XXXI Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Vladimir Nabokov
La vita è una grande sorpresa. Non vedo perché la morte non potrebbe esserne una più grande.
Preghiera del giorno dai Salmi
Dal profondo a Te grido, Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: perciò avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella tua parola.
L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Santo del giorno
S. Volfango di Ratisbona
Nato nel 924 da famiglia stimata ma povera a Pfullingen, studiò nel monastero sull’isola di Reichenau, nel lago di Costanza. A Einsiedeln, in Svizzera, divenne monaco, prete e poi vescovo di Ratisbona. Dal vescovo di Passau, fu proposto come vescovo di Ratisbona, ma l’imperatore e i rappresentanti del clero dubitavano che fosse in grado di svolgere tale compito.
Secondo la tradizione, uno dei dubbiosi si ammalò e Volfango lo guarì miracolosamente. Impressionato, l’imperatore Ottone II, nel 972, lo nominò vescovo di Ratisbona. Nei 22 anni che seguirono si rivelò pastore buono e attento.
Riformò i monasteri che già esistono, ne fondò di nuovi, stimolò la religiosità del popolo e si prese cura di poveri e malati. Morì a 70 anni il 31 ottobre 994, nel corso di un viaggio in Austria.
Parola di Dio del giorno Luca 14,12-14
Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Che il mondo dei bambini sia misterioso e sorprendente, me lo ha confermato la visita in Bolivia alla Ciudad de los Niños che accoglie circa 200 minori dai pochi mesi ai 18 anni. Qualche giorno dopo il nostro arrivo, Fulvio, il direttore ha riunito i più piccoli (asilo ed elementari) nel salone per un po’ di festa, invitandoli a dare un “abrazo de bienvenida al padrecito”.
Non aveva ancora terminato di parlare, che sono stato fatto oggetto dell’improvviso assalto di decine di bimbi e bimbe che mi hanno travolto e son dovute intervenire le signore che fan da mamme, a salvarmi da quello tsunami affettivo.
Solo un bimbo di 3/4 anni mi si è seduto in grembo e non ha voluto saperne di raggiungere gli altri; non solo, ma si è messo anche a toccarmi la faccia come se si trattasse di un territorio inesplorato non risparmiando niente: testa, orecchie, naso, occhi…
Dopo essersi lamentato della barba (“punge!” ha notato) mi ha rivolto una di quelle domande che i genitori conoscono bene e a cui spesso è impossibile rispondere: “Perché tu non hai i capelli sulla testa, ma li hai nelle orecchie e nel naso?”. È vero che di boliviani calvi non se ne vedono in giro, ma è altrettanto vero che -come dice il saggio- non tutte le domande esigono una risposta. E poi in questo caso è bastata una caramella.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché oggi riusciamo a dare tempo, esempi e cuore a chi il Signore ci farà incontrare.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
CARL SPITZWEG: IL TOPO DI BIBLIOTECA
Circa 1850 – olio su tela – 49 x 27 cm – Museum G. Schafer – Schweinfurt Germania
Carl Spitzweg (1808-1885) è detto anche l’Hogart tedesco. La sua pittura di genere su piccola scala ritrae la vita del ceto medio tedesco nel secolo XIX con ironia e maestria tecnica appresa dai maestri olandesi.
Spitzweg cominciò a dipingere durante il Biedermeier, periodo artistico che dominò dopo la sconfitta di Napoleone nel 1815 e che considerava le scene semplici di vita quotidiana soggetti degni di essere rappresentati. Gli artisti del Biedermeier tedesco preferivano gli agi, la stabilità e la realtà domestica agli alti concetti politici e si rivolgevano soprattutto alla classe media emergente.
Questo dipinto è diventato un esempio (assai copiato e citato) dell’eccentricità libresca: un anziano accademico traballa su una scala assorto fra gli imponenti scaffali e immerso nella luce dorata così amata dal pittore. Il “topo” è vestito con calzoni à la française, ormai fuori moda all’epoca del dipinto e una redingote da cui pende un grande straccio bianco, destinato a spolverare la polvere dei libri vecchi e poco consultati.
Concentrato sulla lettura di un libro, ha nella mano destra un secondo libro, mentre un terzo è incuneato sotto il braccio sinistro e un quarto stretto tra le ginocchia. La targa in alto riporta la scritta “Metafisica” e in basso a sinistra, si intravede un globo celeste. Quest’opera è considerata una amabile presa in giro delle boriose aspirazioni di certi dotti e intellettuali che a forza di studiare finiscono per essere fuori dal mondo.
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