Proverbio del Giorno (Proverbi della Bibbia)
Buona è la ricchezza onesta, pessima la povertà dell’empio
Preghiera del giorno (preghiera colletta)
O Dio, che vegli sulle sorti del tuo popolo, accresci in noi la fede che quanti dormono nella polvere si risveglieranno; donaci il tuo Spirito, perché operosi nella carità attendiamo ogni giorno la manifestazione gloriosa del tuo Figlio, che verrà per riunire tutti gli eletti nel suo regno. Amen
DEDICAZIONE BASILICHE APOSTOLI SS.PIETRO E PAOLO A ROMA
Pietro e Paolo, sono sempre associati nella liturgia della Chiesa Romana. Le due basiliche, trofei del martirio di Pietro e Paolo, furono erette sul sepolcro dei due apostoli. Meta di ininterrotto pellegrinaggio attraverso i secoli, sono segno dell’unità e della apostolicità della Chiesa di Roma
La Parola di Dio del giorno Luca 18,35-43.
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». Allora cominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
Riflessione del giorno (frammenti di vita)
Scuola di italiano per stranieri: a tema ci sono i verbi della prima e seconda coniugazione cioè quelli che terminano in –are e in –ere. “Chi mi sa dire un verbo della prima coniugazione?”. Le risposte non si fanno attendere: “Andare…mangiare…cantare…lavorare”. “Ok –fa l’insegnante- Vedo che avete capito: tutti i verbi che terminano in –are sono del primo gruppo o prima coniugazione. Passiamo ai verbi in –ere”. “Sentire!” risponde uno. “No quello finisce in ire. Tu da dove vieni?”: “Dal Marocco”. “Mohamed, voi magrebini confondete sempre la “e” con la “i”. Sentire è un verbo del terzo gruppo come tutti quelli che finiscono in ire. Coraggio chi mi sa dire in verbo in –ere?”. Nessuno parla, hanno paura di sbagliare; il docente allora simula l’atto di scrivere e “Che sto facendo?” chiede. “Scrivere” rispondono in coro. “E ora?”. Tutti: “Leggere”. Afferra un libro del tavolo: “Prendere!”. “Bravi, vedo che avete capito: altri verbi in –ere sono volere, potere, sapere…Ma forza dimmene almeno un altro” fa rivolto a Mohamed che si sforza, cerca disperatamente di ricordare un altro verbo. Poi d’improvviso si illumina e spara convinto: “Carabiniere!”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti i poveri del mondo e soprattutto per quelli a noi vicini.
Le 100 immagini che hanno cambiato il mondo
Attacco a Pearl Harbor 7-12-1941 – Hawaii – USA
Il 7 dicembre 1941 alle 7,55 del mattino 353 aerei giapponesi attaccarono senza preavviso la flotta statunitense nella base hawaiiana di Pearl Harbor, distruggendola quasi completamente: tutte le navi da guerra presenti nel porto furono affondate o gravemente danneggiate e 188 aerei furono distrutti a terra. Il bilancio fu di 2403 vittime e 1178 feriti. La politica espansionistica nipponica si era concretizzata nel 1931 con l’invasione della Manciuria e qualche anno dopo nel territorio della Cina. Gli Stati Uniti avevano reagito promuovendo un embargo petrolifero che avrebbe messo in difficoltà il Giappone. Per porsi come concreta forza di contrasto nel Pacifico inoltre gli Stati Uniti avevano posto la loro base militare navale nelle Hawaii, a Pearl Harbor. I giapponesi, guidati dall’ammiraglio Yamamoto, il 7 dicembre attaccarono all’improvviso con la forza aerea distruggendo la flotta americana. A salvarsi furono soltanto tre portaerei che si trovava al largo per esercitazioni. Fu un durissimo colpo per gli Stati Uniti che oltre alla flotta persero anche i rifornimenti petroliferi, fatti esplodere dal fuoco nemico. Nel periodo successivo, avendo sconfitto l’unica forza navale nemica presente nel Pacifico, i giapponesi poterono avanzare sul fronte sud-occidentale. L’8-12-1941 il Congresso degli Stati Uniti dichiarò guerra al Giappone. Il presidente Roosevelt comunicò la decisione di entrare in guerra pronunciando un famoso che iniziava così: “Ieri, 7 dicembre 1941, una data che entrerà nella storia come il giorno dell’infamia, gli Stati Uniti d’America sono stati improvvisamente e deliberatamente attaccati dalle forze aeree e navali dell’impero del Giappone”. L’impatti di tante immagini come questa, l’entità dei danni subiti e la convinzione di aver subito un’azione criminale sortirono nell’opinione pubblica americana la conseguenza di cancellare ogni forma di resistenza all’entrata in guerra contro l’impero del Sol Levante.
nell’immagine un dipinto di Tonino Dal Re
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