2a settimana di Quaresima
Aforisma di Gabriel Garcìa Marquez
“Il segreto per invecchiare bene è aver fatto un patto di onestà con la solitudine.”
Preghiera del giorno
O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per avere la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
S. ROSA da VITERBO
Viterbo, 1233/34 – Viterbo, 6 marzo 1251/52. Rosa, nata da famiglia di modeste condizioni, a 17 anni entrò nell’ordine delle terziarie dopo aver avuto una visione.
In questo periodo fece diversi pellegrinaggi e soprattutto una dura penitenza. Mentre si faceva intensa la guerra tra Guelfi e Ghibellini insieme alla famiglia fu esiliata: tornò in patria dopo la morte di Federico II, ma la sua vita fu assai breve.
Sulla sua morte non si sa praticamente nulla solo che alcuni anni più tardi il suo corpo è stato ritrovato intatto. Mai proclamata beata o santa canonicamente, è sempre però stata considerata Santa dalla gente, e così venerata anche dai Pontefici.
Parola di dio del giorno Luca 6,36-38
Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Riflessione don Andrea Lonardo
Uno degli inni dei vespri, che ancora leggiamo, dice: «Ecco il sole scompare all’estremo orizzonte;
scende l’ombra e il silenzio sulle fatiche umane»: tale inno si cantava alle 18.00 o alle 19.00, prima della cena, per poi recitare Compieta e andare a dormire.
La cena segnava l’ingresso nella notte e la fine di ogni lavoro, l’ingresso nel silenzio e nel buio della notte, con la gratitudine per tutto il giorno già trascorso. Ebbene oggi, a quell’ora, per una parrocchia, comincia – quasi! – la vita parrocchiale.
Le riunioni iniziano alle 19.00, poi alle 21.00, le conferenze in centro città sono spesso alle 19.45. Poi ci sono i saluti dei giovani, le cene di lavoro, gli incontri dei catechisti e degli animatori. “L’ombra e il silenzio sulle fatiche umane” calano verso le 24.00 o più tardi ancora, se si deve scrivere, mandare mail, telefonare e decidere questioni.
La scomparsa del riposo che iniziava subito dopo la cena condiziona a sua volta il mattino, l’ora di levata, la disposizione verso il lavoro che inizia al mattino. Questo è parte del dramma moderno, della vita non naturale che tutti viviamo. È un eroe chi si alza ancora al mattino molto presto, dopo essere andato a dormire all’1 di notte.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per i bambini che troppo spesso solo le vittime innocenti delle ingiustizie e violenze commesse dagli adulti.
Don’t forget! S. Ildegarda di Bingen
Certi vescovi tedeschi non la sopportano. Ildegarda, decima figlia dei nobili Vermessheim, con la voce e con gli scritti s’immischia in problemi come la riforma della Chiesa e la moralità del clero. E poi ne discute pure con maestri di teologia. Ma sono cose da monaca? La sua risposta è sì. Sono cose da donna e da monaca.
Nel monastero di Disinbodenberg i suoi l’hanno portata all’età di 8 anni, come scolara. Poi è rimasta lì, prendendo i voti con la guida della grande badessa Jutta di Spanheim; e nel 1136 l’hanno chiamata a succederle. Dal suo primo monastero ha poi diretto la fondazione di altri due nell’Assia-Palatinato; quello di Bingen (dove si trasferisce nel 1147) e quello vicino di Eibingen, fondato nel 1165.
In occasione della festa della donna l’8 di marzo, dedichiamo il ritratto del personaggio della settimana a una delle più interessanti e significative personalità della storia della Chiesa:
S. Ildegarda di Bingen
1098-1179
Questa è l’Ildegarda organizzatrice. Poi viene l’Ildegarda ispirata, la mistica, quella di tutte le sorprese. Ha visioni, riceve messaggi e li diffonde con gli scritti. Dopo le prime esperienze mistiche, ne ha scritto a Bernardo di Chiaravalle, e non poteva trovare miglior consigliere. Bernardo non s’inalbera, come quei vescovi tedeschi, di fronte a una donna che discorre del cielo e della terra.
Anzi, la capisce e le fa coraggio, aiutandola pure a non perdere la testa: le vicende soprannaturali non dispensano dal realismo e dall’umiltà. ldegarda diffonde racconti delle sue visioni; e, in forma di visione, tratta argomenti di teologia, di dogmatica e di morale, aiutata da una piccola “redazione”. Esaltando le “opere di Dio”, include tra esse le piante, i frutti, le erbe: e la sua lode si traduce in un piccolo trattato di botanica.
Ma soprattutto Ildegarda insegna a esprimere l’amore a Dio attraverso il canto. Con ogni probabilità è la prima donna musicista della storia cristiana. Suoi i versi, sua la melodia, prime esecutrici le monache di Bingen; poi quelle di Eibingen, e di tanti altri monasteri benedettini. Ma non stiamo raccontando qui una storia antica: la musica di Ildegarda, dopo novecento anni, si fa nuovamente sentire ai tempi nostri, ripresa e divulgata dall’industria discografica.
Ildegarda vive e lavora fino alla sua età più tarda, sognando una Chiesa formata tutta di “corpi brillanti di purezza e anime di fuoco”, come le sono apparsi in una visione; e liberata dall’inquinamento di altri cristiani che le sono pure apparsi: “corpi ripugnanti e anime infette”. Tra i grandi artefici di purificazione nel mondo cristiano, bisogna mettere in primo piano anche questa donna appassionata. Dopo la morte si era avviato un processo di canonizzazione, che però è stato interrotto. Ma il culto è continuato. Ancora nel 1921 è nata in Germania la congregazione delle Suore di Santa Ildegarda.
IL DEGARDA DI BINGEN
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