Lunedì 6 ottobre 2025

     

    27.a settimana tempo ordinario

     

    Avvenne il 6 ottobre

    3761 a.C. – inizia l’anno 1 del calendario ebraico.

    1499 – Luigi XII di Francia occupa la città di Milano

    1924 – In Italia iniziano le prime trasmissioni radiofoniche

    1927 – Esce Il cantante di jazz, il primo film sonoro.

    1956 – Il medico polacco Albert Bruce Sabin scopre il vaccino per la poliomielite

    1973 – Scoppia la guerra del Kippur.

    1981 – Viene ucciso il presidente egiziano Anwar al-Sadat.

     

    Aforisma dal Vangelo 

    “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”.

     

    Santo del giorno

    Nato in Germania nel 1030 e vissuto poi tra il suo Paese, la Francia e l’Italia, dove morì nel 1101, Bruno, professore di teologia e filosofia, sceglie la strada della vita eremitica. Trova così sei compagni che la pensano come lui e il vescovo Ugo di Grenoble li aiuta a stabilirsi in una località selvaggia detta «chartusia» (chartreuse in francese). Lì costruiscono un ambiente per pregare insieme e 7 baracche dove ognuno vive pregando e lavorando.

    Quando Bruno insegnava a Reims, un suo allievo era il benedettino Oddone di Châtillon. Nel 1090 diventa Papa (Urbano II) che lo sceglie come consigliere. Ottiene da lui riconoscimento e autonomia per il monastero fondato presso Grenoble, poi noto come Grande Chartreuse. In Calabria nella Foresta della Torre fonda una nuova comunità e poi a poca distanza, costruirà un altro monastero per la vita comunitaria. È il luogo presso il quale sorgeranno poi le prime case dell’attuale Serra San Bruno.

     

    Preghiera Colletta

    Dio onnipotente ed eterno, che esaudisci le preghiere del tuo popolo oltre ogni desiderio e ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Parola di dio Luca 10,25-37 

    Un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?».

    Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione.

    Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

     

    Riflessione don Arturo Bellini commenta don Bepo

    «Piacciamo noi a Dio – verginitas humilibus placuit – humilitate concepit. Quando Dio ci onora, noi siamo turbati. Quando Dio ci mostra il cammino seminato di eroi: Fiat mihi secundum verbum tuum. Il completo abbandono nelle mani di Dio e Dio ha tanto amato la Vergine – quanto noi siamo fortunati d’averla madre». don Giuseppe Vavassori (25/3/1933). 

    Un figlio ama sempre la propria mamma. Così è stato per don Bepo Vavassori ha provato per la Madonna un amore del tutto particolare, un filiale affetto espresso in una straordinaria devozione. La sua ordinaria invocazione: «Madre di Dio Maria tu sei la mamma mia» è diventata la preghiera che gli ex allievi non hanno mai dimenticato. Una preghiera litanica semplice per tutti i tempi e momenti e per ogni situazione soprattutto quelle più tribolate.

    Come per altro suggerisce anche S. Bernardo in una nota esortazione: «Se insorgeranno i venti delle tentazioni se incorrerai negli scogli delle tribolazioni Guarda la stella invoca Maria. Se sarai sbattuto dalle onde della superbia, e dell’ambizione, della detrazione, della rivalità aspra guarda la stella, invoca Maria. Tu che capisci come in questo scorrere del tempo siamo come naufraghi sbattuti tra tempeste e marosi piuttosto che gente che cammina sulla terra solida, non distogliere lo sguardo da questa stella.

    Se non vuoi essere travolto dalle tempeste, se l’iracondia, o l’avarizia, o il desiderio disordinato avranno sconquassato la navicella della tua mente, guarda la stella, invoca Maria. Se turbato dalla grandezza dei tuoi delitti, confuso dalla coscienza del tuo grande errore, atterrito dal terrore del giudizio divino, Incomincerai ad essere inghiottito nel baratro della tristezza e nell’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nelle cose dubbie, pensa a Maria, invoca Maria.

    Seguendo Lei, non sbagli strada Pregando Lei, non sarai disperato. Pensando Lei, non cadi in errore Se Lei ti tiene, non cadrai. Se Lei ti protegge, non avrai paura Se Lei ti guida, non ti stancherai. Se Lei ti è propizia, giungerai alla meta».

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo con tutte le forze affinché abbia fine l’orribile situazione in cui Israele sta costringendo a vivere la gente di Gaza e gli spiragli di pace aprano alla speranza gli abitanti della striscia. 

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli…

    UMBERTO BOCCIONI: RISSA IN GALLERIA

    1910 Olio su tela ruvida, 76 x 64 cm, Pinacoteca di Brera Milano

    Umberto Boccioni (1882-1916) realizzò questo dipinto un anno dopo che Filippo Tommaso Marinetti aveva redatto il Manifesto del Futurismo un documento carico di energia e aggressività in cui abbondavano termini come lotta, schiaffo, disprezzo…La stessa violenza è evidente in questo quadro che mostra un vasto gruppo di esponenti dell’alta società in preda a un attacco di isteria nella più famosa galleria commerciale di Milano.

    l quadro rappresenta due donne che si azzuffano all’uscita di un caffè, creando intorno a loro un vortice di curiosi. In questo dipinto proprio la stessa borghesia, che si scandalizzava per i provocatori spettacoli teatrali messi in scena dai futuristi, viene a sua volta messa in ridicolo. Alla scena il pittore sembra quasi assistere con divertito distacco, sottolineato dal punto di vista dall’alto verso il basso, come se la guardasse da una finestra del primo piano.

    A pochi anni di distanza dalle tranquille vedute cittadine o campestri del tardo Ottocento italiano e francese, Boccioni propone polemicamente questa scena in cui Boccioni prende spunto da un episodio di cronaca per celebrare l’elemento principale della modernità: l’elettricità, innovazione che muta radicalmente tempi e ritmi della vita urbana, allungandoli e arricchendoli di opportunità soprattutto nelle ore notturne. 

    Densa di dinamismo futurista, l’atmosfera vivace e coloratissima della galleria appare permeata da un vorticoso turbinio di luci, giocate in risalti e contrasti cromatici con le ombre, a velocizzare lo scatto nervoso e la gestualità concitata dei corpi. La libertà dagli schemi tradizionali della pittura si esprime con pennellate fatte di colpi rapidi e sicuri, e con colori sfolgoranti, da caleidoscopio. 

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