Lunedì 15 dicembre 2025

     

    3.a settimana tempo di Avvento

     

    Avvenne il 15 dicembre…

    1896 – Scipione Riva-Rocci presenta alla stampa scientifica lo sfigmomanometro di sua ideazione.

    1902 – In Gran Bretagna viene fondata la BBC.

    1917 – Il governo bolscevico firma un armistizio con gli Imperi centrali.

    1969 – L’anarchico Giuseppe Pinelli muore precipitando da una finestra della questura di Milano.

    2000 – Viene definitivamente chiusa la centrale nucleare di Černobyl’.

    2001 – La torre pendente di Pisa riapre al pubblico dopo undici anni di lavori.

     

    Aforisma di Madre Teresa di Calcutta

    “Il peccato più grande è la mancanza d’amore e di carità, la terribile indifferenza verso il nostro prossimo che giace ai bordi della strada, vittima di sfruttamento, corruzione, miseria o malattia. “

     

    Santo del giorno

    Virginia Centurione nacque a Genova, il 2-4-1587, da Giorgio, doge della Repubblica e Lelia Spinola, di antica nobiltà cittadina. Cresciuta, confidò alla madre di voler entrare in un monastero. Ma la madre morì e Virginia non poté realizzare il suo proposito, perché il padre l’aveva promessa sposa a Gaspare Bracelli, di nobile e ricca famiglia, ma portato alla vita godereccia ed al gioco.

    Virginia per docilità al padre accettò il matrimonio, celebrato nel 160 dal quale nacquero due figlie: Lelia nel 1604 e Isabella nel 1605. Rimasta vedova a soli 20 anni spese la sua vita a favore dei bisognosi. Suo motto fu: «Servire Dio nei suoi poveri».

    Il suo apostolato fu rivolto in modo particolare agli anziani, donne in difficoltà e malati. L’istituzione con la quale passò alla Storia fu L’Opera di Nostra Signora del rifugio. Gratificata dal Signore con estasi, visioni, locuzioni interiori morì il 15 dicembre 1651, all’età di 64 anni. San Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata a Genova il 22 settembre 1985 e poi santa a Roma nel 2003.

     

    Preghiera Colletta

    Nella tua bontà, o Padre, porgi l’orecchio alla nostra preghiera e, con la grazia del tuo Figlio che viene a visitarci, rischiara le tenebre del nostro cuore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di dio Matteo 21,23-27

    Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».

    Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».

     

    Riflessione da “Piccole storie di vita” di don Davide Rota

    Ci capita a volte di incontrare persone che ciò che sono diventate, l’hanno voluto loro. Ne incontriamo altre invece che sono diventate quel che ha voluto Dio, perché hanno scelto lui. Queste vivono come se si fossero dimenticate di sé e mettono la vita al servizio di quelli che Dio ha loro affidato. Nella vita infatti o si sceglie o si è scelti e chi è stato scelto lo si riconosce al volo perché sa ubbidire e di conseguenza non perde nessuno di coloro che gli sono stati affidati.

    Questo vale per tutti, ma nel caso dei preti vale di più, come dimostra la vita di don Pierluigi Manenti di cui il 1° dicembre a Grassobbio sono stati celebrati i funerali. Originario di Oltre il Colle, è stato ordinato prete nel 1975 e ha vissuto quasi tutta la vita come missionario in Bolivia (1981-1998) prima e a Cuba (1998-2024) poi, morendo il 29-11-2025. Lui sapeva di essere stato scelto e di conseguenza ha risposto obbedendo a Dio e alla chiesa fino all’ultimo: «Signore Dio, nella semplicità del mio cuore, lietamente Ti ho dato tutto!».

    E di quest’obbedienza semplice e totale, la prova più autentica è stata la fedeltà: la sua fedeltà al Signore che l’ha chiamato, ma anche alla gente di Grassobbio, ai campesinos di Tacopaya, al pueblo di Cuba, a don Mario Maffi (40 anni insieme!) e al paese d’origine dove il suo corpo riposa. Chi ha conosciuto don Manenti ha scoperto che di uno così ci si poteva fidare e la chiesa gremita di preti e di fedeli nel giorno del congedo ne è stata la prova. Per questo ringraziamo Dio che ce l’ha donato e lui che con la sua vita ci ha donato Dio.           

             

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché viviamo il tempo di Avvento in spirito di preghiera e intensificando la carità verso il prossimo e la pratica della vita buona.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    ALEXEJ VON JAWLENSKY: RITRATTO DI ALEXANDER SAKHAROFF 

    1909, Olio su tela 69,5 × 66,5 cm, Lenbachhaus – Monaco di Baviera Germania

    Il pittore russo-tedesco ALEXEJ von JAWLENSKY (1864-1941) è considerato la figura chiave del movimento artistico dell’Espressionismo tedesco e membro del gruppo Der Blaue Reiter, noto per i colori vibranti e la ricerca spirituale nell’arte.

    Visse fra Monaco, la Svizzera (dove si rifugiò durante la guerra) e Wiesbaden, dove morì. Abbandonò la carriera militare per dedicarsi alla pittura, evolvendo da influenze simboliste a un linguaggio astratto e mistico, focalizzato sui volti e il colore, diventando un pioniere delle avanguardie. Il quadro di oggi fu realizzato nel 1909 e rappresenta un momento di svolta nell’arte di Jawlensky verso una maggiore sintesi e carica spirituale, differenziandosi dalle interpretazioni più decorative.

    Raffigura Alexander Sacharoff, ballerino professionista che orbitava nell’ambito del Blaue Reiter: il pittore lo ritrae in una posa delicata, armoniosa, a tradire non solo la sua professione, ma anche la sua personalità ambigua. Il vestito è reso con una grande campitura rossa con bordo nero, che svela solo la forma. L’ombra alle spalle del ballerino è di colore verde. Il volto è schematizzato, acuminato, lasciando allo spettatore la libertà di concentrarsi sullo sguardo misterioso di Alexander. Questo ritratto anticipa o forse influenza quello che avverrà molti anni dopo e richiama artisti come ad es. il cantante americano Prince.  

     

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