Lunedì 7 agosto 2023

     

    XVIII settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di S. Gaetano da Thiene

    “Non col fervore degli affetti, ma col fervore degli effetti (delle buone opere) si purificano le anime”.

     

    Preghiera del giorno

    Mostra la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce creatore e guida; rinnova l’opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Gaetano di Thiene

    Gaetano nacque a Vicenza dalla nobile famiglia dei Thiene nel 1480, e fu battezzato con quel nome a ricordo di un suo celebre zio che si chiamava così perché era nato a Gaeta. Protonotario apostolico di Giulio II, lasciò sotto Leone X la corte pontificia maturando, specialmente nell’Oratorio del Divino Amore, l’esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi.

     È stato un vero e proprio restauratore della vita sacerdotale e religiosa, ispirata al discorso della montagna e al modello della Chiesa apostolica. Devoto del presepe e della passione del signore, fondò (1524) con Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (Teate), poi Paolo IV (1555-1559), i Chierici Regolari Teatini. Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come il santo della provvidenza.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 14,22-36

    [Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario.

    Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque».

    Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò.

    Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennesaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.

     

    Riflessione Frammenti di vita

    Niente è facile al giorno d’oggi: non è facile per i genitori farsi ascoltare dai figli, non è facile per i giovani confrontarsi con gli adulti e non è facile convincere gli uni e gli altri che “ricette” capaci di risolvere facilmente certi problemi non esistono.

    Per questo a volte a certi genitori pretenziosi o ansiosi o scoraggiati nei confronti dei figli racconto un aneddoto attribuito al Mahatma Gandhi. Una signora portò il figlio da Gandhi e gli disse: “Maestro, mio figlio mangia troppo zucchero! Io e mio marito abbiamo provato di tutto, ma non ci ascolta. A lei darà ascolto!” Gandhi guardò i due e rispose: “Tornate tra 2 settimane”.

    Dopo due settimane, i genitori tornarono da Gandhi che fissò il bimbo e gli disse: “Basta zucchero! Hai capito?”. La mamma sbigottita chiese al Mahatma: “Perché abbiamo dovuto attendere tanto a lungo? Poteva dirgli la stessa cosa due settimane fa!”. “No” rispose Gandhi “poiché due settimane fa anche io mangiavo lo zucchero”.

    Non è detto che si riesca a cambiare l’altro, nemmeno applicando la correzione fraterna di cui parla il Vangelo. Ma una cosa la possono fare tutti: cambiare condotta cominciando da sé stessi.

     

    Intenzione di Preghiera

    Perché ci impegniamo a cambiare il mondo a partire da noi stessi più che dagli altri, come in troppi al giorno d’oggi pretendono di fare.

     

    Don’t Forget! Grandi personaggi e veri credenti

    FRANZ LISZT 1811-1886

    Franz Liszt nasce il 22-10-1811 a Raiding, nel Burgenland, allora in Ungheria. Geniale compositore, abilissimo pianista e direttore d’orchestra, cominciò la sua carriera come concertista nel 1820 esibendosi in concerti pubblici in Francia, Austria, Inghilterra, Svizzera e Italia. Strinse profonde amicizie con illustri poeti, filosofi e musicisti del suo tempo fra i quali Chopin, Berlioz e Smetana. Divenne fra i più ammirati e ricercati pianisti di tutta Europa, riscuotendo ad ogni concerto enormi successi.

    Alla fine del 1847 però Lizst decise di interrompere la carriera concertistica per dedicarsi esclusivamente alla composizione e alla direzione d’orchestra. In questo periodo scrisse ancora lavori pianistici (tra cui la grandiosa Sonata in Si minore), alcune sinfonie e i dodici poemi sinfonici. A questo punto della sua vita il compositore ebbe aneliti mistici come si evince dal suo testamento “si, Gesù Cristo crocifisso, la follia e l’esaltazione della croce erano la mia autentica vocazione”.

    Di certo non fu mai un idealista, un’utopista alla Rousseau: «Non sono artista al punto di essere assolutamente privo di buon senso nelle cose della vita reale e positiva». Alle soglie dei 55 anni così scrisse: “Si può dire che la musica è essenzialmente religiosa e, come l’anima umana, naturalmente cristiana”, e poiché s’unisce alla parola, non esiste un impiego più legittimo delle sue energie che quello di cantare l’uomo a Dio e di servire da punto d’incontro tra i due mondi, il finito e l’infinito». E nel ’77: «La musica è la sola arte che continua in Paradiso».

    Queste righe non esprimono un vago sentimento religioso panteista e romantico, ma comprovano la vera fede nella realtà dell’anima del compositore ungherese: «L’arte non è affatto una religione a parte, ma è l’incarnazione formale della vera spiritualità, e di intuizione verso l’eternità dello spirito umano». È la bellezza stessa a portare a Dio e se è vera bellezza nata anche dal genio di artisti, l’incontro sarà con l’unico vero Dio, cioè quello universale: «Palestrina e Lasso fino a Bach e Beethoven sono le cime dell’arte spirituale».

    Nel 1865 si fa accolito della chiesa cattolica e inoltre, diventa terziario francescano e canonico nella cattedrale di Albano Laziale (Roma). Ai suoi numerosi lavori ne seguiranno tantissimi altri un po’ in tutti i generi musicali, ma sempre caratterizzati da uno stile spettacolare, ricchi di arditezze tecniche e travolgenti effetti espressivi. Muore nel luglio del 1886 a Bayreuth, in Germania.

     

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