Lunedì 3 novembre 2025

     

    31.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 3 novembre…

    644 – ʿOmar ibn al-Khaṭṭāb, 2° califfo dell’islam, è assassinato a Medina da uno schiavo

    1534 – Enrico VIII d’Inghilterra promulga l’Act of Supremacy che provoca la rottura con Roma e la scomunica papale.

    1903 – Con l’incoraggiamento degli Stati Uniti, Panama si proclama indipendente dalla Colombia

    1918 – L’Impero austro-ungarico firma a Villa Giusti, presso Padova, l’armistizio con l’Italia.

    1957 – L’Unione Sovietica lancia nello spazio lo Sputnik 2, con a bordo la cagnetta Laika.

     

    Aforisma di Gesualdo Bufalino

    «Inquilini della terra, non è carino che ci diamo tante arie di proprietari».

     

    Santo del giorno

    Nasce a Lima nel 1579. Suo padre è l’aristocratico spagnolo Juan de Porres, che non vuole riconoscerlo, perché la madre è un’ex schiava nera. Nominato governatore del Panama, il padre lascia Martino alla madre, coi mezzi per farlo studiare. Martino diventa allievo di un barbiere-chirurgo, ma vorrebbe entrare fra i Domenicani, che hanno fondato a Lima il loro 1° convento peruviano: come mulatto viene accolto solo come terziario e gli vengono assegnati compiti umili.

    Quando i Domenicani ne avvertono l’energia interiore lo accolgono come fratello cooperatore. Martino de Porres offre così in Perù un esempio di vita esemplare. Vengono da lui per consiglio il viceré del Perù e l’arcivescovo di Lima, trovandolo tra poveri e malati. Quando a Lima arriva la peste, cura da solo i 60 confratelli. Per tutti è l’uomo dei miracoli: fonda a Lima un collegio per bimbi poveri, il primo del Nuovo Mondo. Guarisce il vescovo di Messico, che vorrebbe condurlo con sé. Ma Martino muore a Lima. È il 1639.

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente e misericordioso, tu solo puoi dare ai tuoi fedeli il dono di servirti in modo lodevole e degno; fa’ che corriamo senza ostacoli verso i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen

     

    Parola di dio Luca 14,12-14

    In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Chi come me ha una certa età non può non lamentare il fatto che il nostro tempo abbia disumanizzato la morte censurandola (spariscono le tombe) irridendola (halloween) ignorandola (“la morte non esiste, se c’è lei non ci sono io; e se ci sono io non c’è lei”). Noi infatti abbiamo vissuto tempi in cui era ancora possibile salutare chi affrontava l’ultimo viaggio: nostra mamma ci raccontava che la nonna agonizzante a un certo punto le aveva detto: “Lasciami andare: vedo tuo padre che viene a prendermi”.

    Da prete poi ho sperimentato come la speranza segnasse tanti decessi: “Quando arrivi, salutami papà e mamma” aveva sussurrato la sorella alla moribonda che le rispose di sì con un cenno del capo. Nella stanza piena di gente il malato agitava la mano indicando un punto preciso: un parente capì e fece spostare tutti così che l’altro potesse vedere sul comò la foto della mamma e il crocifisso: lui sorrise e spirò. Mi avevano chiamato per un olio santo: “Uscite tutti che devo confessarmi” disse l’anziana a figli e parenti.

    Rimasti soli fece: “Ho dovuto fingere di star molto male, perché questi mi avrebbero fatto morire senza sacramenti”. In un’altra occasione un signore mi confessò: “Il medico m’ha detto che mi restano pochi mesi di vita. Mi aiuterebbe a preparami a morire bene?”. Nei giorni dei morti infine noi si andava tutti (bambini compresi) al cimitero a pulire le tombe, ad adornarle di fiori, ad accendere lumini, a pregare e tutti capivamo che quei morti erano più vivi di noi.

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo per i sacerdoti defunti del Patronato da don Bepo a don Bracchi morto quest’anno. 

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    LOVIS CORINTH: “CHARLOTTE CORINTH ALLA TOELETTA”

    1911 – olio su tela – 120 × 90 cm – Hamburger Kunsthalle, Amburgo Germania

    Nel 1903 l’artista tedesco Lovis Corinth (1858-1925) sposò Charlotte Berend, studentessa della scuola di pittura da lui fondata. La ragazza di 22 anni più giovane, ne divenne musa ispiratrice e gli diede 2 figli. Il suo dipinto “La moglie dell’artista al tavolo da toeletta” si distingue per lo stile pittorico impressionista e per la composizione dettagliata e attenta. Raffigura la moglie dell’artista seduta a un tavolo da toeletta, mentre un parrucchiere a domicilio le acconcia i capelli.

    Charlotte è circondata da oggetti di tutti i giorni come profumi, gioielli e spazzole. La composizione del dipinto è impressionante, con grande attenzione ai dettagli in ogni oggetto e nell’espressione della donna. La luce naturale entrando dalla finestra illumina la scena e crea un’atmosfera calda e accogliente. Anche l’uso del colore è notevole, con toni morbidi e caldi che creano una sensazione di tranquillità e serenità. Pure la storia dietro il dipinto è interessante: Corinth dipinse questo lavoro nel 1903, quando sua moglie Charlotte era incinta del secondo figlio e riflette l’intimità e il rapporto tra l’artista e sua moglie, ed è un esempio del modo in cui l’arte può essere usata per catturare momenti di vita quotidiana.

    Si dice che Corinth abbia dipinto questo quadro in una singola sessione di sei ore, il che dimostra la sua abilità e il suo talento come artista. In sintesi, “La moglie dell’artista al tavolo da toeletta” è un’opera d’arte che si distingue per lo stile artistico, la composizione dettagliata e l’uso del colore. La storia dietro il dipinto e gli aspetti poco conosciuti lo rendono ancora più affascinante e la rende un’opera d’arte che vale la pena contemplare e ammirare.

     

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