Lunedì 3 luglio 2023

     

    XIII settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di Blaise Pascal

    “Gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l’ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai.”

     

    Preghiera Colletta

    Esulti la tua Chiesa, Dio onnipotente, nella festa del santo apostolo Tommaso; ci sostenga la sua protezione perché, credendo, abbiamo vita nel nome di Gesù Cristo, tuo Figlio, che egli riconobbe come suo Signore e suo Dio. Egli vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo di oggi

    Tommaso, chiamato Didimo cioè gemello, seguì Gesù che lo chiamò all’apostolato fin dai primi tempi della sua vita pubblica. Tommaso gli disse: «Signore, non sappiamo dove vai e come posiamo conoscere la strada?».

    Gesù gli rispose: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per me». Risorto Gesù dai morti, apparve agli Apostoli ma lui era assente e disse loro: “Se non vedo nelle sue mani i fori dei chiodi, e non metto il mio dito nel posto dei chiodi, e non metto la mia mano nel suo costato, non credo». Quando Gesù ricomparve in mezzo a loro, volgendosi all’incredulo discepolo disse: «Guardami e toccami, e non essere incredulo, ma fedele».

    Tommaso allora rispose: «Signor mio e Dio mio». Dopo la Pentecoste Tommaso portò il Vangelo tra i Persi e i Medi; evangelizzò pure i Parti, Ircani, i Battriani, gli Etiopici e gli Indiani. A Calamina furono riposte in una chiesa a Melapore in India in onore del grande Apostolo.

     

    Parola di dio del giorno Matteo 7,1-5

    Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

    Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

    Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

     

    Riflessione frammento di vita

    Nulla faceva pensare che il loro matrimonio si stesse sgretolando e quando l’uomo se ne rese conto, era ormai tardi. Chiusa in un rancore sordo e ostinato di cui il marito non riuscì mai a comprendere le ragioni, la moglie era riuscita a trasmetterlo anche all’unica figlia, così che isolato dal muro di ostilità e indifferenza innalzato dalle due, dopo aver tentato di recuperare il rapporto almeno con la figlia, lui decise di trasferirsi a vivere in un monolocale, rinunciando a tutto.

    Non si difese quando la versione di lei nella causa di separazione prevalse e determinò la perdita della casa, di parte dello stipendio e l’uscita dalla sua vita delle due persone più care. A chi gli chiedeva: “Perché non hai lottato almeno un po’?” rispondeva con un mezzo sorriso, un sospiro profondo e poche enigmatiche parole: “Voglio loro troppo bene per aggiungere altro dolore a quello già provato”.

    Ha continuato a vivere bene la sua vita e a compiere il suo dovere e, dopo la pensione, ha intensificato il volontariato e moltiplicato le beneficienze. Con l’aiuto del suo confessore, si è tracciato un itinerario spirituale, trovando, insieme all’umiltà e alla pazienza, anche una profonda serenità. “Non importa quanto tempo mi ci vorrà, ma sto cercando di riottenere per i meriti di Dio, ciò che mi è stato sottratto senza demeriti miei”.       

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per i sacerdoti del Patronato che in questi giorni hanno celebrato il loro anniversario di ordinazione sacerdotale.

     

    Don’t Forget! Personaggi famosi e veri credenti

    PIERRE TEILHARD DE CHARDIN 1881 – 1955

     

    Pierre Teilhard de Chardin nato nel 1981 in Auvergne da famiglia di stretta osservanza cattolica, 4° di undici figli, ed era entrato nella Compagnia di Gesù a 18 anni; aveva dovuto continuare gli studi in Inghilterra dopo l’espulsione dei gesuiti dalla Francia a inizio 1900, come conseguenza della “legge Combe”. Dieci anni dopo è ordinato sacerdote, si laurea in scienze naturali e nel 1915 è chiamato alle armi. 

    Dopo il conflitto insegna geologia all’Institut Catholique, l’università confessionale di Parigi; nel 1923 inizia la sua carriera di paleontologo che si dispiegherà sino al 1946, prevalentemente in Cina, dove scoprirà, nel 1929, il “Sinantropus”, a quel tempo il più antico antenato degli uomini; ma anche effettuerà spedizioni geologiche in Somalia, Cina, Asia. La fama di scienziato è accompagnata da quella di autore di temi spirituali (è impreciso definirlo teologo) in più di 380 scritti pubblicati, oltre numerosi testi ancora inediti.

     Teilhard è forse uno fra i maggiori mistici dei nostri tempi, anche se come filosofo gli è stata attribuita una grande attenzione da pensatori non soltanto cattolici, ma anche perplessità e riserve, come quelle espresse da Jacques Maritain nel libro “Il contadino della Garonna”. Il Sant’Uffizio, alcuni anni dopo la morte, ammonì sulla prudenza con la quale dovevano essere valutate le tesi del – così verrà definito dalla pubblicistica laica – “gesuita proibito”; un successivo, serio lavoro di esegesi ne ha rivalutato l’ortodossia.

    Già Paolo VI in più di un’occasione lo aveva citato nei suoi discorsi; Giovanni Paolo II, nella lettera pastorale “Dono e mistero”, del 1996, nel ribadire il legame tra il sacrificio “in persona Christi” e il mistero trinitario, scrive: “Anche per offrire ‘sull’altare della terra intera il lavoro e la sofferenza del mondo’, secondo una bella espressione di Teilhard de Chardin, si compie l’Eucaristia”. Benedetto XVI, da cardinale, aveva ammesso che uno dei documenti principali del Concilio Vaticano II, la “Gaudium et Spes”, fosse stato permeato dal pensiero del gesuita. 

    Henri de Lubac, protagonista del Concilio, gesuita e più tardi cardinale, in un passo della biografia dedicata a Teilhard, sostiene: “Uno dei suoi maggiori obiettivi è di abbattere ‘la barriera che, da 4 secoli, non aveva smesso di salire fra Ragione e Fede’, di portar rimedio alla ‘rottura’, sempre più grave dal Rinascimento in poi, fra il ‘naturalismo’ che allontana il secolo dalla Chiesa ‘e la Chiesa che anatematizza il secolo’: situazione infelice e tanto più paradossale in quanto Scienza e Rivelazione gli sembra non possano ‘sussistere entrambi se non nel movimento che le porta, l’una e l’altra, all’incontro”. 

    Chi lo conobbe lo descrive come un uomo di grande pazienza, capace di interrompere un lavoro scientifico impegnativo per ascoltare chi gli chiedesse un consiglio, un aiuto, una consolazione. Diceva: “Non si sa mai…”.

     

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