Lunedì della settimana santa
Aforisma da Isaia 43,16 ss
Dice il Signore: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?”
Preghiera del giorno
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché con la tua grazia possiamo camminare sempre in quella carità che spinse il tuo Figlio a consegnarsi alla morte per la vita del mondo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Luigi Scrosoppi ultimo di tre figli nacque a Udine il 4-8-1804 da famiglia profondamente cristiana. A 11 anni entrò nel seminario di Udine e nel 1827 fu ordinato prete. Nel 1829 fu nominato direttore della “Casa delle Derelitte” fondata da P. Gaetano Salomoni.
Si dedicò all’assistenza ed educazione delle ragazzine abbandonate di Udine. Nel 1845 fonda una comunità religiosa a sé stante con il nome di Suore della Provvidenza delle quali si ricorda anche il coraggio mostrato nell’assistenza ai feriti durante l’assedio lanciato contro Udine il 22 aprile 1848, dalle armate austriache del generale Nugent.
Morì il 3 aprile 1884, dopo lunga malattia. Fu proclamato beato da Giovanni Paolo II il 4 ottobre del 1981 e fu canonizzato dallo stesso il 10 giugno 2001.
Parola di dio del giorno Giovanni 11,45-56
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betania, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?».
Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Riflessione del giorno
Ogni evangelista racconta a modo suo la vita e le azioni di Gesù durante la festa della Pasqua a Gerusalemme. Per san Giovanni, tutto quello che succede durante questi “ultimi” giorni ha un valore simbolico e oltrepassa le apparenze. I protagonisti stessi diventano dei simboli: all’inizio della settimana della Passione, Gesù è l’ospite di Marta, di Maria e di Lazzaro, in Betania.
L’amicizia li lega; è a loro che viene annunciato cosa significa parlare della “vita” e della “morte” quando si tratta di Gesù. Marta compie i suoi doveri di padrona di casa. Gesù è a tavola con gli uomini. Maria fa qualcosa di sconveniente per la società dell’epoca – come per la nostra: unge i piedi di Gesù con un olio prezioso e li asciuga con i suoi capelli.
Onora Gesù nell’innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle altre persone riunite: l’odore del profumo riempie tutta la casa. La critica superficiale che le viene indirizzata riguarda soltanto il suo “sperpero”. Ma, in realtà si adombra dell’abbandono senza misura di questa donna. Giuda parla in nome degli scontenti.
Egli vuole trasformare in molteplici piccole razioni il dono di Maria, e venire così in aiuto a tante piccole miserie. Ma Gesù approva la spontaneità di questo amore, accetta il dono totale. Non è egli stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta la vita del mondo.
Intenzione di preghiera
Perché questa settimana sia vissuta da tutti i battezzati in atteggiamento di conversione (confessione) di comunità (eucaristia) di servizio (carità) e di impegno (digiuno).
Don’t forget! Personaggi famosi e veri credenti
LOUIS DE WOHL SCRITTORE 1903-1961
Oggi è ricordato per lo più come l’astrologo reclutato dall’esercito britannico per combattere Hitler. Ma Louis de Wohl fa parte a tutti gli effetti del firmamento degli scrittori più ispirati. Basta leggere L’ultimo crociato, La liberazione del gigante o L’albero della vita per capire perché sia diventato un narratore cattolico di culto: i suoi romanzi sono tradotti in 12 lingue e diffusi in un milione di copie.
Ma si sa poco di questo autore nato a Berlino nel 1903 e morto il 2 giugno del 1961: nato da famiglia povera, cattolica, il padre era ebreo-ungherese e la madre austriaca. Nel 1935 fu costretto a fuggire dalla Germania nazista per trovar riparo in Inghilterra. Qui, ostentando competenze astronomiche, riuscì a farsi assumere dall’Intelligence britannica (MI5). Il sistema di spionaggio inglese era convinto che Hitler seguisse i consigli di un astrologo prima di iniziare le battaglie.
Per Louis de Wohl (cambiò nome: all’anagrafe si chiamava Ludwig von Wohl), l’intelligence creò un Dipartimento di Guerra psicologica e lo nominò persino capitano dell’esercito. Il nome di de Wohl è ricomparso dagli archivi nazionali inglesi di MI5 nel 2008 e son venute fuori testimonianze discordi sul suo operato. Da alcuni fu lodato come «straordinariamente intelligente e astuto e propagandista brillante». Ma ci fu chi l’accusò di essere «ciarlatano e impostore», al punto che rischiò l’internamento.
Al termine della guerra lasciò comunque l’Inghilterra. Dopo aver sposato nel 1953 Ruth Maddalena Lorch (fecero parte dell’Ordine del S. Sepolcro) ripiegò a Lucerna, in Svizzera, dove morì nel 1961. Una vita che sembra uscita dalla fantasia di un regista. In realtà lui stesso confidò che non fu affatto facile ripartire dalla Gran Bretagna. In Germania già a 7 anni gli insegnanti lodavano la sua penna brillante e a 8 anni, firmò la prima commedia, Gesù di Nazareth.
Oltre Manica fu costretto a ripartire da zero e per imparare presto lingua e costumi lesse di tutto; sotto le bombe che piovevano su Londra cominciò a maturare anche la conversione. Cattolico per tradizione, ma imborghesito dal successo, riscoprì la sua fede proprio in un momento cruciale: «Ho scritto vari libri di successo, ma erano tutte pubblicazioni che la gente leggeva sui treni… Per questo erano state scritte non per la gloria di Dio». Lo scossone decisivo glielo diede il cardinale di Milano Ildefonso Schuster che gli disse: “Sarà per i tuoi scritti che un giorno verrai giudicato”.
Si appassionò alle storie dei santi, dei quali però doveva narrare le gesta non in modo bigotto, ma cercando di entrare nel loro animo, per rendere appieno tutta la loro natura di uomini. Fu così che nacquero i romanzi storici più famosi in cui gli eroi non sono santini, ma gente in carne e ossa che conquista per l’ardore con il quale trovarono la felicità nel Vangelo.
La morte lo colse quando finì di scrivere Founded on a Rock, poderosa storia della Chiesa “fondata sulla roccia”. Lo spunto gliel’aveva dato papa Pio XII che ricevendolo in udienza lo esortò a «scrivere la storia e la missione della Chiesa nel mondo». Puntò molto in alto, troppo per la critica letteraria, per la quale lui è rimasto solo l’astrologo. Ma scrisse mirando un cielo più grande.
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