martedì 16 febbraio ’16

    I.a Domenica di Quaresima

     

    nella fotografia un quadro di Franz Marc

     

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Signore, se non condivido la tua vita, la mia si complica. Se non ti cammino accanto, mi affatico. Se non ti comprendo, mi confondo. Se ti ferisco, mi sento lacerato. Se ti escludo, perdo le mie radici. Se ti trascuro, mi sento ingiusto. Se non percorro la tua strada, smarrisco la mia. Ti ascolto e mi ritrovo più saggio. Ti ringrazio e divento più ricco. Ti parlo e guarisco le mie ferite. Ho fiducia in te e cresce la mia speranza. Ti accarezzo e mi sento appagato. Mi consegno a te e mi sento protetto. Ti stimo e sento di valere. Ti guardo con purezza e comprendo ciò che è sacro. Ti sono fedele e mi sento genitore affidabile. Cerco la tua anima e trovo la mia. Cerco di essere più degno per te e mi sento degno di Dio. Amen

     

    GIUSEPPE ALLAMANO

    Ebbe don Bosco come insegnante e S. Giuseppe Cafasso per zio. Ordinato prete a Torino a 22 anni – era nato nel 1851- fu rettore del santuario della Consolata. Volle fondare un istituto dedicato all’annuncio «ad gentes»: nacquero così nel 1901 i Missionari della Consolata e nel 1909 le suore. Denunciò a Pio X l’insensibilità sulla missione e chiese l’istituzione di una giornata missionaria. Lo farà Pio XI nel 1927, un anno dopo la sua morte.

     

    La Parola di Dio del giorno (Matteo 6,7-15)

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno ancor prima che glielo chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.  Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»  

     

    Riflessione Per Il Giorno (dal Blog di Andrea Tornelli)

    Confesso di provare stupore nel sentir parlare dell’utero in affitto come di una conquista di civiltà. E’ accaduto in una trasmissione tv: il fatto che una coppia omosessuale avesse fatto nascere così i bambini poi da loro adottati è stato considerato cosa normale (ma la pratica è usata anche da coppie eterosessuali). Ci sono donne pagate per portare in grembo e far crescere un figlio fino alla nascita, quando sarà consegnata a coloro che lo hanno commissionato. Non giudico i sentimenti delle persone, il desiderio di paternità e maternità, la voglia di donare affetto, etc. Tutto giusto forse, ma è la dignità della donna viene svilita. Non ci sono differenze con chi si vende un rene al mercato nero per sopravvivere, anzi, ci sono: perché nel caso dell’utero in affitto (come fosse un monolocale a prezzi di mercato) è implicato un essere umano. Ci troviamo purtroppo di fronte a un chiaro sempio di colonizzazione ideologica e di sfruttamento dei poveri da parte dei ricchi…

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i medici e tutti coloro che nel mondo si dedicano alla cura degli infermi.

     

     Cattura

    Don’t Forget: BERGAMASCHI FAMOSI: BAROZZI GIOVANNI

    Nato nel 1420 da nobile famiglia veneziana e formato alla corte del Papa, fu nominato vescovo di Bergamo nel 1449. Si preoccupò della disciplina del clero e indisse tre sinodi. Durante la guerra che dal 1452 al 1454 oppose Venezia a Milano impedì la resa della città assediata e assicurò la fedeltà di Bergamo alla repubblica marciana. Dopo la pace di Lodi poté dedicarsi ancor di più al progresso spirituale della diocesi. Nel 1459 posò la prima pietra della cattedrale attuale progettata dal Filarete, istituì nuove parrocchie, tutelò i monasteri femminili, fuse i piccoli ospedali esistenti nel nuovo ospedale intitolato a S. Marco. Nel 1456 fu chiamato a reggere il patriarcato di Venezia. Morì nel 1466

    gingol

     

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