lunedì 30 agosto ’21

     

    22.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Audi, vide, tace, si tu vis vivere 

    Ascolta, guarda e stai zitto (taci) se vuoi vivere.

     

    Preghiera del giorno

    Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell’ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace.

    Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all’unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen.

     

    Santo del giorno

    SANTI FELICE E ADAUTTO: Le più sicure notizie su di loro provengono da S. Damaso che ci dice che Felice ed Adautto erano fratelli e subirono il martirio.

    Probabilmente ciò accade sotto Diocleziano ed essi furono sepolti in una cripta del cimitero di Commodilla, presso S. Paolo fuori le mura.

    Tale cripta possiede uno dei più antichi affreschi paleocristiani nel quale i due martiri sono insieme ai Ss. Pietro, Paolo e Stefano.

    Secondo una leggenda del VII secolo, invece mentre il presbitero Felice veniva condotto al supplizio, uno sconosciuto si presentò dichiarando di volerne condividere la sorte.

    I due vennero decapitati e poiché il nome dello sconosciuto rimase ignoto fu chiamato “adauctus” (aggiunto), dai cui Adautto.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 4,16-30

    Gesù venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere.

    Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».

    Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

    Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?».

    Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”».

    Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone.

    C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naaman, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.

    Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

     

    Riflessione del giorno

    Che cosa diventa un presuntuoso, spogliato della sua presunzione? Provate a levare le ali a una farfalla: non resterà che un verme.

    L’immagine della farfalla rimanda a: “Le massime e i pensieri” opera postuma (1795) di uno scrittore francese illuminista moderato, Nicolas de Chamfort.

    Egli trasforma questo grazioso lepidottero in un simbolo del presuntuoso che si pavoneggia nella sua vanagloria, volteggiando in mezzo agli altri che apparentemente lo ammirano.

    Ma, togliete le ali alla sua boria altezzosa, ed eccolo ridotto a un verme, come appunto accade alla farfalla privata del suo ornamento più attraente.

    Se vogliamo stare ancora nel simbolismo animale, è curiosa un’altra considerazione destinata al presuntuoso da una scrittrice inglese dell’Ottocento nota con lo pseudonimo maschile di George Eliot: «È come un gallo convinto che il sole sorga per ascoltarlo cantare».

    Superbia e vanità s’intrecciano e lambiscono un po’ tutti, senza mai avvertirci che in agguato c’è il ridicolo. Se non saremo umili — ammoniva, infatti, un altro autore francese, Julien Green — Dio farà di noi degli umiliati. Vermi senza ali, appunto.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché Dio ci insegni l’umiltà, la sola virtù che innalza fino a Lui e ci aiuti ad evitare la superbia e la presunzione che prima o dopo ci umiliano.

     

    Don’t forget! Foto storiche

    Un mendicante rincorre la carrozza che trasporta re Giorgio V d’Inghilterra sperando (inutilmente?) in un’elemosina. Londra, 1920.

     

     

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