Lunedì 17 giugno 2024

     

    XI Settimana T. Ordinario anno B

     

    Avvenne il 17 – 6 …

    1579 – Francis Drake reclama la California in nome dell’Inghilterra.

    1885 – La Statua della Libertà arriva a New York dalla Francia.

    1944 – L’Islanda diventa indipendente dalla Danimarca e forma una repubblica.

    1953 – L’Armata Rossa, a Berlino Est, reprime nel sangue i moti operai.

    1970 – Viene disputata la semifinale fra Italia e Germania Ovest ai campionati del mondo di calcio, che passerà alla storia come la “partita del secolo”.

     

    Aforisma di John Ernst Steinbeck

    “Le leggi cambiano, ma le cose giuste restano uguali. Ognuno ha il diritto di fare quello ch’è giusto.” 

     

    Preghiera colletta

    Dio, fortezza di chi spera in te, ascolta benigno le nostre invocazioni e poiché nella nostra debolezza nulla possiamo senza il tuo aiuto, soccorrici con la tua grazia, perché fedeli ai tuoi comandamenti possiamo piacerti nelle intenzioni e nelle opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Ricco e istruito mercante, entrò in relazione con una asceta di Pisa, si convertì e decise di abbandonare il mono. Nel 1140 si recò in Terra Santa, dove visse per 13 anni come eremita. Nel 1153 tornò a Pisa, preceduto da fama di santità; si installò a S. Vito, dove restò sino alla morte, dedicandosi all’apostolato e alla predicazione. Il corpo venne sepolto in una cappella del duomo di Pisa.  

    Il culto ebbe una grande fortuna a livello locale, e a partire dal XIII secolo divenne patrono della città. Ogni anno viene ricordato con una caratteristica luminaria, secondo una tradizione che per alcuni avrebbe origine nell’anno stesso della morte del santo.

    La sua vita fu scritta subito dopo la scomparsa dal canonico pisano Benincasa, che era stato suo confidente e consigliere. Molte sono le leggende su Ranieri e sopravvivono legate non solo alle sue gesta da vivo, ma anche a quelle avvenute dopo la sua morte.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 5,38-42

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

    E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Visitare le R.S.A. può essere a seconda dei casi, un’esperienza di disagio o di sorpresa come capitò a me anni fa. Un amico prete era stato obbligato dall’età e dai crescenti acciacchi al ricovero in una casa di riposo. Conoscendo il suo attivismo e la sua intraprendenza, mi aspettavo di vederlo triste e abbattuto e mi chiedevo cosa potessi fare o dire per rasserenarlo.

    Invece lo trovai segnato nel fisico, ma vivace e sereno. Gli chiesi come stesse affrontando la nuova condizione e lui rispose: “Ho messo in atto tre cose: la prima è di farmi piacere questa nuova tappa della mia vita e del mio ministero, senza rimpiangere il passato. E siccome da giovane, oltre a esercitare il ministero in diocesi, avrei voluto fare un’esperienza missionaria e poi una contemplativa in un monastero, sono contento che i primi due intenti li ho realizzati e ora sto vivendo il mio periodo contemplativo in questo ricovero che ormai è il mio convento.

    Secondo: la drastica riduzione di attività, mi ha fatto concentrare sui 5 imperativi dei monaci visto che ora sono uno di loro: ora – lege – tace – fuge – quiesce (prega, leggi, fa silenzio, fuggi le tentazioni e riposa). E devo dire che ci sto riuscendo. Infine non voglio darla vinta alla morte che da me non avrà niente in eredità perché sto dando tutto in anticipo a Dio e al prossimo”. Non mi è più capitato di trovarne uno più vivo e contento di questo anziano prete.  

     

    Intenzione di preghiera

    Per i lavoratori, perché facciano prevalere la solidarietà e la condivisione nella necessità, sulla ricerca del profitto e della carriera.           

           

    Don’t Forget! Figure significative del Clero Bergamasco

    Ambrogio da Calepio

    1435-1511

    Ambrogio Calepio (Castelli Calepio1435 circa – Bergamo1511) è stato un umanista e latinista italiano, noto per il Dictionarium latinum, monumentale opera lessicografica ed enciclopedica sulla lingua latina. Ambrogio Calepio, il cui nome di battesimo era Giacomo, era figlio naturale del conte Trussardo da Calepio e di Caterina de Bucellenis di ricca e nobile famiglia di Bergamo tra il 1435 e il 1440, nella vicinia di S. Michele al Pozzo Bianco.

    Il conte Trussardo aveva garantito per lui un’istruzione di buon livello lasciandogli un patrimonio vincolato al compimento dei 25 anni, ma nel 1458 il giovane entrò nel convento dell’ordine degli eremitani di Sant’Agostino, dove, nel 1459 prese il nome di Ambrogio e nel 1458, avendo raggiunto i 18 anni e l’emancipazione, rinunciò all’eredità paterna.

    Dopo avere svolto il noviziato in vari monasteri di città lombarde (Milano, Cremona, Brescia e Mantova), ritornò a Bergamo dove ebbe modo di affinare le proprie conoscenze, tanto che cominciò a dedicarsi alla preparazione di un vocabolario, dedicandosi agli studi umanistici per approfondire i testi classici latini ritenendo che le antiche culture fossero fondamentali per cogliere il significato delle scritture. Studiò testi anche di autori profani, e lo fece per una preparazione personale.

    La prima edizione del Dictionarium latinum fu pubblicata nel 1502 dopo ben due decenni di studio del Calepio, ma fu considerata incompleta così che Ambrogio si mise subito al lavoro per migliorare e completare la sua opera, realizzandone in breve tempo una seconda edizione pubblicata nel 1509, che era in quattro lingue: ebraico, greco, latino e italiano. Calepio continuò la sua opera lessicografica ma, anche a causa della sopraggiunta cecità, non riuscì a vedere il risultato finale delle sue fatiche. Morì nel suo convento nel 1511 e la sua opera fu portata a termine dai suoi confratelli.

    I risultati si videro nel 1520, quando il bergamasco Bernardino Benaglio stampò la 24.a edizione del vocabolario, considerata definitiva. L’opera divenne famosa in tutta Europa come «Calepino», in onore del suo autore, e la sua ampia notorietà fu dovuta anche al fatto che, successivamente, assunse un carattere poliglotta, con versioni in numerose lingue moderne. Ben 211 furono le riedizioni stampate dal 1502 al 1779, stampe che portarono l’opera a subire numerosi cambiamenti. Nella lingua italiana la parola “calepino” è divenuto per antonomasia sinonimo di “vocabolario”, usato anche in contesti scherzosi

     

     

     

     

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