Ottava di Pasqua
Avvenne il 19 maggio…
1536 – Anna Bolena, seconda moglie di Enrico VIII d’Inghilterra, è decapitata per adulterio.
1698 – Federico Caccia, arcivescovo di Milano, benedice il colosso di S. Carlo Borromeo ad Arona
1802 – Napoleone Bonaparte istituisce la Legion d’onore, la massima onorificenza francese.
1944 – Le SS uccidono per rappresaglia 59 civili prelevati dal carcere di Genova.
2004 – Dopo la rinuncia di Sonia Gandhi, Manmohan Singh diventa primo ministro dell’India.
Aforisma dal Vangelo
“È risorto il buon pastore che ha dato la vita per le sue pecore, e per il suo gregge è andato incontro alla morte.”
Preghiera Colletta
La tua mano, o Padre, protegga sempre questa famiglia, perché, liberata da ogni male per la risurrezione del tuo Figlio unigenito, con il tuo aiuto possa camminare sulle tue vie. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

Simone Stock fu Priore Generale dei Carmelitani, venerato per la sua santità, e morto nel 1265 a Bordeaux in Francia. Verso il sec. XV, nei Paesi Bassi, emerse una leggenda circa un certo “S. Simone” che aveva avuto una visione della N. S. in cui la Madonna appariva con lo scapolare promettendogli: “Questo è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque morirà rivestendolo, sarà salvo.” In pochi anni a Simone Stock, il Priore Generale, fu accreditata la visione della N. Signora.
Il racconto fu arricchito con dettagli biografici immaginari sulla vita di Simone, come la nascita a Kent in Inghilterra, la vita eremitica vissuta in un tronco di un albero ecc. Il culto a Simone Stock e la devozione allo scapolare si diffusero nei sec. XV – XVI e molti fedeli furono iscritti allo Scapolare. Nel sec. XVI, il culto a San Simone Stock fu inserito nel calendario liturgico di tutto l’Ordine.
Parola di dio del giorno Giovanni 14,21-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Riflessione di don Arturo Bellini
«Dal cielo – che ogni giorno lo circonda – egli viene in terra, si prende questo corpo per poter soffrire e morire per noi, per me e per ciascuno di noi perché noi, sue pecorelle, lo seguissimo e ne fossimo salvi». Don Giuseppe Vavassori. (omelia sul Buon Pastore).
Le parole del Fondatore del Patronato sono un invito a meditare sul mistero della presenza di Gesù tra noi nell’Eucarestia e nei sacramenti. Sono parole che trovano una spiegazione chiara nell’omelia che Paolo Vi rivolse a 278 diaconi – tra i quali c’ero anch’io, il 17 maggio 1970, 55 anni fa. «Noi tentiamo di riassumere in una sola parola – disse Paolo VI -tutto quello che si può dire e pensare circa l’avvenimento che sta per compiersi a vostro riguardo. E la parola è trasmissione.
Trasmissione d’una potestà divina, di una capacità d’azione prodigiosa, quale per sé solo a Cristo compete…Figuratevi che Cristo, mediante la imposizione delle nostre mani e le parole significative che conferiscono al gesto la virtù sacramentale, cali dall’alto e vi trasfonda il suo Spirito, lo Spirito Santo, vivificante e potente, che viene in voi non solo, come in altri sacramenti, per abitare in voi, ma per abilitarvi a compiere determinate operazioni, proprie del sacerdozio di Cristo, a rendervi suoi ministri efficaci, a fare voi stessi veicoli della Parola e della Grazia, modificando così le vostre persone, in modo, che esse possano non solo rappresentare Cristo, ma altresì agire in certa Misura come Lui, per una delega che stampa un « carattere » indelebile nei vostri spiriti, e a Lui vi assimila, ognuno come «alter Christus.
Questo prodigio, ricordatelo sempre, avviene in voi, ma non per voi; è per gli altri, è per la Chiesa, ch’è quanto dire per il mondo da salvare. La vostra è una potestà di funzione, come quella d’un organo speciale a beneficio di tutto un corpo. Voi diventate strumenti, diventate ministri… al servizio dei fratelli… Voi intravedete quale coscienza dovrete continuamente formare in voi stessi per essere pari all’ufficio di cui siete investiti. Voi capite con quale mentalità spirituale ed umana dovrete guardare il mondo, con quali sentimenti e con quali virtù esercitare il vostro ministero, con quale dedizione e quale coraggio consumare la vostra vita in spirito di sacrificio uniti a quello di Cristo». «Voi sapete tutto questo, ma non cesserete di ripensarvi per quanto durerà – e sia lungo e sereno – il vostro terreno pellegrinaggio.
Non temete mai, Figli e Fratelli carissimi. Non dubitate mai del vostro Sacerdozio. Non lo isolate mai dal vostro Vescovo e dalla sua funzione nella Santa Chiesa. Non lo tradite mai!». Dio mi aiuti e in questo giorno riservate una preghiera per me”.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per il nuovo Papa Leone XIV affinché lo Spirito Santo lo guidi, il Signore Gesù gli ponga nel cuore e sulle labbra la sua Parola e Dio Padre lo faccia segno della sua Paternità universale.
Don’t forget!
TELEMACO SIGNORINI: IL MURO BIANCO
1866 – olio su tela – cm 27 x 56 collezione privata
“Il muro bianco” è una superlativa opera di Telemaco Signorini (1835-1901), uno dei grandi pittori macchiaioli. Il formato, come spesso accade nelle opere degli artisti del gruppo, è panoramico. A pensarci, la qualità dell’occhio di questi pittori è paragonabile ai grandi maestri della fotografia nel cinema. Il quadro conquista perché si tratta di un tour de force intorno a quel muro bianco e per estensione, a tutte quelle facciate abbacinate dal sole, nonché al cavallo bianco e all’effetto luministico che afferra tutto, dal cielo alla terra battuta.
Solo il mantello scuro degli altri animali ed anche un paio di persiane verdi, aggiungono un tocco di colore e vivificano la scena. L’uomo in prossimità del varco, una piccola porta, ha fermato i quattro cavalli e sta scendendo dal carretto. È una scena di vita contadina quella immortalata da Signorini, ma di una luce così abbacinante che la trasforma in un film visivo, in una formidabile opera d’arte appunto.
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