XIX settimana Tempo Ordinario
Assunzione della B. V. Maria
Aforisma da 1 Corinzi 15, 54-57
Fratelli, quando questo corpo mortale si sarà vestito d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria.
Preghiera colletta
Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di Dio
Apocalisse 11,19a; 12,1-6a.10ab; Salmo 44; 1 Corinti 15,20-27a; Luca 1, 39-56
Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell’ adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Riflessione Commento al Vangelo
Il cuore del cristianesimo è la resurrezione, la certezza che la morte non ha l’ultima parola sulle vicende degli uomini e della creazione intera. E questo per una ragione molto semplice, ricordataci da Paolo: «Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1Cor 15,20); è lui «il primo nato tra quelli che sono morti» (Col 1,18), è lui che ci ha aperto la strada e ora ci attende nel Regno.
Ma noi crediamo davvero nella vita eterna che ci attende dopo la nostra morte? La festa dell’Assunta si colloca proprio al cuore di questa domanda. Nel tentativo di rispondere ad essa la chiesa ha compreso fin dai primi secoli che in Maria, madre del Risorto, era anticipata la meta di ogni essere umano: l’assunzione di tutti e tutto nella vita di Dio, per sempre; «Dio tutto in tutti» (cf. 1Cor 15,28). E così la Tradizione della chiesa è giunta gradualmente a proclamare Maria al di là della morte, in quella dimensione altra dell’esistenza che non sappiamo chiamare se non «cielo»: Maria è terra del cielo, è primizia e immagine della chiesa santa nei cieli!
Affermare questo di Maria non richiede di compiere complesse indagini a chi ha «un cuore capace di ascolto» (cfr. 1Re 3,9), ma è sufficiente andare al Vangelo di oggi: l’incontro tra Elisabetta e Maria, celebrato da questa ultima con il canto del Magnificat. È un testo che, letto oggi, ci dice una cosa semplicissima e fondamentale: la vita eterna per ciascuno di noi comincia qui e ora, a misura della nostra capacità di amare ed essere amati, un amore che manifesta la verità della nostra fede e della nostra speranza.
Intenzione di Preghiera
Perché la festa odierna ci aiuti a guardare alla meta della nostra vita e della storia del mondo che è quel cielo al quale è stata assunta e dove ci attende la Beata Vergine Maria.
Don’t Forget! Santo del giorno
Isidoro era figlio di genitori pagani di Ikengo, nell’allora Congo Belga e fece il muratore in un’impresa statale belga a Coquihatville dove conobbe il cattolicesimo, a cui aderì con entusiasmo, venendo battezzato il 6-5-1906 col nome di Isidoro.
Al termine del contratto, Isidoro si spostò a Busira, dal cugino Camillo, impiegato in una compagnia mineraria belga e trovò un posto da inserviente presso uno dei direttori, di nome Ruijders. Questi nel 1909 lo portò con sé a Itiki, nella regione Buch-Bloc, dove trovò un’atmosfera ostile da parte del direttore Van Cauter, che accusava il cattolicesimo di minare l’autorità belga sugli “indigeni”.
Il rifiuto di Isidoro di abbandonare la sua fede, fece infuriare Van Cauter, che lo fece picchiare a sangue e lo chiuse in isolamento con catene alle caviglie. Il direttore, informato dell’accaduto, lo fece liberare, ma il giovane sopravvisse solo sei mesi e morì il 15-8-1909. Isidoro perdonò Van Cauter, che però fu processato e condannato da un tribunale a Coquihatville. Papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato beato.
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