trois, l’arcivescovo di Parigi, ha scritto che “gli abitanti dei villaggi francesi che ogni domenica avevano l’esperienza di una chiesa piena adesso hanno una messa ogni 2 mesi in una chiesa per tre quarti vuota”. Dalil Boubakeur, rettore della gran moschea di Parigi, ha ipotizzato che il numero delle moschee in Francia raddoppierà fino a quattromila, per soddisfare la domanda. Al contrario la chiesa cattolica ha chiuso più di sessanta edifici sacri, molti dei quali sono destinati a diventare moschee, secondo una ricerca del quotidiano la Croix.

    gingol

     

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