V Settimana Tempo Ordinario
Avvenne l’11 febbraio…
1531 – Enrico VIII d’Inghilterra riconosciuto capo supremo della Chiesa d’Inghilterra
1858 – Lourdes: la Beata Vergine appare a Bernadette Soubirous alla frotta di Massabielle
1918 – Gabriele D’Annunzio, Luigi Rizzo, Costanzo Ciano portano a termine la “beffa di Buccari”.
1929 – Il cardinale Pietro Gasparri e Benito Mussolini firmano i cosiddetti Patti Lateranensi.
1945 – Si conclude la conferenza di Jalta.
1979 – L’Ayatollah Ruhollah Khomeini prende il potere in Iran
1990 – In Sudafrica viene liberato, dopo ventisei anni di carcere, Nelson Mandela.
2013 – Vaticano, papa Benedetto XVI rinuncia al soglio pontificio con efficacia dal 28 febbraio
Aforisma dal libro del Siracide cap. 5
“Non confidare nelle tue ricchezze e non dire: «Questo mi basta». Non seguire il tuo istinto e la tua forza, assecondando le passioni del tuo cuore.”.
Preghiera
Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te aiutaci sempre con la tua protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno

A Lourdes, in Francia, ai piedi dei Pirenei, nella grotta di Massabielle sulla riva del fiume Gave, la Madonna apparve a Bernadette Soubirous, ragazza semplice, delicata, cagionevole di salute, figlia di una famiglia poverissima. L’11 febbraio 1858 a lei si mostrò una “signora” molto bella, vestita di bianco, davanti alla quale la ragazza, non sapendo che fare, iniziò a recitare il Rosario.
La Vergine ancora si mostrò a lei per 17 volte fino al 16 luglio successivo. Nello stesso mese di febbraio sgorgò la famosa sorgente d’acqua che prima era inesistente. Il 25 marzo la donna si presentò come l’Immacolata Concezione: la proclamazione del dogma risaliva a 4 anni prima, ma Bernadette non poteva saperlo.
Penitenza e preghiera: secondo la veggente questo è il cuore del messaggio della Madonna. Oggi Lourdes è uno dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati al mondo (3 milioni di pellegrini l’anno cioè quasi 10.000 al giorno)
Parola di Dio del giorno Marco 6,53-56
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». E diceva loro: «Siete veramente abili nel rifiutare il comandamento di Dio per osservare la vostra tradizione.
Mosè infatti disse: “Onora tuo padre e tua madre”, e: “Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte”. Voi invece dite: “Se uno dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è korbàn, cioè offerta a Dio”, non gli consentite di fare più nulla per il padre o la madre. Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».
Riflessione Giornata del ricordo (Foibe) 10-2-2025
Lo chiamavano il Treno della vergogna. Ancora oggi è la locuzione popolare con cui si ricorda il convoglio ferroviario che il 10 febbraio 1947 trasportò dalla stazione di Ancona chi proveniva dal 4° convoglio marittimo di Pola, carico di esuli italiani che al termine della seconda guerra mondiale furono costretti ad abbandonare i loro paesi, abitazioni e proprietà in Istria e Dalmazia nel contesto storico generale ricordato come l’esodo istriano. I dipendenti delle FFSS di allora, lo avevano definito il treno dei fascisti, a testimonianza della disinformazione e del contesto estremamente politicizzato in cui tale vicenda si consumò.
A quel treno (un carro merci da bestiame) nessuno poteva avvicinarsi, nemmeno il personale della Croce Rossa, nessuno per dare acqua, cibo o latte alle centinaia di bambini che ci viaggiavano. Da Ancona a Bologna, il treno dei fascisti, il treno di profughi italiani che fuggivano dall’Istria, minacciati, perseguiti, spogliati di ogni bene e possesso.
Il treno dei fascisti, il treno della vergogna, di quelli che fuggivano dalle foibe e dai partigiani del maresciallo Tito. Non fu il treno, ma il viaggio della vergogna, la pagina più vergognosa, schifosa e miserabile di quella guerra finita, di quei marchi che gli stessi italiani apponevano sulla pelle dei loro stessi connazionali. Ci facciamo belli a condannare i fascisti, i nazisti e noi nel 1947 siamo stati capaci di un gesto così vergognoso e vile.
Nel 2007 alla stazione di Bologna, accanto alla ex sala mensa dei dipendenti, lungo il binario 1, fu apposta una lapide ipocrita che tentava di recuperare un minimo di verità nei confronti di questi nostri connazionali così brutalmente trattati non solo dai comunisti di Tito, ma anche dagli italiani: “Nel corso del 1947 da questa stazione passarono i convogli che portavano in Italia esuli istriani, fiumani e dalmati: italiani costretti ad abbandonare i loro luoghi dalla violenza del regime nazional-comunista jugoslavo e a pagare, vittime innocenti, il peso e la conseguenza della guerra d’aggressione intrapresa dal fascismo. Bologna passò rapidamente da un atteggiamento di iniziale incomprensione a un’accoglienza che è nelle sue tradizioni, molti di quegli esuli facendo suoi cittadini. Oggi ricorda quei momenti drammatici della storia nazionale. Bologna 1947-2007.”.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché si onori la memoria delle migliaia di vittime delle foibe, uccisi senza motivo dalla violenza dei partigiani comunisti nelle regioni dell’Istria e della Dalmazia.
Don’t Forget!
Nessun commento
È possibile postare il commento di prima risposta.