Lunedì 9 settembre 2024

     

    XXIII settimana T. Ordinario

     

    Avvenne il 9 settembre…

    9 – La sconfitta nella foressta di Teutoburgo segna la fine dell’espansionismo di Roma in Germania.

    337 – Costantino II, Costanzo II e Costante I, figli di Costantino I, sono incoronati augusti a Sirmio.

    1776 – Il Congresso continentale dà ufficialmente il nome di Stati Uniti al nuovo Stato.

    1839 – John Herschel scatta la prima fotografia su lastra di vetro.

    1922 – Inaugurazione del parco nazionale d’Abruzzo.

    1999 – Nasce, con la dichiarazione di Sirte, l’Unione africana.

     

    Aforisma di Jorge Luis Borges

    “Per certi comunisti, se sei anticomunista sei subito definito fascista. Questo è incomprensibile, quanto affermare che se non sei cattolico sei un mormone.”

     

    Preghiera

    O Padre, che ci hai liberati dal peccato e ci hai donato la dignità di figli adottivi, guarda con benevolenza la tua famiglia, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Nato a Verdù, a pochi chilometri da Barcellona, il 25-6-1580, Pietro Claver entra nella Compagnia di Gesù dopo aver pronunciato i primi voti nel 1604. Tra il 1605 e il 1608 studia filosofia a Palma di Maiorca e viene ordinato sacerdote a Cartagena nel 1616 e, diventato missionario, presta le sue cure pastorali agli schiavi neri, deportati dall’Africa.

    Qui, infatti, sbarcano migliaia di schiavi, quasi tutti giovani: ma invecchiano e muoiono presto per la fatica e i maltrattamenti; e per l’abbandono quando sono invalidi. In particolare, pronuncia il voto di essere «sempre schiavo degli Etiopi» (all’epoca si chiamavano «etiopi» tutti i neri) e per capire i loro problemi impara anche la lingua dell’Angola.

    Malatosi di peste, sopporta perfino i maltrattamenti del suo infermiere, che è un nero. Morto a 74 anni e canonizzato nel 1888 insieme con Alfonso Rodriguez, suo fratello gesuita e amico, è stato proclamato patrono delle missioni per i neri da Papa Leone XIII. 

     

    Parola di Dio Luca 6,6-11

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.

    Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?».

    E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Don R. seccato mi telefona: “Prega i tuoi collaboratori di non mandare da me i casi che non riescono a risolvere”. Parla di due uomini che si sono presentati da lui subissandolo di richieste e di cui si è liberato solo svuotandosi le tasche. I miei collaboratori confermano la storia dei due, ma don R. non sanno nemmeno chi sia. Erano stati i due tizi a sostenere che il don in questione li aveva mandati al prete del Patronato a chiedere l’aiuto di cui avevano bisogno.

    Io, che nel frattempo mi ero recato in chiesa per la Messa, non mi sono stupito quando ho visto entrare due tizi che, come segugi, mi hanno puntato e raggiunto nel banco in cui stavo confessando. Con inopportuna familiarità condita da falsa cordialità, hanno interrotto me e il penitente dicendo che don R. (ancora lui, guarda un po’!) aveva detto loro di venire da me che li avrei aiutati. Cerco di mantenere la calma e li invito ad aspettare la fine della confessione, ma il più tosto dei due non molla: “Ci dia solo due minuti…è una questione di vita o di morte”.

    Siamo ormai giunti al melodramma e le mie scarse riserve di pazienza si stanno esaurendo: invito i due a uscire e a tornare il giorno dopo, che li avrei aiutati. A questo punto i due melodrammatici gettano la maschera, aggredendo e insultando con me anche chi è in chiesa. Questo dimostra come avessero ragione i nostri vecchi quando ci dicevano che le bugie hanno le gambe corte!

     

    Intenzione di preghiera settimanale

    Preghiamo per coloro che ad ogni età soffrono a causa della malattia mentale, perché ad essi siano offerte le cure necessarie dalle strutture sanitarie e l’amore dei fratelli.

     

    Don’t Forget! Grandi figure del clero bergamasco

    Beato Luigi Carrara Martire in Congo

    1933-1964

    Luigi Carrara (3.3.1933 – 28.11.1964), conosciuto come Gino, nato a Cornale (BG), a 14 anni era pronto per entrare nel mondo del lavoro, ma un giorno a casa Carrara arrivò il curato che rivelò ai genitori l’intenzione del ragazzo di diventare missionario. I genitori allora permisero al figlio di farsi prete, purché diocesano. Ma Luigi era determinato e la sua decisione non lasciava margini a trattative: nel caso fosse stato costretto a ubbidire, appena possibile, lui avrebbe lasciato il seminario diocesano e si sarebbe fatto missionario.

    Luigi allora venne accompagnato a Pedrengo, dove i Saveriani avevano aperto una casa per i ragazzi desiderosi di diventare missionari. Il 15 ottobre 1961 Luigi fu ordinato sacerdote e nel settembre 1962 partì per il “Congo Belga” (oggi Rep. Democratica del Congo), destinazione Fizi. Nel 1963 nel paese africano si scatenarono forti disordini ad opera dei cosiddetti “Simba” che il 5 maggio 1964 occupano la missione di Mulenge (a metà strada tra Bukavu e Uvira) e il 15 maggio quella di Uvira.

    Sia i Saveriani di Mulenge, sia quelli di Uvira furono risparmiati; a sei di loro fu addirittura concesso di riparare – via lago – in Burundi a Bujumbura. Le missioni più a Sud, Baraka e Fizi, rimasero invece isolate. Per tre mesi i guerriglieri Simba riuscirono a controllare il territorio, ma in agosto cominciarono a subire le prime sconfitte e accusarono i missionari di tenere contatti segreti con i soldati di Mobutu attraverso una fantomatica radiotrasmittente detta fonì.

    A poco a poco nella testa dei guerriglieri si consolidò il convincimento che i loro rovesci militari fossero causati proprio dall’esperto utilizzo che i Saveriani facevano della fonì. Le missioni di Baraka e di Fizi entrarono così nel mirino dei Simba. P. Carrara decise quindi di trasferirsi da Fizi a Baraka per non lasciare isolato fratel Vittorio Faccin. Il 28 novembre 1964 assistette all’uccisione di fratel Vittorio Faccin, Saveriano come lui, prelevato dal capo ribelle Abedi Masanga.

    Quando gli fu ingiunto di seguire i guerriglieri a Fizi, per essere ucciso con gli altri Padri, rispose che voleva morire accanto al confratello: gli spararono mentre pregava sul suo cadavere. La beatificazione di padre Luigi e fratel Vittorio, ma anche di padre Giovanni Didonè e del sacerdote diocesano Albert Joubert (questi ultimi due uccisi alcune ore dopo a Fizi) è stata celebrata il 18-8-2024 a Uvira.

    I resti mortali di padre Luigi e di fratel Vittorio riposano nella chiesa di Baraka. “Non posso lasciar solo il padre” e “Se mi vuoi uccidere, preferisco morire qui vicino a mio fratello”, l’uno accanto l’altro, fratelli e per amore dei fratelli senza limiti. P. Luigi ha 31 anni e Fratel Vittorio ne ha 30. Giovani, forti, generosi, consacrati. La loro morte è una totale immersione nella solidarietà con tutte le vittime della malvagità, delle discriminazioni, delle violenze e guerre.

    Con la morte non hanno fallito la loro missione, non hanno concluso semplicemente la loro vita con atto generoso, ma hanno espresso la forza dell’amore a Gesù e la forza dell’amore di solidarietà con la condizione dei poveri.

     

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