Martedì 14 novembre 2023

     

    XXXII Settimana Tempo Ordinario

     

    Accadde il 14 – 11 – …

    1851 – Viene pubblicato il romanzo di Herman Melville Moby Dick.

    1951 – Rotta del Po e Alluvione del Polesine

    1965 – Guerra del Vietnam: inizio della battaglia di Ia Drang – il primo grosso scontro tra truppe regolari statunitensi e forze nordvietnamite

    1969 – Programma Apollo: la NASA lancia l’Apollo 12, la seconda missione con uomini a bordo ad atterrare sulla superficie della Luna

    1982 – Lech Wałęsa, capo del movimento Solidarność, viene liberato dopo 11 mesi di internamento vicino al confine con l’Unione Sovietica

     

    Aforisma di Fedro, scrittore latino 15 a.C. -50 d. C.

    “Spesso c’è più buon senso in uno solo che in tutta una folla.”

     

    Preghiera

    Dio onnipotente e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del Giorno

    S. Lorenzo o’ Toole

    Nato a Castledermot, contea di Kildare nel 1128, Lorenzo (Lorcan Ua Tuathail) era figlio di Murtagh, capo del clan Murray. Nel 1140 entrò nella scuola monastica di Glendalough, dove fu abate dal 1154 al 1162. Contribuì alla fondazione dell’abbazia di Baltinglass per i Cistercensi e di una casa per gli Agostiniani a Ferns.

    Eletto Vescovo di Dublino nel 1162, mise mano alla riforma di quella Chiesa. Ebbe un ruolo da mediatore con gli invasori normanni che nel 1170 presero la città. Con altri vescovi irlandesi, partecipò al III concilio Lateranense in Roma nel 1173. Nel 1179, Lorenzo tornò in Irlanda e convocò un sinodo a Clonfert per le regioni settentrionali dell’isola.

    Nel 1180, si recò in Inghilterra per incontrare Enrico II, che però era assai incollerito con il vescovo per i privilegi papali ricevuti e costrinse Lorenzo a vivere in esilio. Tornando dalla Normandia, dove aveva seguito il re, si ammalò e morì il 14-11-1180.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 17,7-10

    Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine per quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

     

    Riflessioni di don Bepo sulla guerra (1915-’18)

    Nel diario di guerra (1915-18) don Bepo scrive: «A Monza, ove fui mandato come portaferiti in un reparto di mitraglieri, passai un mese e mezzo di dura prova. L’ambiente difficile, le fatiche, il pensiero del fronte, erano un incubo nell’animo mio. Ma Dio non abbandona mai…Il giorno 20-7-1917 venne ordine che fossi passato effettivo all’8 fanteria. Indi fui armato con rivoltella. Il tenere armi, l’appartenere a un corpo combattente, era contro una legge, era contro il mio diritto. Soffrii assai, né mai mi seppi rassegnare a tenere l’arma vicino a me. E beato il giorno in cui mi fu dato riconsegnarla».

    C’è sempre un’arma a portata di mano, se dimentichiamo che ogni essere umano è un fratello e se ignoriamo che la guerra sta nel fondo di noi, ogni volta che diamo corda all’ostilità e al risentimento. Per questo è importante riposizionare il nostro punto di vista, senza cadere nel tranello perverso di cercare le colpe negli uni o negli altri per giustificare la guerra.

    Per sovvertire e disarmare la logica della guerra il punto di partenza è la coscienza di ciascuno, come insegna uno enigmatico detto rabbinico: «Lo stolto ha il cuore nel lato sinistro, il saggio ce l’ha nel lato destro». Il cuore a destra? Tutti sappiamo di averlo a sinistra. Quale il significato del detto rabbinico? Che siamo tutti “senza sale in zucca” e che tra gli esseri umani non ve n’è uno che sia saggio, neppure uno? No, una sfiducia così totale non corrisponde alla sapienza rabbinica (e alla sapienza in generale).

    Con tono ironico ci invita a un modo nuovo di pensare. La soluzione del proverbio è semplice: il nostro cuore è rivolto a sinistra, ma il cuore dei nostri simili batte, dal nostro punto di vista, a destra. Stolto è colui che sente solo il proprio cuore, incurante di quel che pulsa nel petto degli altri. Saggio è chi fa del cuore degli altri il suo proprio cuore ed è capace di tenere a bada le parole aggressive e violente e i giudizi perentori che nascono da schemi ideologici, per nulla permeati dal lievito del vangelo.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Perché chi scatena i conflitti rifletta al fatto che l’origine di ogni guerra è nel cuore dell’uomo e che il nemico rimane un uomo come lui ed è comunque un suo fratello.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli… Impressionismo 1°

    CLAUDE MONET: IMPRESSION. SOLEIL LEVANT

    1873 – olio su tela – 48 x 63 cm – Musée Marmottan Monet – Parigi – Francia

    Il movimento “impressionista” deve il nome a questo quadro di Claude Monet (1840-1926) che fu esposto per la prima volta nel 1874 in una mostra indipendente voluta da un gruppo di artisti tra cui lo stesso Monet, oltre a Renoir e Degas. La mostra era in alternativa al tradizionale Salon organizzato dal governo francese e permise agli artisti di esprimersi in modo radicalmente diverso e innovativo.

    Nella sua recensione il critico Louis Leroy condannò il dipinto definendolo solo uno schizzo e conferì alla mostra il titolo sprezzante di “esposizione degli impressionisti” che il gruppo degli espositori fece orgogliosamente suo. La critica di Leroy è comprensibile: l’opera infrange ogni convenzione artistica e in effetti il quadro ha tutta l’apparenza di uno schizzo per via delle pennellate libere e discontinue che non si curano di definire ciò che rappresentano.

    Ma questa tecnica è in gran parte il risultato della decisione di Monet (e dopo di lui della maggioranza dei pittori impressionisti) di dipingere “en plein air”; infatti “Le soleil levant” non fu dipinto in atelier, ma alla finestra di casa che si affacciava sul porto di Le Havre da cui Monet catturò il risveglio della città moderna all’alba e con pennellate veloci per paura che la vista cambiasse.

    Attraverso le tonalità fredde di azzurro e verde, l’opera appare come smaterializzata e dissolta, i contorni sono indefiniti e sfumati e gli elementi come il molo, la banchina e le ciminiere in lontananza, si fondono con le striature del cielo. Queste tonalità d’azzurro sono in contrasto con quelle rosse e arancioni, creando un contrasto che pone in risalto il paesaggio.

    Nella parte alta della tela, il sole che galleggiare in uno spazio dove si confondono cielo e mare e sembra essere l’unico elemento ben definito di tutto il quadro. Il riflesso del sole si riflette, infine, nell’acqua del porto, dove possiamo scorgere le figure dei pescatori e delle barchette in primo piano. Il quadro venne esposto per la prima volta presso lo studio del fotografo Nadar nel 1874.   

     

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