XI settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Nicolás Gómez Dávila
Il grande errore moderno non è l’annuncio della morte di Dio, ma l’essersi persuasi della morte del diavolo.
Preghiera del giorno
Dio mio, insegnami il segreto di una pace stabile e duratura; insegnami ad ordinare armoniosamente la mia vita interiore, in modo da assicurare il dominio della volontà e della ragione su tutti i miei sentimenti e su tutte le mie azioni, e insegnami soprattutto a sottomettermi alla tua volontà.
Insegnami a confidare in te, lontano dalle agitazioni e dalle discordie interiori. Insegnami a rimanere unito a te, quando sarò giustamente criticato o quando sarò rimproverato severamente e aspramente, radicato nella carità in modo da conservare una umile e tranquilla fermezza.
Insegnami a pronunciare sinceramente il mio «Amen» liberatore nelle sofferenze del corpo e nelle afflizioni dell’anima. Amen.
Santo del giorno
La Consolata è la patrona di Torino e il nome Consolata deriva dal dialetto piemontese che semplifica il nome in latino Consolatrix Afflictorum.
Il culto è antichissimo e a lei è dedicato il santuario più importante della città di Torino, che sorge sui resti antichi, ancora visibili, di una delle torri facente parte della muraglia di cinta della cosiddetta Julia Augusta Taurinorum. Nel V secolo, il vescovo S. Massimo fece costruire una piccola chiesa dedicata a S. Andrea con una cappella dove venne esposto un dipinto della Vergine Maria.
Uno dei primi ampliamenti di questa piccola chiesa, nel 1014, si deve al Re Arduino di Ivrea che ebbe la visita della Vergine in sogno. La Vergine gli assegnò la costruzione di una chiesa a lei dedicata.
Parola di Dio del giorno Matteo 7,1-5
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?
O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Riflessione del giorno Gli istinti violenti – Pavel Florenskij
Mi stupisce l’assurdità delle azioni umane che non trovano giustificazione nemmeno nell’egoismo, perché gli uomini agiscono a scapito anche dei propri interessi. Della componente morale non parlo neanche. Dappertutto spergiuro, inganno, uccisioni, servilismo, mancanza di qualsiasi principio.
I legami di parentela si buttano da parte, la legge si crea e si abolisce per far piacere alla necessità del momento, e comunque non viene rispettata da nessuno. […] La mia conclusione (del resto, sono giunto ad essa già da tempo) è questa: nell’uomo c’è una carica di furore, d’ira, di istinti riduttivi, di odio e di rabbia, e questa carica tende a riversarsi sulle persone circostanti, contrariamente non solo ai dettami morali, anche al vantaggio personale dell’individuo. L’uomo si lascia prendere dal furore per pura brutalità.
Le catene di un potere duro lo trattengono fino ad un certo punto, ma poi l’uomo si ingegna a fare le stesse cose, eludendo la legge, in una forma più fine. Certamente non sarebbe giusto affermare che tutti siano così. Ma sono così molti, moltissimi e, col loro attivismo, questi elementi rapaci dell’umanità arrivano a occupare i posti dirigenziali della storia, e costringono pure il resto dell’umanità a diventare rapace.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo perché la Madonna consoli gli afflitti e i tribolati che si rivolgono a lei in cerca di aiuto.
Don’t Forget! Vite straordinarie
LOUIS BRAILLE INSEGNANTE FRANCIA 1809 – 1852.
Da piccolissimo passava ore a osservare il papà che dava forma al cuoio. Ascoltava i rumori, seguiva l’ago robusto e il filo che legavano insieme stoffa, pelle conciata e paglia. Il risultato era ogni volta straordinario.
E che gioia quando si andava a consegnare la sella finita al contadino o al mugnaio: spesso il padre portava con sé il piccolo Louis che salutava tutti curioso e fiero. Qualcosa, o tutto, cambiò molto presto. Aveva tre anni Louis quando, giocando con un arnese sottratto dal banco di lavoro paterno, si infortunò all’occhio sinistro.
L’infezione che ne scaturì gli portò via dapprima l’occhio e, nel giro di qualche tempo, la perdita della vista fu totale. A dieci anni Louis entra all’Istituto per l’educazione dei giovani ciechi di Parigi. Ai ragazzi si insegna a leggere attraverso le dita con caratteri stampati messi in rilievo grazie a un filo di rame, ma la scrittura è preclusa; imparano lavori manuali, come impagliare sedie, e la domenica fanno una passeggiata, legati l’uno all’altro con una corda.
Louis studia con impegno e a vent’anni è insegnante in quello stesso istituto. Proprio con gli studenti affina la grande invenzione della sua adolescenza: appena quindicenne, infatti, aveva ideato il codice alfabetico di scrittura e lettura tattile, formato dalla combinazione di sei punti in rilievo. Erano realizzati con un punteruolo e disposti, attraverso una griglia, su due colonne.
Si scrive da destra a sinistra e si legge, voltando pagina, da sinistra a destra. A ispirarlo era stato Charles Barbier de la Serre, ufficiale d’artiglieria, inventore della “scrittura notturna”, un sistema adatto a trasmettere informazioni ai soldati in assenza di luce. Louis Braille è stato per i ciechi ciò che Gutenberg, l’inventore della stampa, è stato per l’umanità: ma morì senza saperlo.
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