Martedì 14 febbraio 2023

     

    6a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma di Ennio Flaiano

    Da ragazzo ero anarchico, adesso mi accorgo che si può essere sovversivi soltanto chiedendo che le leggi dello Stato vengano rispettate da chi governa.

     

    Preghiera del giorno

    Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino della nostra vita faticosa, fino all’incontro finale con Te amato, con Te atteso, con Te benedetto per sempre e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    SS. Cirillo e Metodio

    Due fratelli, Michele e Costantino, nati a Tessalonica intorno alla metà dell’800 e che, divenuti monaci, assumono il nuovo nome di Metodio e Cirillo. Nell’860 sono incaricati dall’imperatore di evangelizzare i Kazari.

    Svolgono l’opera missionaria nell’Europa Centrale ed è loro grande merito di essersi adattati ai popoli con metodi missionari nuovi, come la creazione di un nuovo alfabeto (il cirillico), la prima versione in lingua slava della Bibbia, del Messale e del rituale liturgico.

    Cirillo muore a Roma nell’869 e Metodio a Sirmio (in Pannonia), città di cui era stato nominato arcivescovo, nell’885. La dedizione che i due fratelli dimostrarono alle popolazioni slave è stata ricambiata con amore e devozione popolare.

    Nel 1980 Giovanni Paolo II proclama i Santi Cirillo e Metodio compatroni d’Europa. Oggi si celebra anche la festa di S. VALENTINO Vescovo e martire oltre che popolarissimo patrono degli innamorati.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 10,1-9

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.

    In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa.

    Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

     

    Riflessione del giorno – Frammenti di vita

    Dopo la Messa in suffragio del figlio e del marito, la signora, una donna minuta e anziana, mi avvicina: “Vivo con quel che resta della mia famiglia in un paesino di montagna di una provincia vicina ed è stata la mia amica bergamasca a portarmi qui”.

    E si mette a raccontare dell’incidente in cui era morto il figlio ventenne, sottolineando che “non c’è nulla di peggio che sopravvivere al proprio figlio” e ricorda come lei e il marito ogni giorno si recassero al cimitero a pregare e a parlare con lui. Il papà aveva speso un capitale per un angelo di marmo con le fattezze del figlio e la tomba del ragazzo era diventata la più bella del cimitero.

    Alla scadenza dei 30 anni però i resti mortali del figlio erano stati posti nell’ossario. “A poco è servito far notare che mio marito aveva più di 90 anni e che non avrebbe retto all’eliminazione della tomba”. Come puntualmente avvenne: pochi mesi dopo si ammalò e morì. L’angelo di marmo era stato donato alla parrocchia e il papà nel testamento lasciò scritto che alla sua morte voleva essere cremato per riposare accanto al figlio.

    “Ma neppure questo ci è stato concesso: le ceneri di mio marito infatti le hanno messe tre file sotto nostro figlio”. Ciò accade quando una burocrazia che non guarda in faccia a nessuno, non conosce né la pietà per i morti, né il rispetto per la memoria dei vivi.  

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per la pace eterna delle vittime del terremoto in Turchia e Siria e per i sopravvissuti perché siano soccorsi e aiutati a riprendere la speranza.

     

    Don’t Forget! Personaggi famosi e veri cristiani

    Joseph Anton Bruckner 1826-1896

    “L’unico compositore del nostro tempo ad essere capace di estrarre la luce dalle tenebre”, disse Hugo Wolf di Anton Bruckner: una “luce” innocente, tinta dei colori rustici della campagna ottocentesca austriaca, quella di questo timido ometto grasso e tondo, che mezzo secolo dopo la sua morte incantò ancora Schoenberg e Berg, e prima ancora aveva convinto Wagner e Mahler, i quali ne lodavano senza posa la tensione visionaria e le compatte sonorità corali.

    Era nato nel 1826 ad Ansfelden, un piccolo paese in Alta Austria, figlio di un maestro elementare che morì in giovane età: Anton venne quindi educato come “puero cantore” nell’Abbazia di Sankt Florian (vedi foto sopra a destra) ed iniziò presto a lavorare anche lui come maestro di scuola e insegnante di musica. A vent’anni fu nominato organista proprio di S. Florian, e dieci anni dopo, per concorso, divenne titolare al Duomo di Linz.

    In questa città, ben più ricca e avanzata della piccola S. Florian, iniziò a studiare con regolarità Armonia, Contrappunto ed Orchestrazione, e divenne anche direttore di coro in un gruppo di voci maschili, per cui scrisse tra l’altro una quarantina di brani, quasi tutti di genere profano. Nel 1868, infine, fu nominato organista di corte e insegnante al Conservatorio di Vienna, dove trascorse il resto della sua vita fino alla morte, avvenuta nel 1896.

    Come si può facilmente intuire, si trattò di una vita umile, dedita interamente all’arte, all’insegnamento ed alla fede cristiana, per oltre un cinquantennio, dalle prime righe composte nell’ambiente di Sankt Florian (a cui il Maestro rimase sempre legatissimo e dove giace sepolto, ai piedi del suo amato primo organo) fino ai successi degli ultimi anni, soprattutto di pari passo con le sue Nove Sinfonie. Come scrisse il grande direttore d’orchestra bergamasco G. Andrea Gavazzeni “Bruckner riuscì sempre ad unire la pratica della sua fede religiosa, al modo di agire, di insegnare e di comporre”.

     

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