martedì 14 aprile ’20

     

    Ottava di Pasqua

    Proverbio del Giorno (Proverbi strani)

    In certi uffici pubblici (come nei camposanti) pratiche e funzionari riposano tutti quanti

     

    Preghiera del giorno

    O Dio, che nei sacramenti pasquali hai dato al tuo popolo la salvezza, effondi su di noi l’abbondanza dei tuoi doni, perché raggiungiamo il bene della perfetta libertà e abbiamo in cielo quella gioia che ora pregustiamo sulla terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    TIBURZIO, VALERIANO E MASSIMO

    vissero nel III secolo a Roma: Valeriano era sposo di Cecilia e da lei convertito, fu battezzato dal papa Urbano I (222-230) e a sua volta convertì al cristianesimo il fratello Tiburzio; ambedue furono condannati a morte dal prefetto Almachio, che li affidò a Massimo, ufficiale del console il quale prima di eseguire la sentenza, si convertì anche lui, venendo così condannato e ucciso qualche giorno dopo. 

     

    La Parola di Dio del giorno (Gv 20,11-18)

    Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Magdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

     

    Riflessione del giorno (don Arturo Bellini)

    Qualche giorno fa dal Santuario dello Zuccarello a Nembro, il nostro Vescovo Francesco Beschi, in 5 verbi, ha offerto una mappa di comportamento in famiglia e in ogni ambito di vita: «CONSOLARE, SOLLEVARE, RAFFORZARE, SALVARE, PROMETTERE». Cinque verbi che corrispondono ad altrettanti movimenti che rispondono al bisogno di cura. La cura per non sentirci soli; la vicinanza di chi con noi porta la fatica senza farla pesare; la fortezza di chi ci aiuta a stare in un amore paziente; la professionalità di chi ripara le ferite del corpo e lenisce quelle dell’anima; la promessa che, nella preghiera, ci fa apprendere l’arte del vivere. Questo tempo difficile non ci renda come gli scribi e i farisei talmente chiusi nei propri schemi da non comprendere le parole di Gesù e da non saper interpretare le sue opere. Lo Spirito Santo ci aiuti in questo tempo di grande prova ad affidarci a Gesù e ad essere con Lui e come Lui pronti a prenderci cura gli uni degli altri, soprattutto dei più poveri e degli ultimi e bisognosi.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché riconosciamo la presenza del Signore risorto nella sua Chiesa pellegrina sulla terra.

     

    Don’t forget! “I mille quadri più belli del mondo”

    Il dipinto si rifà al racconto del vangelo di Giovanni (20,19-29) in cui Gesù appare per la seconda volta agli apostoli nel cenacolo con presente anche Tommaso che nella prima apparizione era assente. Il Caravaggio realizza un’opera straordinaria: cerchiamo di interpretarla brevemente.  La dimensione orizzontale della tela fotografa di tre quarti la presenza di quattro figure su uno sfondo oscuro, neutro. I tre apostoli sono contrapposti rispetto al Cristo, ma le 4 teste accostate tracciano il segno di una croce. L’incredulo Tommaso è come costretto dal Risorto ad affondare il dito nella ferita aperta del costato del Cristo, gesto su cui si concentra in modo quasi spasmodico l’attenzione dei tre discepoli. Il dramma del momento è accentuato sia dall’essenzialità del racconto ridotto a sole 4 figure, sia dalla luce, proveniente da sinistra, che cade sul corpo del Cristo facendo rimanere il volto nell’ombra, ma illuminandone il corpo privo dei segni del martirio, eccetto ovviamente le piaghe dei chiodi.

    MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO: L’INCREDULITA’ DI TOMMASO 1601 – Olio su tela - 107×146 cm – Bildergalerie di Potsdam (Germania)

    MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO: L’INCREDULITA’ DI TOMMASO 1601 – Olio su tela – 107×146 cm – Bildergalerie di Potsdam (Germania)

    La stessa fonte luminosa invece investe in pieno i tre apostoli illuminando le loro fronti corrugate e accentuando –soprattutto in Tommaso- lo stupore della fede che poco a poco fa svanire il dubbio. Il pittore in questo modo ottiene il risultato di coinvolgere anche lo spettatore nella scena obbligandolo a prendere posizione nei confronti della verità carnale e non sono spirituale della risurrezione proprio come S. Tommaso. “L’accaduto, nient’altro che l’accaduto” commentò il Longhi questa scena in una delle sue memorabili pagine: il Caravaggio pittore della realtà, fa irrompere dalle tenebre del dubbio l’evento storico della risurrezione di Cristo che sta a fondamento della fede, a far dire anche a noi come a Tommaso il più potente e sintetico credo della storia: “Mio Signore e mio Dio”. 

     

     

     

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