Lunedì 27 marzo 2023

     

    5.a settimana di Quaresima 

     

    Aforisma di Nicolàs Gòmez Dàvila

    “Invecchiare con dignità è un compito da svolgere istante per istante.”

     

    Preghiera del giorno

    O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per essere preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    San Ruperto

    Ruperto nacque in una nobile famiglia di origini irlandesi imparentata con i Merovingi, alla fine del VII secolo. Dopo aver ricevuto un’educazione monastica, operò per l’evangelizzazione della Baviera ancora idolatra. Fu primo vescovo itinerante, di Salisburgo, di cui oltretutto promosse lo sviluppo delle saline.

    Fu vescovo di Worms e poi di Ratisbona. Svolse il suo apostolato nel monastero da lui fondato, attorno al quale nacque poi e si sviluppò la città di Salisburgo «in tedesco borgo del sale» in riferimento all’attività principale della zona: l’estrazione di sale dalle miniere delle vicine montagne. Morì il 27 marzo dell’anno 718. Le sue reliquie sono oggi venerate nella cattedrale di Salisburgo.

     

    Parola di dio del giorno Giovanni 8,1-11

    In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.

    Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra.

    Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Giovedì 23 marzo ore 20,30. La palestra del Patronato S. Vincenzo di Sorisole è gremita per il 3° anniversario di don Fausto Resmini. Monsignor Davide Pelucchi presiede l’eucaristia assieme a una decina di altri preti e a centinaia di persone che entrano da subito in intima sintonia con la celebrazione e lo rimangono fino alla fine.

    Oltre alla verità delle parole dette e all’essenzialità dei gesti compiuti, colpisce non solo il numero di partecipanti superiori alle attese, ma anche la varietà degli stessi che comprendono adolescenti e anziani, italiani e stranieri, cristiani e islamici, religiosi e non credenti, autorità e gente comune, professionisti e gente di strada…Pur così diversi tra loro per un’ora e più si trasformano in una famiglia, anzi in un “popolo”, perché il ricordo di chi la morte ha reso invisibile (don Fausto) è così forte da annullare le distanze e far scomparire le differenze visibili.

    Questo popolo che spontaneamente si è ricomposto attorno a don Fausto e al Signore, dimostra che “non si può impedire al sole di illuminare il mondo” (E. Leclerc) né “può restare nascosta una città collocata sopra un monte” (Gesù). Il buon Dio infatti continua ad aver bisogno di qualcuno che si lasci accendere: anni fa l’ha trovato in don Fausto; ancor prima in don Bepo e oggi in tanti umili suoi servitori. Quando questo avviene, non solo i poveri, ma anche tutti gli altri che hanno goduto di quella luce, non la dimenticano più, anzi non riescono più a farne a meno.

     

    Intenzione di preghiera

    Per tutte le persone che ogni giorno si raccomandano alla nostra preghiera, perché il buon Dio accolga le loro richieste e le renda confomi alla sua volontà

     

    Don’t forget! Personaggi famosi E Veri Credenti

    Jack Kerouac 1922-1969

    JEAN-LOUIS LEBRIS DE KEROUAC nacque a Lowell, Massachusetts (USA) nel 1922 da famiglia di immigrati franco-canadesi. Ricevette un’educazione cattolica e frequentò una scuola cattolica, dove si parlava francese, lingua che parlava anche a casa, infatti, impiegò molti anni per riuscire a diventare fluente anche in inglese. Ma gli affari del padre non andavano bene e l’uomo iniziò a bere e a giocare d’azzardo, per cui la sua famiglia era sempre in difficoltà, però Kerouac era uno studente eccellente e anche un ottimo giocatore di football e ciò gli permise di ottenere una borsa di studio per la Columbia University.

    Qui Kerouac incontrò il poeta Allen Ginsberg (1926-1997) con cui iniziò un’amicizia duratura. Con lui, con lo scrittore William S. Burroughs (1914-1997) e con l’intellettuale Neal Cassady (1926-1968) fondò il nucleo originario del movimento della Beat Generation. Kerouac ammirava Neal Cassady per la sua totale mancanza d’inibizioni, il suo entusiasmo, il suo grande spirito d’avventura, il suo amore per il rischio e per le macchine veloci, lo idealizzava e lo considerava un eroe.

    A questo punto Kerouac decise di abbandonare l’università per dedicarsi alla letteratura. Nel 1947 lo scrittore intraprese con Cassady un viaggio in autostop attraverso gli Stati Uniti che gli ispirò il suo romanzo più famoso On The Road (Sulla Strada, 1951). Dopo aver viaggiato per diversi mesi, tornò a New York, dove completò il primo romanzo The Town and the City, pubblicato nel 1950. Kerouac nel frattempo continuò a scrivere Sulla Strada: appena terminato il romanzo, Kerouac riprese a spostarsi di luogo in luogo con i suoi amici, attraversò momenti di depressione, dovuti anche alle sue difficoltà finanziarie e diventò sempre più dipendente da alcol e droghe. In questo periodo, cominciò a trovare conforto nello studio del buddismo e nella meditazione.

    Il romanzo The Dharma Bums (1958) riflette l’interesse per la filosofia orientale. Quando Ginsberg si trasferì a S. Francisco, Kerouac lo raggiunse, ma per il suo spirito irrequieto vi rimase poco. Sulla Strada fu pubblicato nel 1957 ed ebbe immediato e straordinario successo, considerato il manifesto della Beat Generation. Il successo lo travolse letteralmente e Kerouac ebbe difficoltà a gestire la fama, non amava le interviste radiofoniche e televisive, gli articoli di giornale che lo riguardavano, l’amministrazione dei suoi guadagni. L’attenzione che riceveva lo spaventava molto e preferì condurre una vita solitaria, che lo portò ad abusare ancora di più di alcol e droga, tanto da decidere di tornare a vivere con sua madre.

    Jack Kerouac morì nel 1969 per un’emorragia addominale causata dalla sua dipendenza dall’alcool. Difficile credere che un personaggio così abbia cercato Dio dall’infanzia sino alla morte: eppure per tutta la vita Kerouac scrisse lettere a Dio, preghiere rivolte a Gesù, poesie dedicate a S Paolo e invocazioni per la propria salvezza. «Se Gesù sedesse alla mia scrivania questa notte, guardando fuori dalla finestra, tutta quella gente che ride felice per l’inizio delle vacanze estive, forse sorriderebbe e ringrazierebbe suo Padre. Non lo so. La gente deve “vivere”, eppure so che soltanto Gesù conosce la risposta definitiva» scrive il 26 giugno del ’47.

    Kerouac è cattolico mistico poeta… destinato ad essere frainteso…non era un edonista e non era un epicureo. Per quanto siano discutibili i suoi metodi e la sua teologia, egli era certo che la vita avesse uno scopo spirituale…Kerouac è stato uno dei più umili e devoti scrittori americani del XX secolo, non voleva diventare un Philip Roth; voleva essere una versione jazz di Suor Juana Inés de la Cruz” (Scott Beauchamp)

     

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