martedì 15 settembre ’20

     

    nell’immagine un dipinto di Viktor Popkov (1932 – 1974)

     

     

    XXIVa Settimana T. Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Il dolore se condiviso si dimezza. La gioia se condivisa si raddoppia. (S. Tommaso d’Aquino)

     

    Preghiera del giorno (Preghiera a Maria SS. Addolorata)

    O Dio, tu hai voluto che la vita della Vergine fosse segnata dal mistero del dolore, concedici, ti preghiamo, di camminare con lei sulla via della fede e di unire le nostre sofferenze alla passione di Cristo perché diventino occasione di grazia e strumento di salvezza. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

     

    La Parola di Dio del giorno (Lc 2,33-35)

    In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima – affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

     

    Riflessione Per Il Giorno 

    Il mondo ha bisogno di compassione e la festa di oggi ci offre un esempio di compassione vera e profonda. Maria soffre per Gesù, ma soffre anche con lui e la passione di Cristo è partecipazione a tutto il dolore dell’uomo. “Gesù nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte”. La passione di Gesù si è impressa nel cuore della madre, queste forti grida e lacrime l’hanno fatta soffrire, il desiderio che egli fosse salvato da morte doveva essere in lei ancora più forte che non in Gesù, perché una madre desidera più del figlio che sia salvo. Maria però si è unita alla pietà di Gesù, è stata come lui sottomessa alla volontà del Padre. Per questo la compassione di Maria è vera: perché ha preso su di sé il dolore del Figlio ed ha accettato la volontà del Padre, in una obbedienza che vince la sofferenza. La nostra compassione spesso è superficiale, non piena di fede come quella di Maria. Noi vediamo, nella sofferenza altrui, la volontà di Dio, ma non soffriamo con quelli che soffrono. Uniamo in noi questi due sentimenti: il desiderio che coloro che soffrono riportino vittoria sulla loro sofferenza e ne siano liberati e insieme una sottomissione profonda alla volontà di Dio, che è sempre volontà di amore.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché chi soffre nel corpo e nello spirito, trovi in Maria consolazione e sollievo

     

    B. VERGINE MARIA ADDOLORATA fa rivivere il momento decisivo della storia della salvezza e venerare Maria associata alla passione del Figlio e vicina a lui sotto la croce. La memoria fu introdotta nel calendario da Pio VII nel 1814.

    Oggi si ricorda don PINO PUGLISI + 15-09-1993 nel 26° anniversario della morte.

    Oggi si celebra anche la GIORNATA INTERNAZIONALE della DEMOCRAZIA

     

    “1.000 quadri più belli del mondo”

     

    Una giovane domestica senza nome avanza impettita, totalmente immersa nel suo compito: servire la tazza di cioccolata calda a una signora che non vediamo. L’opera è di Jean-Ètienne Liotard (1702-1789) artista svizzero che si trasferisce a Parigi ma non è accettato dall’Accadèmie Royale. Nel 1725 arriva in Italia, poi trascorre 4 anni a Costantinopoli, attratto dai costumi orientali. Quando poi si trasferisce a Vienna la sua fama di ritrattista lo precede. Il pastello fu definito da Rosalba Carriera, la pittrice italiana amata dai reali di Francia e dai nobili di mezza Europa, “il più bel pastello mai visto”.

    JEAN ÉTIENNE LIOTARD: LA CIOCCOLATAIA 1743/45 – Pastello su pergamena - 82,5 x 52,5 cm - Staatliche Kunstsammlungen – Dresda

    JEAN ÉTIENNE LIOTARD: LA CIOCCOLATAIA 1743/45 – Pastello su pergamena – 82,5 x 52,5 cm – Staatliche Kunstsammlungen – Dresda

    Una figura dritta, tra il grigio/rosa e il marrone che risaltano sullo sfondo neutro, dalla vita stretta sottolineata dal bianco immacolato del grembiule che ricopre buona parte del suo abbigliamento, sobrio, ma non immune da accenni civettuoli. Il tutto reso mediante una pittura dall’impatto immediato, senza sfumature, nitida e precisa e ridotta all’ essenziale. In quell’epoca la cioccolata era una bevanda per pochi. Se la potevano permettere solo le classi agiate. Per essere servita, come si vede nel pastello, bisognava avere supporti di valore: il vassoio laccato è una pregiata chinoiserie di

    Importazione; la tazza è una porcellana di Meissen; il sostegno per scongiurare che si rovesci, la trembleuse, è in argento massiccio. Un bicchiere d’acqua era parte di questo raffinato rituale alimentare. Questo brano di vita domestica è visto dalla parte di chi serve con accuratezza, dignità ed eleganza.

    Quella di Liotard è una pittura nitida, rifinita con un’accuratezza che risente della sua formazioni di miniaturista. Nella composizione non c’è alcun elemento superfluo: solo il vassoio, la tazza e il bicchiere d’acqua, in cui si riflette la luce delle finestre che illuminano l’ambiente. E’ che un giorno lontano, alla corte di Vienna, un eccentrico pittore svizzero ha compiuto un capolavoro. Ritraendo il suo volto pulito, le sue guance sfumate di rosa, i capelli che escono dalla vezzosa cuffietta ornata di pizzo, Liotard ha creato un’immagine perfetta di grazia femminile, destinata ad attraversare i secoli, avvolta nell’intensa scia dell’aroma del cioccolato.

     

     

     

     

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