4a Settimana di Pasqua
nell’immagine un dipinto di Julius LeBlanc Stewart
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Aforisma del Giorno (Robert Louis Stevenson)
La politica è forse l’unica professione per la quale non si ritiene necessaria alcuna preparazione.
Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera)
Signore non so cosa chiederti: tu sei il solo a sapere ciò che mi occorre, perché tu mi ami più di quanto ami me stesso. Concedimi ciò che non sono in grado di chiedere per me stesso. Non ti chiedo né la croce né la consolazione. Tu vedi i bisogni che ignoro: agisci secondo la tua misericordia. Accolgo la tua volontà e sto in silenzio. A te mi dono interamente. In me non vi è né volontà né desiderio, se non il desiderio di fare la tua volontà. Insegnami a pregare. Prega tu stesso dentro di me.
Mattia Apostolo
Di Mattia si parla nel primo cap. degli Atti degli apostoli, quando è scelto con un sorteggio a ricomporre il numero di dodici, sostituendo Giuda. Dopo Pentecoste, Mattia inizia a predicare, ma non si hanno più notizie su di lui. Le sue reliquie sono venerate a Treviri.
La Parola di Dio del giorno (Giovanni 15,9-17)
Gesù disse ai discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri».
La riflessione del giorno (Frammenti di Vita)
Mi viene incontro salutandomi con calore; non lo riconosco subito, ma metto insieme velocemente i pezzi: l’aspetto giovanile, il fisico atletico, l’abbronzatura in inverno, ma soprattutto la maglietta con la grande onda del pittore giapponese Kanagawa e la scritta surf rider mi accendono la lampadina: “Sei…il surfista!” ho esclamato. “Non più: l’età è quella che è e ho deciso di appendere la tavola al chiodo. Ma dentro di me non ho mai smesso di interpretare la vita come piace a me: da surfista”. Lo faccio parlare cercando di saperne di più: i suoi sono racconti di una vita sulla cresta dell’onda, alla continua ricerca di emozioni forti; storie di amori presi e lasciati, vicende di lavori iniziati e mai finiti, come chi vuol assaggiare tutto, ma non mangia niente e alla fine rimane solo, con la fame inappagata e il rimpianto di ciò che poteva essere e non è stato. Mentre parla mi accorgo che i capelli sono tinti; l’abbronzatura è solo pelle cotta dai vizi; il fisico è fiacco…ha cinquant’anni anni e parla come se ne avesse venti in meno, ma recita e non può nasconderlo. Faccio per andarmene, ma mi trattiene: “Avrei tanto ancora da raccontare…”. Ho capito: è rovinato. Gli faccio scivolare in mano alcune banconote, mi congedo e lui se ne va via zoppicando leggermente.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché percorriamo volentieri la via che è Gesù, verità e vita del mondo.
Don’t Forget! 265° de “i 1.000 quadri più belli del mondo”
Questo Davide con la testa di Golia è una delle opere più celebrate di Tanzio da Varallo (il suo vero nome è Antonio d’Enrico, 1582–1633), artista che fu tra i primi a portare il caravaggismo in Italia del nord, dopo aver a lungo soggiornato a Roma nei primi anni del Seicento. In questo capolavoro, Tanzio sperimenta una posa originale, con Davide messo di profilo in obliquo, in modo che il braccio, disteso a mostrare la testa di Golia, occupi la diagonale della composizione, con i muscoli evidenziati dalla luce che non nasconde l’espressione del volto, carica della malinconia tipica di chi ha compiuto un gesto che andava compiuto, ma si rende conto che il suo gesto ha comportato la morte di un uomo.
Come notava lo storico dell’arte Vito Zani, il suo guardo comunica “la pietà, lo sgomento per lo spettacolo della morte”, col risultato che assistiamo alla rappresentazione di un personaggio la cui “giovinezza spensierata” è volata via all’improvviso. Non è, insomma, un Davide austero e trionfante, ma pieno di dubbi e di insicurezze, con gli occhi leggermente gonfi che cercano di non posarsi sulla testa del rivale ucciso. Una consapevolezza che contrasta coi tratti adolescenziali di questo Davide dai boccoli biondi, quasi infantili, scompigliati dal vento. Un Davide vestito con abiti poveri, da pastore, e che a tracolla porta la fionda e i sassi con i quali ha ucciso Golia, mentre la mano destra ancora impugna la spada. Per realizzare l’opera (che risente di influssi caravaggeschi ma si pone anche come dipinto dal forte carattere contemplativo che spinge l’osservatore a meditare sull’aspetto tragico della storia) Tanzio potrebbe essersi avvalso di un modello, forse un giovane pastore delle sue terre: si tratta infatti di un’opera matura, del 1625 circa, e a quel tempo il pittore era tornato nelle sue terre d’origine, le Alpi piemontesi.
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