Lunedì 16 settembre 2024

     

    XXIV settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 16 settembre…

    1620 – Dal Plymouth parte la Mayflower, la nave con a bordo i Padri Pellegrini diretti in America

    1795 – Il Regno Unito conquista Città del Capo.

    1810 – Inizia la guerra d’indipendenza del Messico.

    1904 – In Italia comincia il primo sciopero generale, che durerà fino al 21 settembre.

    1982 – Massacro di Sabra e Shatila.

     

    aforisma di Ennio Flaiano

    «Niente di più triste di un artista che dice: «Noi pittori», oppure: «Noi scrittori»; e sente la sua mediocrità protetta e confortata da tutte le altre mediocrità, che fanno numero, società, sindacato»

     

    Preghiera

    O Dio, che hai dato al tuo popolo i santi Cornelio e Cipriano, pastori generosi e martiri intrepidi, per la loro intercessione rendici forti e perseveranti nella fede e fa’ che operiamo assiduamente per l’unità della Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo di oggi

    SS. Cornelio e Cipriano

    S. CORNELIO, originario di Roma, fu eletto papa nel 251 per la sua umiltà e la sua bontà, dopo un periodo di sede vacante a causa della violenta persecuzione di Decio. L’eretico Noviziano lo contrastò scatenando lo scisma ma Cornelio fu riconosciuto dalla grande maggioranza dei vescovi, primo fra tutti S. Cipriano. Morì nel 253, imprigionato a Civitavecchia, durante la persecuzione di Gallo.

    S. CIPRIANO, vescovo e martire, nacque a Cartagine verso il 210. Dopo tre anni dalla sua conversione al Cristianesimo, fu eletto vescovo della sua città. Ritiratosi in clandestinità durante la persecuzione di Valeriano, venuto a conoscenza di essere stato condannato a morte, tornò a Cartagine per dare testimonianza di fronte ai propri fedeli e venne decapitato nel 258.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 7,1-10

    In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.

    Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito.

    Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

     

    Riflessione Frammenti di vita

    Ai nostri ospiti africani dotati non solo di permesso di soggiorno, ma anche di regolare contratto di lavoro, chiediamo ogni tanto di fare volontariato a beneficio degli altri. Quel giorno erano arrivati due bancali di frutta e verdura per la mensa e tre ospiti avevano aiutato a scaricare e immagazzinare i prodotti. Alla fine li invitai in un bar vicino: nel locale c’era solo un’anziana signora seduta al tavolo, che aveva fatto accomodare accanto a sé il suo cagnolino a cui dava da mangiare qualcosa in piccoli bocconi.

    Quando vide gli africani la signora, mostrando il suo disappunto, li apostrofò con irritazione: “Che ci fate voi qui dentro?”. Ho deciso di non intervenire, limitandomi a controllare che piega prendeva la faccenda. Siccome i tre non dicevano nulla, la donna continuò: “Non è qui che dovete stare; il posto giusto è il parco con quelli come voi; andate là e lasciateci in pace”. I giovani finirono di consumare il cappuccino con la brioche e uscirono ringraziando la barista e salutando la signora.

    Una volta fuori, vedendoli così calmi mentre a me ribolliva il sangue per l’irritazione, chiesi: “Ma avete capito ciò che vi ha detto quella donna?”. “Of course!” risposero “ma anzitutto si tratta di una “lady” che poi è anche “old” anziana e in Africa siamo stati abituati a rispettare gli anziani, anche se dicono cose sgradevoli”. È vero che non tutti gli stranieri si comportano così, ma questi tre una bella lezione di tolleranza e di rispetto l’hanno data non solo alla signora, ma anche a me.

     

    Intenzione di Preghiera settimanale

    Preghiamo per coloro che a ogni età soffrono a causa della malattia mentale, perché ad essi siano offerte le cure necessarie dalle strutture sanitarie e l’amore dei fratelli.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    GEORGES SEURAT: LA BAIGNADE (Bagnanti ad Asnières)

    1884, Olio su tela, 201×300, National Gallery Londra G. Bretagna

    A 25 anni, Seurat dipinse Bagno ad Asnières: una “constatazione sociale”, lontana dai locali così cari agli impressionisti. Il dipinto rappresenta dei giovani che fanno il bagno sulla riva della Senna, come si può riconoscere dal ponte ferroviario e dalle officine di Clichy sullo sfondo. Quell’angolo del fiume era un tipico luogo di riposo della classe plebea e la modesta estrazione sociale dei personaggi è denunciata dal loro abbigliamento, che contrasta con quello della coppia borghese in cilindro e parasole che, in alto a destra, si fa portare in barca all’isola della Grande Jatte, ritrovo privilegiato delle classi alte.

    Presentata da Seurat al Salon ufficiale di quell’anno, l’opera fu rifiutata dalla giuria. Della grande tela, infatti, non piacquero né la novità della tecnica né il soggetto e neanche il significato, che risultarono difficilmente classificabili nel confronto con i movimenti precedenti e perfino con l’Impressionismo.

    Il quadro, infatti, presenta sia elementi legati all’accademia, come le cinque figure in primo piano copiate da modelli in posa nel suo studio, sia motivi desunti dalla poetica impressionista, come i colori, la ripresa en plein air, la luce, il soggetto proletario. Seurat, in qualche modo, volle conciliare l’impressione visiva con il rigore della pittura d’atelier e puntò a idealizzare la scena. Eliminando i particolari contingenti, egli infatti trasferì un banale episodio di vita parigina in una sfera immutabile ed eterna, dunque classica.

     

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