XXII settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Agostino
Meglio zoppicare sulla strada giusta che correre sulla strada sbagliata.
Preghiera Colletta
Dio onnipotente, unica fonte di ogni dono perfetto, infondi nei nostri cuori l’amore per il tuo nome, accresci la nostra dedizione a te, fa’ maturare ogni germe di bene e custodiscilo con vigile cura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Pronipote di Carlo Martello (688-741), fu allevata alla corte di Carlo Magno (768-814). Unica di 5 figli a non intraprendere la vita religiosa, era felicemente sposata con Ecberto di Sassonia, da cui ebbe 5 figli, di cui tre scelsero la vita religiosa. In età ancora molto giovane, assistette Ecberto che soffrì di una lunga malattia, fino alla morte.
Rimasta vedova, si preoccupò di sistemare i figli e poi cominciò a condurre una vita di preghiera e sacrificio. Quando suo figlio Warin diventò monaco a Corvey, Ida lasciò la sua casa per trasferirsi nel castello di Hofstdt, dove fece costruire una piccola cappella privata, donando la maggior parte delle rendite delle sue proprietà ai poveri.
Verso la fine della vita, soffrì di una malattia persistente e dolorosa, che sopportò con pazienza. Si pensa sia morta il 4-9-825. Fu seppellita vicino a suo marito a Herzfeld nel cimitero del convento che là aveva fondato. Nel 980 le reliquie furono trasferite e lasua tomba diventò meta di pellegrinaggio; è invocata in particolare dalle donne incinte.
Parola di Dio del giorno Luca 4,16-30
Gesù venne a Nazareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naaman, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.».
Riflessione frammenti di vita
Arrivato in Italia più o meno 6 anni fa a soli sedici anni, attraverso la trafila consueta (Africa sub-sahariana, deserto, Libia, barcone e Lampedusa) era giunto a Bergamo e quindi al Patronato, dove si era dato subito da fare imparando la nostra lingua, frequentando le scuole fino a conseguire il diploma di 3.a media e, una volta avuto il permesso di soggiorno, ha lavorato di giorno e studiato di notte per fare la patente e trovare più facilmente un impiego.
Dopo averlo trovato, ha fatto di tutto per non perderlo (e i datori di lavoro si sono guardati bene dal perdere lui) il che gli ha permesso in soli tre anni di dare alla famiglia in Africa la prima casa nuova e di proprietà della loro vita. Qualche giorno fa mi ha detto: “Domani vado al mio paese a sposarmi”. Gli chiedo: “Ma tu quanti anni hai?”. “Ventidue” risponde. “E la tua ragazza?”. “Diciannove”.
Partito che era adolescente dal suo paese, vi torna sei anni dopo che è un uomo. “Ho fatto tutto contando –sono parole sue- su Dio, su me stesso e sull’affetto della mia famiglia”. A differenza di noi occidentali, uno così sa chi è e non ha paura di decidere, perché lui crede nella vita e vuole che essa abbia un futuro.
Intenzione di Preghiera
Preghiamo perché la ripresa della vita ordinaria dopo le vacanze avvenga nel segno della buona volontà e dell’impegno a fare bene tutte le cose.
Don’t Forget!
Grandi personaggi e autentici cristiani
SIGRID UNDSET
PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA
1882-1949
Nata a Kalundborg il 20-5-1882, nell’attuale Danimarca, si trasferì con la sua famiglia a Oslo (allora Cristiania, quando aveva due anni. A 11 anni perse il padre Ingvald. Per le difficoltà economiche fu costretta a lasciare la scuola che frequentava e si iscrisse a scuole di livello inferiore, finalizzate alla formazione professionale, che le fruttarono, nel 1897, un impiego presso il rappresentante locale della AEG. Nel frattempo cominciò a scrivere: nel 1902 presentò un romanzo storico ad un editore, ma fu rifiutato.
Nel 1907, invece, riuscì a pubblicare La signora Marta Oulie, un romanzo di genere sentimentale che ebbe un discreto successo. Nel 1909 lasciò l’impiego ed effettuò alcuni viaggi, visitando la Germania e l’Italia. Nel 1912 si sposò con Anders Svarstad, pittore norvegese, da cui ebbe tre figli. Il matrimonio si rivelò un fallimento: nel 1919 si separarono e nel 1925 divorziarono. Fra il 1920 e il 1922 fu pubblicato, in tre parti, il suo capolavoro: Kristin, figlia di Lavrans, romanzo storico in tre parti: La ghirlanda (1920), La signora di Husaby (1921) e La croce (1922) che narra la vita di una donna in Scandinavia durante il Medioevo.
Durante un viaggio a Montecassino, nel 1925, annunciò di aver abbracciato la fede cattolica e poi scrisse un saggio intitolato Propaganda cattolica. Nel 1928 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Poiché era attenta osservatrice della società fu uno dei primi intellettuali ad accorgersi della gravità dello svilupparsi del nazismo e ad esporsi pubblicamente contro tale ideologia.
Per questo motivo, quando la Norvegia fu invasa dai tedeschi, fu costretta alla fuga: raggiunse gli Stati Uniti viaggiando verso Oriente, attraverso la Russia e il Pacifico, e si stabilì a New York. Il figlio Anders morì in guerra. Nel 1945 rientrò in patria, a Lillehammer, dove si dedicò soprattutto alle biografie dei santi fino al 1949, anno della sua morte.
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