Martedì 19 aprile 2022

     

    Ottava di pasqua

     

    Aforisma del giorno di Blaise Pascal

    Il cuore, e non la ragione, sente Dio. E questa è la fede: Dio sensibile al cuore e non alla ragione.

     

    Preghiera del giorno

    Effondi, Signore, la Tua benedizione sulla nostra famiglia e su tutta la famiglia umana in questo tempo di Pasqua. Custodisci e rafforza la nostra fede in Te e il nostro amore tra di noi e verso tutti. Dona la pace al mondo e la forza della testimonianza alla tua chiesa Per Cristo, nostro Signore. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Emma

    Vedova per 40 anni, fece della sua condizione un’occasione di perfezione spirituale. Alla morte del marito, era ricca, giovane e bella. Avrebbe potuto «rifarsi una vita», ma scelse la via della rinunzia al mondo. Una rinunzia né egoista né sterile, perché Emma si dedicò al prossimo. con la preghiera e la carità.

    Erede di un ricchissimo patrimonio, lo distribuì ai poveri e a istituzioni benefiche, per investirlo in opere di carità corporale e spirituale. Quando morì, nel 1040, si era spogliata di tutte le ricchezze materiali.

    S. Emma è modello di vedova cristiana, nel senso più ricco e più umano del termine, dando se stessa e moltiplicando la vita, in senso tanto sociale come spirituale.

     

    Parola di Dio del giorno

    In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?».

    Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!».

    Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

     

    Riflessione del giorno dai Fioretti di S. Francesco

    Fra Leonardo riferì che un giorno il beato Francesco, presso S. Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: “Frate Leone, scrivi”. Questi rispose: “Eccomi, sono pronto”. “Scrivi – disse – quale è la vera letizia”. “Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine, scrivi: non è vera letizia.

    Così pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltralpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re Inglese; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia”.

    “Ma quale è la vera letizia?”. “Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano ghiaccioli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite.

    E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo bussato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente questa, di andare in giro”. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un idiota e non abbiamo bisogno di te”.

    E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene da un’altra parte e chiedi là”. Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per quanti sono provati nella loro fede, perché non cedano al dubbio e allo smarrimento, ma ricerchino con insistenza la luce in Gesù salvatore. 

     

    Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo

    JEAN-FRANÇOIS MILLET, LE SPIGOLATRICI (Des glaneuses)

    1857 – olio su tela – cm 83,5 x 110 – Parigi, Musée d’Orsay

    Corrente artistica, il Realismo nacque a Parigi a metà 1800 e si caratterizzò per la rappresentazione della realtà delle persone umili: questo movimento traeva ispirazione anche dalle rivendicazioni avanzate in quegli anni dai ceti sociali più disagiati.

    Fra i più importanti rappresentanti del realismo c’è il pittore Jean-François Millet (1818-1875) il quale nelle sue opere rappresenta la vita dei campi e il lavoro dei contadini, che conosce bene perché egli stesso proviene da una famiglia di agricoltori. I suoi quadri sono meno crudi di quelli di Courbet e anche quando rappresenta il duro lavoro nei campi e la povertà delle abitazioni contadine, pervade le atmosfere dei suoi quadri con una grande serenità. Jean-François Millet era molto affezionato alla terra e ai lavoratori dei campi.

    Per dieci anni studiò attentamente il lavoro delle spigolatrici e il risultato delle sue osservazioni è proprio il dipinto “Le spigolatrici” che oggi presentiamo. Il quadro rappresenta le povere lavoratrici dei campi durante la loro attività come l’altro noto dipinto “Angelus”. Le spigolatrici rappresentavano il livello più basso del proletariato agricolo: queste donne infatti erano autorizzate a raccogliere frettolosamente le spighe risparmiate dalla mietitura giornaliera. Nel dipinto Millet dispone in primo piano le donne impegnate nel duro lavoro.

    In lontananza invece i mietitori sono rappresentati accanto a grandi covoni di grano: il loro raccolto è stato abbondante e la loro felicità è sottolineata dall’atmosfera più luminosa che li circonda. Un amministratore a cavallo che sorveglia il lavoro e che è probabilmente il proprietario o una persona di sua fiducia. Il quadro però non si limita a denunciare la condizione miserevole dei più poveri, ma si propone di restituire agli stessi una dignità che li fa assurgere a eroi del lavoro e della vita quotidiana.  

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