Lunedì 27 ottobre 2025

     

    30.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 27 ottobre…

    1492 – Cristoforo Colombo arriva a Cuba

    1553 – Condannato per eresia dai Calvinisti, Michele Serveto è bruciato al palo appena fuori Ginevra.

    1922 – in Italia: Marcia su Roma, guidata da Benito Mussolini

    1962 – Fine della Crisi dei missili di Cuba

    1962 -L’aereo di Enrico Mattei, presidente dell’ENI precipita nelle campagne intorno Bascapè (PV). La dinamica dell’incidente non è ancora stata chiarita.

    1986 – I principali rappresentanti delle religioni del mondo si riuniscono ad Assisi, su invito di papa Giovanni Paolo II per un incontro di preghiera in nome di S. Francesco, profeta della pace.

     

    Aforisma di Gesualdo Bufalino

    «Vi sono due razze di stupidi: quelli che credono a tutto e quelli che non credono a niente».

     

    Santo del giorno

    Dell’antica famiglia di Breganze, da Vicenza fu mandato a studiare a Padova. Giovanissimo entrò nell’Ordine dei Predicatori, quando S. Domenico era ancora in vita. Predicò in varie città dell’Emilia e della Lombardia spesso straziate dalle fazioni e rovinate dalle eresie. Papa Gregorio IX lo nominò maestro del S. Palazzo e Papa Innocenzo IV lo volle con sé al Concilio di Lione, nominandolo, nel 1253, vescovo di Limassol a Cipro.

    Papa Alessandro IV, nel 1255, lo trasferì alla diocesi di Vicenza, da dove, costretto ad allontanarsi da Ezzelino da Romano, fu inviato come legato in Inghilterra. Di ritorno si recò a Parigi, dal Re, che gli regalò una spina della Corona del Salvatore.

    Tornato a Vicenza vi fece costruire una chiesa detta della Sacra Corona, dove fu venerata la sacra spina, oltre a un Convento Domenicano. Ha scritto 430 opere, tra sermoni e opere di mistica. Morì nella sua Vicenza nel 1270, venendo sepolto nella chiesa di S. Corona. Papa Pio VI l’11-9-1793 ne ha confermato il culto proclamandolo beato..

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di dio Luca 13,10-17

    Gesù stava insegnando in una sinagoga in giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito teneva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato».

    Il Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato, ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni, non doveva essere liberata da questo legame nel giorno di sabato?». Quando diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute».

     

    Riflessione frammenti di vita

    “Io non ho paura, non abbiatene neanche voi” è il titolo del libro di Aleksej Naval’nyj (ucciso il 16-2-2024) che mi è stato regalato da un amico. Leggendolo sentivo crescere dentro di me la gratitudine a Dio per avermi permesso, mettendomi al mondo, di conoscere con lui e come lui, tanti altri uomini e donne la cui vita e i cui esempi ci fanno sentire orgogliosi di appartenere al genere umano.

    Essi infatti hanno riscritto una storia che i prepotenti, gli ingiusti e i delinquenti del mondo pensavano di avere già scritto, anzi fissato a loro favore a scapito di milioni di persone vittime dei loro soprusi. L’hanno riscritta con il coraggio della verità e la fermezza del loro credo, mettendoci la faccia, non tirandosi indietro, dimostrando che anche nel nostro mondo è possibile amare il prossimo e Dio, come e persino più di sé stessi.

    Costoro hanno portato la sfida all’estremo, rischiando a tal punto che i nemici hanno dovuto sopprimerli per averne ragione, senza accorgersi che li stavano rendendo immortali e che, come nel caso di Gesù e di tutti i martiri a causa della giustizia e della verità, dopo tre giorni la loro vita e le loro scelte sarebbero rifiorite in milioni di esistenze.

    Naval’nyj ha perso la battaglia contro il regime che l’ha eliminato nel gelo della Siberia, ma quella della verità e del coraggio l’ha vinta alla grande. Il suo feroce persecutore nel frattempo continua a combattere la sua di battaglia, ma farebbe bene a non illudersi, perché comunque vadano le cose, la battaglia della verità e della giustizia lui e gli altri come lui l’hanno persa da tempo.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché Dio non faccia mancare al nostro tempo e al nostro mondo uomini e donne coraggiosi che amano la verità e la giustizia più della loro stessa vita. 

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli 

    MARC CHAGALL:  “IO E IL MIO PAESE”

    1911 – olio su tela – 191×150 cm – Moma New York

    L’ebreo di origine bielorussa Marc Chagall (1887-1985) fu uno dei pittori più importanti del ‘900. La sua fama non aveva confini e fu ammirato da tutto il mondo, tanto che quando morì a 97 anni, era forse il pittore più famoso del secolo. Durante la sua vita riuscì sempre a rifugiarsi nel guscio della sua arte, senza appartenere a scuole o movimenti. Non aderì a cubismo e surrealismo, ma inventò un suo particolare genere pittorico: i suoi quadri sono imbevuti di mitologia, misticismo e dell’incanto delle favole russe e benché abbia trascorso molti anni a Parigi, il suo legame con la cultura russa è rimasto fortissimo. 

    I riferimenti a cui Chagall attinge per il quadro “Io e il villaggio” sono quelli del suo passato, della sua infanzia. Il volto verde che appare sulla destra potrebbe essere quello dell’artista, di fronte a lui una testa enorme di una mucca lo controbilancia. All’interno della testa una lattaia munge un’altra mucca. Sullo sfondo due figure, un uomo con una falce e una donna capovolta a testa in giù e poi il villaggio, dove tra le case si nota una chiesa ortodossa. I colori sono meravigliosi e il quadro trascina lo spettatore verso un’altra dimensione. L’incanto, l’immagine calda e favolistica con la quale il pittore reinterpreta i suoi ricordi sono il contesto straordinario che ci appare davanti agli occhi, in cui misticismo, razionalità, irrazionalità e sogno si mescolano assieme, realizzando elementi simbolici.

     

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