Lunedì 22 luglio 2024

     

    XVI settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 22 luglio…

    1342 – Un’ampia area che va dal nord Italia alla Carinzia è colpita dalla Magdalenenhochwasser (“Inondazione della Maddalena”) verificatasi nei giorni prima, durante e dopo la festa della santa, la più grande inondazione mai registrata in Europa: dopo un lungo periodo di forte siccità, piogge improvvise e insistenti riempirono gli alvei dei fiumi Eider, Elba, Danubio, Meno, Moldava, Mosella, Reno, Unstrut, Werra, Weser e loro tributari, inondando vaste aree del centro Europa, con le città di Amburgo, Colonia, Francoforte sul Meno, Magonza, Passavia, Ratisbona, Vienna, Würzburg; uccise decine di migliaia di persone, erose e smosse circa 13 miliardi di tonnellate di terra (l’equivalente di quanto accade in circa 2000 anni), e causò carestie e peggioramento delle condizioni di vita che rientrano fra le cause della grande peste nera del 1348.

    1942 – Olocausto: inizia la deportazione sistematica degli ebrei dal Ghetto di Varsavia

    1981 – Condanna all’ergastolo per Mehmet Ali Ağca, l’attentatore di papa Giovanni Paolo II

    2011 – Oslo: in centro città un’autobomba presso gli uffici del primo ministro provoca 8 morti, e circa due ore dopo a Utøya, piccola isola a 30 km dalla capitale, una sparatoria provoca 69 vittime

     

    Aforisma di Cicerone

    «Non esiste fortezza tanto forte che il denaro non la possa espugnare».

     

    Preghiera

    O Dio, il tuo Figlio ha voluto affidare a Maria Maddalena il primo annuncio della gioia pasquale; fa’ che, per il suo esempio e la sua intercessione, proclamiamo al mondo il Signore risorto, per contemplarlo accanto a te nella gloria. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    La Chiesa latina accomunava nella liturgia tre distinte donne: Maria di Betania, sorella di Lazzaro e di Marta; la peccatrice a «cui molto è stato perdonato perché molto ha amato»; Maria di Magdala, l’ossessa miracolata da Gesù, che ella seguì e vide crocifisso ed ebbe il privilegio di vedere risorto.

    L’identificazione delle tre è stata favorita dal nome Maria comune almeno a due e dalla sentenza di S. Gregorio Magno che vide indicata in tutti i passi evangelici una sola e medesima donna. I redattori del nuovo calendario, riconfermando la memoria di una sola Maria Maddalena senz’altra indicazione, hanno inteso celebrare la santa donna cui Gesù apparve dopo la Risurrezione.

    È questa la Maddalena che la Chiesa oggi commemora e che sarebbe andata a vivere a Efeso, dove sarebbe morta. A Efeso avevano preso dimora anche Giovanni, l’apostolo prediletto, e Maria, Madre di Gesù.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 11,1-8

    Il primo giorno della settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva.

    Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù.

    Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!».

    Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

     

    Riflessione frammento di vita

    Litigioso, aggressivo e cocciuto come un mulo, il giovane ospite africano non ha mai dato retta a consigli e rimproveri, finendo dritto fra le braccia delle forze dell’ordine che alla sua ennesima intemperanza, hanno indagato su di lui scoprendo una condanna non scontata e l’hanno chiuso in galera. Di lì ha iniziato a inviare lettere dai toni sempre più aggressivi fino all’ultima perentoria dichiarazione: “Con voi ho chiuso: non mi vedrete più”.

    Abbiamo tirato un sospiro di sollievo, anche perché era la prima volta che prendeva una decisione. Ma due mesi dopo a sorpresa il nostro si presenta al Patronato col cappello in mano, gli occhi bassi, i toni di voce smorzati e le lacrime agli occhi a chiedere di essere riaccolto. Sebbene i miei collaboratori siano per il no, decido di riammettere il figliol prodigo, ma senza abbracci, né anello al dito, né tunica nuova o banchetto a base di vitello grasso; solo 5 euro per il kebab e una sistemazione precaria.

    Ma in fondo gli è andata bene, anche se non ha avuto la fortuna di chi, essendo finito in un carcere all’estero, si è visto offrire la possibilità di essere eletto eurodeputato. Ma non ha neppure avuto la sfortuna, lui nero, povero in canna e con un pessimo carattere, di finire come i cinquanta suoi poveri compagni di prigionia che si sono tolti la vita nei primi sei mesi di quest’anno nelle carceri italiane, nel disinteresse della pubblica opinione.  

     

    Intenzione di preghiera settimanale

    Dall’inizio 2024, nelle carceri italiane 50 persone si sono tolte la vita…ma non risulta che qualcuno abbia fatto qualcosa per loro (come è stato fatto per l’ineffabile eurodeputata Salis): facciamolo noi pregando per i morti e perché ai carcerati non sia negato almeno il diritto alla speranza.

     

    Don’t Forget! Santi e beati della carità

    BEATO GIUSEPPE BEOTTI

    MARTIRE 1912-1944

    Giuseppe Beotti nasce il 26-8-1912 a Campremoldo Sotto, frazione di Gragnano Trebbiense, (Piacenza). Desidera diventare prete, ma solo dopo il liceo, per la povertà della sua famiglia, entra nel Seminario di Piacenza. Ordinato prete il 2-4-1938, viene inviato a Borgonovo come curato. Nel 1940 viene trasferito come parroco a S. Ambrogio a Sidolo, paese di montagna nel comune di Bardi: si inserisce bene e stringe buoni rapporti coi parrocchiani e i confratelli.

    La seconda guerra mondiale raggiunge anche il suo paesino: don Giuseppe apre la porta a tutti, siano essi partigiani, soldati feriti o ebrei. Tra il 19 e il 20 luglio 1944, i soldati tedeschi arrivano a Sidolo per rappresaglia, dopo l’uccisione di 70 loro uomini. Don Giuseppe ha scelto di restare, ripetendo più volte di essere disposto a offrire la vita perché gli abitanti siano salvi. Il 20-7, invece, il paese viene devastato.

    Don Giuseppe, con don Francesco Delnevo e il seminarista Italo Subacchi, che hanno trovato rifugio nella canonica, decide di esporre un lenzuolo bianco per indicare che lì non ci sono partigiani, ma i tedeschi credono che il segnale vada in senso opposto. Alle 16.15 del 20-7-1944 i due sacerdoti e il seminarista vengono fucilati. Don Beotti svolse il ministero mostrando grande carità verso tutti. Nel martirio del Beato giocò un ruolo determinante l’aiuto da lui offerto a molti ebrei perseguitati dai nazifascisti.

    Per dare loro rifugio, il sacerdote aveva mobilitato tutti i parrocchiani, nascondendo e assistendo in casolari della zona un centinaio di Ebrei. I tedeschi perquisirono la sua casa, ma non trovarono nulla e diedero rassicurazioni a don Beotti. Il suo assassinio, quindi, dovette essere motivato dall’odio dei nazisti ai trasgressori della loro criminale legge antisemita. Questi ebrei in fuga non erano truppe armate in guerra, ma gente innocente e perseguitata.

    Don Giuseppe, pur avendo la possibilità di fuggire, decise di restare accanto ai parrocchiani in quei momenti difficili. Il 20 maggio 2023 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto sul martirio, aprendo la via alla sua beatificazione, celebrata il 30 settembre 2023 nel Duomo di Piacenza.

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