Lunedì 4 luglio 2022

     

    XIVA settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Nicolás Gómez Dávila

    La volgarità nasce quando si perde l’autenticità. L’autenticità si perde quando la cerchiamo.

     

    Preghiera del girono 

    Il Dio della pace benedica e custodisca la nostra famiglia. Ci renda capaci di fare la sua volontà in tutte le nostre azioni e accresca in noi ciò che gli è gradito.

    Il Signore provvidente e misericordioso doni acqua alla terra assetata e pace al mondo in conflitto; sconfigga le pandemie ed elimini dal nostro animo i mali e perdoni i peccati. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nacque a Saragozza, in Aragona (Spagna), nel 1271. Figlia del re di Spagna Pietro III a soli 12 anni venne data in sposa a Dionigi, re del Portogallo, da cui ebbe due figli.

    Fu un matrimonio travagliato dalle infedeltà del marito ma Elisabetta svolse opera pacificatrice in famiglia e, come consigliera del marito, riuscì a smorzare le tensioni tra Aragona, Portogallo e Spagna. Alla morte del marito donò i suoi averi ai poveri e ai monasteri, diventando terziaria francescana.

    Dopo un pellegrinaggio al santuario di Compostela, in cui depose la propria corona, si ritirò nel convento delle clarisse di Coimbra, da lei stessa fondato. Dopo la morte avvenuta nel 1336 ad Estremoz in Portogallo, il suo corpo fu riportato al monastero di Coimbra. Nel 1612 lo si troverà incorrotto, durante un’esumazione. Fu canonizzata a Roma da Urbano VIII nel 1625.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 9,18-25

    In quel tempo giunse uno dei capi, si prostrò dinanzi a Gesù e gli disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.

    Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata».

    E da quell’istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione».

     

    Riflessione del giorno

    Ci sono certe cose dove l’occhio femminile vede sempre più acutamente di cento occhi maschili.

    Un proverbio orientale dichiara che «gli uomini si innamorano con gli occhi, le donne con le orecchie» e in questo rivelano più intelligenza. Infatti, gli occhi si fermano alla pelle, alla superficie della persona, mentre gli orecchi colgono i discorsi, i ragionamenti, i pensieri e, quindi, le qualità della mente e dell’anima.

    A proposito di occhio femminile ho trascritto una battuta del dramma Il libertino dell’autore tedesco settecentesco Gotthold Ephraim Lessing. La sua è un po’ l’esaltazione di quello che Giovanni Paolo II ha chiamato «il genio femminile», che è soprattutto una più intensa capacità intuitiva.

    Gli occhi in questione sarebbero, quindi, quelli dell’anima che sanno perforare la realtà e penetrare in profondità, scavando anche il recondito, il mistero, il segreto ultimo delle cose e delle persone. È, questo, un dono prezioso che anche noi maschi dovremmo sforzarci di acquisire attraverso una maggiore introspezione e sensibilità, arricchendo di qualche diottria in più la nostra vista interiore.

    Ho voluto comporre oggi un «Mattutino» al femminile, anche come augurio a tutte le donne che portano il nome di Anna, la madre di Maria, stando almeno ai Vangeli apocrifi. Un nome che in ebraico è l’abbreviazione di “Giovanna” e che rimanda alla “grazia” divina donata alla creatura.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo perché la Madonna ci liberi dalla pandemia, dalla siccità e dalle guerre.

     

    Don’t Forget! Vite straordinarie

    Madeline stuart Modella 1996

    “MUM, ME MODEL” (mamma, io modella) tre brevi parole, confidate alla mamma, hanno dato vita al sogno di Madeline. Da quel giorno sono passati tre anni: Madeline Stuart oggi pesa venti chili in meno, ha una sua scuola di danza, è stilista, modella ma soprattutto “modello” per migliaia di persone.

    Perché, portando il suo sogno fino alla passerella, ha dimostrato che la bellezza non ha confini né canoni. E che il numero di cromosomi non conta. Madeline infatti ha la sindrome di Down, vent’anni e coraggio da vendere: perché ci vuole coraggio per difendere il proprio sogno.

    Il suo era quello di diventare una top model. Si trovava bella, ma era sovrappeso e aveva i tratti somatici tipici di chi ha questa anomalia genetica: in parole semplici, una copia in più del cromosoma 21. I chili li ha persi, buttati giù con fatica e tenacia. I cromosomi sono ancora tutti lì, ma non sono riusciti a tarparle le ali che sentiva di avere.

    E che sbatte con forza con l’aiuto della mamma, sempre presente al suo fianco. È stata proprio lei, la madre, a “lanciarla” nel mondo: a partire dai social, dove tutto ebbe inizio, con una foto di Madeline prima e dopo la cura dimagrante. In pochi giorni, quella foto fu vista quasi sette milioni di volte. E Madeline divenne presto famosa: oggi viene chiamata in tutto il mondo per sfilare e testimoniare. Non dice quasi nulla.

    Però quando posa, seguendo (o no) le istruzioni del fotografo di turno, di fronte a un pubblico o a un obbiettivo, Madeline sprigiona carisma e vitalità. Il suo viso e il suo corpo parlano al posto della voce: e il mondo la capisce. Lo dimostrano i tanti riconoscimenti che in pochi anni ha ricevuto, tra cui il premio Model of the year 2015.

    All’inizio del 2017 ha lanciato la sua linea di moda, 21 Reasons Why. È un tributo al sogno che ancora le resta da realizzare pienamente: il riconoscimento della bellezza e della potenzialità di ogni essere umano, senza limiti o pregiudizi.

     

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