XXVIII Settimana del tempo ordinario
nell’immagine una fotografia di Robert Doisneau
Proverbio del giorno
Un visitatore prudente e accorto apre gli occhi, ma non la bocca. (Tanzania)
Iniziamo la Giornata pregando
O Dio onnipotente e misericordioso, ristoro nella fatica, sostegno nel dolore, conforto nel pianto, ascolta la preghiera, che coscienti delle nostre colpe, rivolgiamo a te: salvaci dalle angustie presenti e donaci un sicuro rifugio nella tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Edvige Religiosa e Duchessa
Nata nel 1174 in Baviera, la condizione nobile non le vietò di vivere la fede, esprimere la carità verso gli ultimi. Provata da sventure familiari e rivalità tra i due figli, seppe mostrare mitezza e saggezza che applicò a corte e nella politica estera. Quando il marito fu fatto prigioniero di guerra ne ottenne la liberazione. Si adoperò per migliorare le condizioni di vita dei carcerati e usò gran parte delle sue rendite per i poveri. Praticò austerità e mortificazione. Morì nel 1243 e fu subito venerata come santa.
La Parola di Dio del giorno Luca 11,37-41
In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l’esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Piuttosto date in elemosina quel che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà mondo».
BREVE COMMENTO AL VANGELO
Gesù rivela cosa c’è nell’interno del bicchiere, cioè nel cuore, che va purificato. Esso è pieno di avidità e di cattiveria. È il segno che Dio non abita in esso. Come si pulisce il cuore? Donando in elemosina ogni frutto d’avidità; spogliandosi di quanto non è frutto del lavoro. Si pulisce togliendo la cattiveria e sostituendola con la bontà, la misericordia, la carità, una parola di benevolenza e di comprensione.
Riflessione Per Il Giorno (Francesco Alberoni)
Francesco Gangemi, muratore disoccupato di 52 anni, è diventato il più famoso «influencer politico». I suoi interventi su Facebook generano milioni di interazioni, ma non superano mai la lunghezza di 2 o 3 frasi. Una pagina si chiamava «Sputtaniamoli tutti». Egli ammette di fare sempre e solo post che alimentano una tendenza già esistente quindi offensiva, denigratoria, anti-potere. Con milioni di contatti potenzia le tendenze, i rancori, gli attacchi, le fobie, i preconcetti comuni e diffusi, agisce da amplificatore di tutto ciò che nella politica è luogo comune, esagerazione, eccesso. Contribuisce, con altri come lui, a creare le onde emotive e irrazionali che i politici populisti cavalcano come «volontà generale». Gli opinionisti tipo Gangemi che influenzano decine di milioni di elettori non sono il segno della democrazia diretta, ma della tendenza a seguire i demagoghi semplificatori, la strada sicura verso dittature tipo Maduro in Venezuela o Erdogan in Turchia. Dittature che non possono dare ciò che promettono e così indebitano e portano alla rovina economica il Paese. Non solo: reprimono l’opposizione e uccidono la libertà. Forse questo non avverrà in Italia, ma da noi ci sono potenti forze politiche e culturali, appoggiate da certa stampa e tv, che agiscono in questa direzione: se raggiungono il potere, porteranno inesorabilmente a questo risultato.
Intenzione del giorno
Preghiamo per Papa Francesco perché Dio lo illumini e lo protegga.
Don’t forget! GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE
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238° quadro de: “1.000 quadri più belli del mondo”
Salvator Rosa (nato a Napoli nel 1615 e morto a Roma nel 1673) fu un pittore napoletano allievo di Jusepe de Ribera, che fu anche poeta e attore. Lavorò prima a Roma e poi si recò a Firenze dove lavorò comee pittore alla corte dei Medici. Nel 1649 ritornò a Roma dove cominciò per lui un periodo di riflessione durante il quale dipinse in prevalenza soggetti biblici, religiosi e mitologici.
Il quadro di oggi è una satira così esplicita del patrocinio artistico nepotistico di papa Alessandro VII, che quasi mandò il pittore in prigione. Eppure Salvator Rosa era molto fiero di questo quadro, tanto da esporlo alla mostra di pittura che si fece al Panteon per la festa di S. Giovanni. La reazione fu violenta e solo l’intervento del principe Mario Chigi salvò l’artista. Il quadro ritrae una giovane, bella e florida donna (la FORTUNA) che versa la sua cornucopia piena dei simboli della ricchezza e del potere, sul gruppo di animali che le stanno attorno: il pittore vuol dimostrare come sia tipico della fortuna dispensare i suoi beni a chi meno se li merita. Così tocca all’asino, rivestito del manto di porpora, a proteggere il gufo simbolo di saggezza; mentre il maiale selvatico calpesta una rosa (simbolo del nome del pittore) e quelle perle che il Vangelo |
raccomanda di non gettare ai porci. Il capro bruca tutto indifferentemente: erba, libri e tavolozza del pittore. Al rapace toccano le insegne regali ecc. E quanto agli altri animali come il bue, il toro ecc. è evidente come ognuno incarni una caratteristica negativa di individui che sono riusciti a conquistare il potere e la ricchezza non grazie alle loro doti, ma appunto grazie alla sorte, alla fortuna che qui non è bendata come di solito, ma fa tutto coscientemente a dimostrare come sia ingiusto che i privilegi, gli onori e appunto le fortune tocchino a chi non se li merita.
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