Lunedì 26 agosto 2024

     

    XXI settimana T. Ordinario (A. pari)

    Festa di S. Alessandro Patrono di Bergamo

     

    Avvenne il 26 agosto…

    55 a.C. – Giulio Cesare invade la Britannia.

    1498 – Il cardinale Jean de Bilhères commissiona la Pietà a Michelangelo Buonarroti.

    1542 – Francisco de Orellana conclude la completa navigazione del Rio delle Amazzoni.

    1789 – Assemblea nazionale francese approva la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.

    1972 – Si aprono i giochi delle Olimpiadi di Monaco di Baviera.

    1978 – Il cardinale Albino Luciani viene eletto papa e assume il nome di Giovanni Paolo I.

     

    Aforisma di Papa Giovanni Paolo I

    “A fare del male si prova talvolta piacere, ma il piacere passa subito e il male resta. Fare il bene costa fatica; ma la fatica passa subito e resta il bene”.

     

    Preghiera

    O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché tra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Patrono di Bergamo, vissuto tra il III e IV secolo. Dopo essere stato comandante di centuria della legione Tebea, utilizzata in Oriente, è spostato in Occidente. Gli viene ordinato di ricercare i cristiani contro i quali è in atto una persecuzione.

    Di fronte al rifiuto suo e di alcuni compagni segue la decimazione, da cui riesce a salvarsi. Scappa a Milano dove però è riconosciuto e incarcerato. Grazie a S. Fedele, che organizza la sua fuga, si rifugia a Como e infine, passando per Fara Gera d’Adda e Capriate, arriva a Bergamo.

    Qui, ospite del principe Crotacio, che lo aiuta a nascondersi, inizia la sua opera di predicazione e conversione di molti cittadini, tra cui i martiri Fermo e Rustico. Ma nel 303 Alessandro è nuovamente scoperto e catturato. Condannato alla decapitazione, muore il 26 agosto a Bergamo, dove ora sorge la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 23,13-22

    In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geenna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro?

    E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Mi capita spesso di raccogliere nel cortile del Patronato i pacchetti di sigarette vuoti per gettarli nel cestino e ammetto di rimanere perplesso per la pubblicità shock degli stessi, pensando al mio amico fumatore che né i costi, né i danni, né le conseguenze del fumo avevano mai convinto a smettere. I rimproveri di amici e familiari lo incaponivano ancor più “perché -diceva- c’è di mezzo la mia libertà”.

    Ne aveva fatto una questione di principio e avrebbe continuato a fumare anche se non ci avesse più provato gusto. Finché una notte (me lo confessò forse perché ero un prete) tornando a casa a piedi su un sentiero, esasperato a causa della discussione con gli avventori del bar per la questione del fumo, prese il pacchetto di sigarette e lo lanciò in una siepe.

    Andato a letto, non riusciva a prendere sonno; attese che la moglie fosse addormentata e, senza far rumore, uscì a cercare le sigarette gettate via. Percorse il sentiero in lungo e in largo, cercò tra le siepi con la torcia del telefonino…ma del pacchetto neppure l’ombra.

    Un’ora dopo, tornando a casa a mani vuote, sentì vergogna di sé stesso: “Non i soldi, né la salute, né i rimproveri né la pubblicità erano riusciti fino ad allora a farmi star male” spiegò “ma l’essermi accorto per la prima volta in vita mia che un pacchetto di sigarette era diventato il padrone della mia libertà”. E da allora non ha più fumato.      

         

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per la chiesa di Bergamo, per il Vescovo, il clero e tutto il popolo di Dio perché la protezione e l’esempio di S. Alessandro e dei santi bergamaschi rinnovio la fede, speranza e carità.

     

    Don’t Forget! Grandi figure del clero bergamasco

    MONS. BENIGNO CARRARA

    1888 – 1974

    Benigno Carrara era nato il 19-12-1888 a Serina e nell’anno 1900 entrò nel Seminario di Bergamo dove rimase fino alla terza liceo, per passare poi nel 1906 al Collegio di Celana dove frequentò la teologia. Fu ordinato sacerdote il 23 aprile 1911 da Mons. Radini Tedeschi nella chiesa di S. Alessandro in Colonna. Nominato coadiutore nella parrocchia di S. Maria delle Grazie vi rimase per 25 anni, dal 1911 al 1936, con l’interruzione della 1.a guerra mondiale. Visse la vita militare con difficoltà ma anche con la determinazione e la fede di un vero cappellano.

    Con la fine della guerra, riprese il suo servizio alla parrocchia delle Grazie e nel 1922 fu nominato Rettore del pensionato per studenti intitolato a Dante Alighieri, che era stato istituito da poco. Dal 1936 fu destinato alla parrocchia di S. Caterina, prima come economo spirituale, e dall’anno dopo come parroco. Poté così continuare ed accentuare la sua attività pastorale rivolta a tutti, ma in particolare ai più deboli, anziani ed ammalati, ed ai giovani che educava con grande umanità. Nei dolorosi anni della 2.a guerra mondiale le sue cure si diressero oltre che a tutti i parrocchiani, ma soprattutto a quanti erano stati chiamati alle armi ed alle loro famiglie, per aiutarli e confortarli.

    Con l’autorità fascista tenne un atteggiamento fermo di netta opposizione, in difesa della chiesa e dei parrocchiani, ma anche sereno, evitando gravi conseguenze. Nel dopoguerra pieno di fermenti e speranze, affidò l’Istituto alle Suore Sacramentine di Bergamo che ne fecero l’orfanatrofio femminile di S. Giuseppe, ampliò l’asilo parrocchiale e rivitalizzò il culto del Santuario. Il 20-12-1947 fu nominato vescovo titolare di Gerapoli  e coadiutore del vescovo di Imola.  Con la morte del vescovo titolare divenne suo successore come Vescovo di Imola il 12-5-1956. Continuò così nella sua attività pastorale con la solita fermezza temperata da dolcezza di carattere.

    Fu sempre ben accolto, amato e stimato, pur in un ambiente difficile, per le sue grandi qualità di discrezione e pazienza. Instancabile annunciatore della Parola di Dio, trattò con preti e parroci, associazionismo cattolico, autorità e mondo del lavoro, dimostrando ottimismo e fiducia derivanti dal Vangelo. Amichevoli e cordiali furono i rapporti con i vari vescovi e col conterraneo Papa Giovanni XXIII. Partecipò attivamente alle varie sedute del Concilio vaticano. Nel 1973 decise di fare un atto ufficiale di rinuncia per l’età avanzata e lo stato di salute. Ritiratosi a Bergamo, morì il 27-7-1974.  Fu sepolto nel duomo di Imola e gli furono dedicate solenni onoranze funebri oltre che dal clero e dai fedeli, anche da tanti agnostici che gli riconoscevano grandi qualità di dottrina e di pietà sacerdotale.

     

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