martedì 17 luglio ’18

    XV Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di Salvador Dalí

     

     

    Proverbio del Giorno

    «Meglio camminare con chi si ama che riposare con chi si odia (Cina)»

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Buon Dio, aiutami ad accettare questa giornata, sia per quello che avrà di piacevole sia per quello che avrà di difficile. Fa’ che oggi non cerchi solo la mia felicità, che non persegua solo i miei scopi, che non imponga le mie idee. Fammi attento e sensibile alle buone idee degli altri, al loro desiderio di essere riconosciuti e capiti; apri il mio cuore a tutti, soprattutto ai poveri e bisognosi. Amen

     

    Alessio, Mendicante.

    Fattosi povero, da patrizio che era, Alessio trascorreva le notti sotto una scala sull’Aventino: lì Papa Onorio III gli dedicò nel 1217 una chiesa. Secondo una tradizione siriaca, invece, il giovane fuggì la sera delle nozze a Edessa, dove visse da mendicante e morì. La variante greco-romana introduce il ritorno a Roma dove Alessio visse da mendico non riconosciuto dal padre. Fu Papa Innocenzo a scoprirne l’identità e a comunicarla ai genitori, che si recarono al capezzale del figlio ormai morente. Della sua figura si sono impadronite l’arte e la letteratura.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno (Matteo 11,20-24)

    Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!». 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Giacomo di Saroug 449-521)

    Sono partito in cerca di te e il Malvagio mi ha spiato come un ladro. Mi ha legato e incatenato nei piaceri del mondo cattivo; mi ha reso schiavo dei piaceri e mi ha chiuso la porta in faccia; e nessuno mi libera perché parta in cerca di te, o buon Signore! Signore, desidero esser tuo, camminare con te e medito sui tuoi comandamenti, notte e giorno. Non deludere la speranza del tuo servo, che aspetta.

     

    La riflessione del giorno (John Henry Newman)

    Io sono creato per fare e per essere qualcuno per cui nessun altro è creato. Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: un posto da nessun altro occupato. Poco importa che io sia ricco, povero, disprezzato o stimato dagli uomini: Dio mi conosce e mi chiama per nome. Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato a nessun altro. Io ho la mia missione. In qualche modo sono necessario ai suoi intenti tanto necessario al posto mio quanto un arcangelo al suo. Egli non ha creato me inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro. Sarò un angelo di pace un predicatore della verità nel posto che egli mi ha assegnato anche senza che io lo sappia, purché io segua i suoi comandamenti e lo serva nella mia Vocazione!

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i credenti riconoscano il Signore che va loro incontro e lo sappiano annunciare al mondo con fedeltà e gioia. 

      

    E don’t forget! 220° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”

     

    L’Annunciazione di Torino è l’opera di carattere sacro di più alto valore artistico nella produzione di Orazio Gentileschi, ma anche uno dei capolavori della pittura del XVII secolo. E’ stata dipinta dall’artista pisano nel 1623, durante il suo soggiorno a Genova. Fu inviata al duca Carlo Emanuele di Savoia per la cappella della sua residenza a Torino. Per l’originalità della composizione e l’apparente arcaismo, quest’opera straordinaria non sempre è stata compresa, anzi ha suscitato anche critiche negative. Nell’interpretazione del soggetto sacro, il Gentileschi si è ispirato alle opere del ‘400 fiorentino, e in particolare a quelle di Filippo Lippi e Donatello. La scena si svolge all’interno di una stanza, descritta dettagliatamente. La Vergine, sulla sinistra, è in piedi, in un atteggiamento ritroso che ricorda l’Annunciazione di Donatello. Chiusa nel mantello che stringe a sé, la Madonna abbassa la testa e lo sguardo, mentre solleva una mano in segno di devozione verso l’angelo inginocchiato davanti a lei. Per la pittura di carattere devozionale Orazio elabora uno stile in cui la fusione tra classicismo raffaellesco e realismo fiammingo è interpretata con raffinata sensibilità.

    ORAZIO GENTILESCHI: ANNUNCIAZIONE 1623 – olio su tela – 289 × 198 cm – Torino Galleria Sabauda

    La colomba dello Spirito Santo circondata dai raggi sembra derivare dai pittori olandesi (A. Van Dyck) attivi a Genova in quegli anni. Anche la descrizione dell’ ambiente risente dell’influsso fiammingo, sebbene filtrato dalla sua personale esperienza nello studio dal vero. A questo proposito si notino i particolari della finestra che al posto dei vetri è schermata da lastre di pergamena oleata; il candore allusivo delle lenzuola di lino, la luce diurna che pervade la stanza.  La bellissima tenda rossa drappeggiata e animata dalla luce rivela invece l’influsso di Rubens in un perfetto equilibrio spaziale e formale. R. Longhi presenta l’opera con queste parole: “Una dama aristocratica che ascolta attentamente le parole di un giovine gentiluomo nella sua stanza da letto”: così appare ai nostri occhi questa magnifica tela. Orazio riesce a fondere in un cultura classica di stampo fiorentino, con il “cinematografico” uso della luce inaugurato da Caravaggio.

     

     

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