XVIA settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Edith Stein
Chi non ha gambe tanto sicure nel cammino della fede può servirsi della Croce come bastone.
Preghiera del giorno dai canti liturgici
Nel mare del silenzio una voce si alzò, da una notte senza confini una luce brillò, dove non c’era niente quel giorno. Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia vita insieme a te, avevi scritto già di me.
E quando la tua mente fece splendere le stelle, e quando le tue mani modellarono la terra, dove non c’era niente quel giorno. Avevi scritto già il mio nome lassù nel cielo, avevi scritto già la mia vita insieme a te, avevi scritto già di me.
Santo del giorno
S. Arsenio il Grande
Arsenio era nato a Roma nel 354 da nobile famiglia senatoria. Nel 383 l’imperatore Teodosio lo volle a Costantinopoli perché educasse i figli Arcadio e Onorio. Vi restò fino al 394, quando ottenne di ritirarsi nel deserto egiziano; una voce misteriosa gli avrebbe detto: «Fuggi gli uomini».
In Egitto si aggregò alla comunità degli anacoreti di Scete, in pieno deserto. Trascorreva notti intere in preghiera e meditazione: preghiera più di lacrime che di parole, poiché egli ebbe da Dio il “dono del pianto”.
Dal 434 al 450, che si presume sia l’anno della morte, Arsenio dovette vivere lontano da Scete, invasa da una tribù libica. Morì a Troe presso Menfi. Di lui, oltre a una cronistoria e a sagge massime, resta un ritratto in cui appare maestosamente alto e asciutto.
Parola di Dio del giorno Matteo 12,46-50
In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti».
Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Entra nel cortile dondolando sulle sue gambe tozze da tracagnotto, la testa bassa e il viso schermato da occhiali scuri nel tentativo di nascondere i cerotti che lo ricoprono…Parlotta col gruppo di amici che lo ascoltano attenti; a un tratto fragorosa scoppia la risata: “Che c’è?” chiedo. “Niente, niente” rispondono ridendo, tutti meno l’incerottato.
Che non brilli per intelligenza glielo si legge in faccia: campa di piccoli furti, poca cosa, giusto il necessario per il giorno. Ma qualche giorno fa si era deciso a fare il grande salto: un furto in piena regola. L’avevano informato dell’ora in cui la casa sarebbe stata deserta e del denaro che vi avrebbe trovato; si erano però dimenticati di informarlo su chi fossero gli abitanti, gente tutt’altro che disposta a farsi intenerire dalle esigenze sue o di chicchessia.
Colto di sorpresa a rovistare fra le loro cose, i suoi connazionali (perché proprio di loro si trattava) gli avevano concesso un’alternativa: “vuoi che ti denunciamo alla polizia o che ti riempiamo di botte?”. Senza esitare aveva scelto la seconda.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per i giornalisti e tutti coloro che lavorano nell’ambito della pubblica informazione, perché sappiano coniugare l’amore dalla verità con il rispetto dei loro lettori.
Don’t Forget! Compleanno don Bepo Vavassori
«VORREI VIVERE UNICAMENTE PER DIO»
1000 quadri più belli del mondo
JEAN-AUGUSTE INGRES MONTAUBAN: IL SOGNO DI OSSIAN
1813 – olio su tela – 348 x 275 cm. – Musée Ingres, Montauban.
Il Sogno di Ossian è uno dei qudri più famosi ed è considerato uno di quelli più emblematici del pittore francese Jean-Auguste Ingres (1780 – 1867). Ossian è il nome di un bardo leggendario dell’antica Scozia, figlio del guerriero Finn Mac Cumhaill e della poetessa Sadhbh (il bardo è un antico poeta o cantore di imprese epiche presso i popoli celtici).
Il dipinto trae spunto da “I Canti di Ossian”, uno dei bluff letterari più famosi della storia, che ebbe però un successo incredibile in Europa e appassionò Napoleone il quale commissionò ad Ingres questa tela, per la sua camera da letto nel Quirinale a Roma.
Nel quadro troviamo il vecchio Ossian in cima al monte Cromla, dove si svolge la scena: egli, addormentato, è chinato sulla lira che accompagna i canti dedicati ai compagni d’arme ed ai figli morti. Ossian è stanco, solo, avvolto nella nostalgia e nei ricordi.
Dietro a lui si materializzano, accalcati sulle nubi, i suoi cari.
In primo piano, coperto dall’armatura, il padre Fingal; sullo sfondo suo figlio Oscar, ucciso a tradimento, che abbraccia la moglie Malvinia. Il lamento dei morti è accompagnato dalla melodia delle lire suonate dalle giovani figlie del Re delle nevi.
Ingres distingue il mondo terreno da quello ultraterreno attraverso i colori: il mondo terreno è caratterizzato dai toni cromatici caldi, quello ultraterreno, popolato dai defunti, dai toni freddi. Avanza una folla bianca, composta dagli eroi pronti alla battaglia e dalle donne meste e rassegnate. Al centro figura il Re delle Nevi.
L’esperienza italiana di Ingres e lo studio dei manieristi toscani ha influenzato l’opera, per la sua bellezza formale e per la sensualità delle figure femminili. Ingres dipingeva con colori piatti, scialbi e privi di vivacità: le caratteristiche della sua pittura si notano, ad esempio, dal contrasto dalle figure marmoree, in pose classiche, che emergono dallo sfondo scurissimo.
Le tenebre di sfondo, e la luce bianca che ne emerge, danno ancora di più delle sembianze oniriche alle figure posizionate sulle nuvole: è il sogno, sono i ricordi, del vecchio Ossian.
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