7a Settimana di Pasqua
nell’immagine un dipinto di Ettore Tito
Il Proverbio del Giorno (1000 proverbi della Bibbia)
Il lavoro porta abbondanza. Le chiacchiere, miseria
Iniziamo la giornata pregando
La tua ascensione, Signore, mi colma di gioia perché comincia il tempo del mio impegno: tu, Signore mi hai affidato il tuo Vangelo, perché lo annunci su tutte le strade del mondo. Dammi la forza della fede, così che non mi vinca il timore, non mi fermino le difficoltà, non mi avvilisca l’incomprensione, ma sempre e dovunque, sia tua lieta notizia, rivelatore del tuo amore, come lo sono stati i martiri e i santi nella storia di tutti i popoli del mondo. Amen
Carlo Lwanga e 12 compagni
Tra il 1885 e il ‘87, in Uganda i cristiani subirono una violenta persecuzione: le vittime furono un centinaio e tra loro Carlo, bruciato vivo insieme a 12 compagni nel 1886. Carlo Lwanga, capo dei paggi reali, era stato battezzato dai Padri Bianchi, fondati dal cardinale Lavigerie. Inizialmente la loro opera, avviata nel 1879, venne ben accolta dal re Mutesa e dal successore Muanga, che però si fece influenzare dal cancelliere del regno e dal capo tribù e decise la soppressione fisica dei cristiani, alcuni dei quali uccise con le proprie mani.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Giovanni 16,29-33)
In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù: «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, verrà l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!». |
Riflessione Per Il Giorno (da: “I Miserabili” di Victor Hugo)
L’ex galeotto Jean Valjean, in libertà vigilata, bussa alla porta del Vescovo Myriel, chiedendo cibo e ospitalità: il vescovo lo nutre e gli lascia la camera da letto migliore.
«Voi siete buono, signor curato,» riprese l’uomo. «Non mi disprezzate, mi ricevete in casa vostra e accendete le vostre candele per me. Eppure non v’ho nascosto donde vengo, non v’ho nascosto che sono un disgraziato.» Il vescovo, seduto vicino a lui, gli toccò dolcemente la mano: «Potevate anche non dirmi chi eravate. Questa non è la mia casa, è la casa di Gesù Cristo; questa porta non chiede a colui che entra se abbia un nome, ma se abbia un dolore. Voi soffrite, avete fame e freddo: siate il benvenuto. E non state a ringraziarmi, non mi dite che vi ricevo in casa mia; poiché nessuno è qui in casa sua, se non colui che ha bisogno d’un asilo. Ve lo dico, a voi che passate, che qui voi siete in casa vostra più di me stesso. Tutto quello che è qui è vostro; che bisogno ho di sapere il vostro nome? Del resto, prima che me lo diceste, ne avevate già uno che conoscevo. L’uomo aperse due occhi stupiti.
«Davvero? Sapevate come mi chiamo?» «Sì,» rispose il vescovo «vi chiamate mio fratello.»
Valjean, incapace di dormire in un letto comodo dopo anni di prigione, si aggira per la casa e, trovata l’argenteria, la prende e fugge. La mattina seguente, i poliziotti catturano Valjean e lo portano dal vescovo. Questi ordina loro di rilasciare l’uomo, dicendo di aver regalato lui stesso all’ex prigioniero l’argenteria e non solo: rimprovera Valjean di essersi dimenticato di prendersi anche i candelabri e quando i poliziotti se ne vanno, il vescovo dice al ladro di usare quell’argento per redimersi e diventare un uomo onesto.
L’Intenzione del giorno
Preghiamo per le popolazioni africane afflitte da guerre civili e conflitti etnici
Don’t Forget! Le 100 immagini che hanno cambiato il mondo
Nel 1889 Parigi è il centro del mondo. La belle époque esalta il rito laico dell’Esposizione Universale e il 100° anniversario della Rivoluzione Francese. Per l’occasione l’ingegner Gustave Eiffel ha progettato una torre destinata a cambiare la storia della città e dell’architettura. Henri Roger Viollet era poco più che un ragazzo quando i lavori cominciarono: nato nel 1869 studiava ingegneria e amava fotografare. Con la sua macchina fotografica documentò ogni giorno la crescita della torre che sarà portata a termine in soli due anni. In questa foto però egli non rende omaggio alla verticalità della struttura ma si concentra sulla colossale base che fa da cornice al Dōme Central, cuore dell’Expo. Straordinario il contrasto fra la potenza delle strutture e l’eleganza delle figurine umano che popolano la base della torre, un vero e proprio incontro fra mondi diversi e una foto di grande suggestione.
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