mercoledì 21 aprile ’21

     

    nell’immagine un dipinto di Marianne von Werefkin

     

    Terza Settimana di Pasqua

     

    Proverbio del giorno (Germania)

    Si impiccano i piccoli ladri, di fronte ai grandi ci si leva il cappello.

     

    Preghiera del giorno

    Fac, precor, Domine, me gustare per amorem quod gusto per cognitionem; sentiam per affectum quod sentio per intellectum; plus debeo quam meipsum totum; sed nec plus habeo, nec hoc ipsum possum per me reddere totum.

    Trahe me, Domine, in amorem tuum, vel hoc ipsum totum.

    Totum, quod sum, tuum est conditione; fac totum tuum dilectione.

    Amen

    Ti prego, Signore, fa’ che io gusti attraverso l’amore quello che gusto attraverso la conoscenza.

    Fammi sentire attraverso l’affetto ciò che sento attraverso l’intelletto.

    Tutto ciò che è tuo per condizione Fa’ che sia tuo per amore.

    Attirami tutto al tuo amore; fa’ tu, o Cristo, quello che il mio cuore non può.

    Ciò che tu che mi fai chiedere, concedimelo.

    Amen

     

    ANSELMO d’AOSTA: Nasce verso il 1033 ad Aosta da genitori nobili e ricchi. Travagliato il rapporto con la famiglia che lo invia da un parente per l’educazione.

    Sarà solo con i benedettini d’Aosta che Anselmo trova il suo posto: a 15 anni sente il desiderio di farsi monaco.

    Contrastato dai genitori decide di andarsene: dopo tre anni tra la Borgogna e la Francia centrale, va ad Avranches, in Normandia, dove si trova l’abbazia del Bec. Qui conosce il priore Lanfranco di Pavia che ne cura il percorso di studio.

    Nel 1060 Anselmo entra nel seminario benedettino del Bec, di cui diventerà priore.

    Qui avvierà la sua attività di ricerca teologica che lo porterà a essere annoverato tra i maggiori teologi dell’Occidente.

    Nel 1093 diventa arcivescovo di Canterbury.

    A causa di dissapori con il potere politico è costretto all’esilio a Roma due volte. Muore a Canterbury nel 1109.

     

    Parola di dio del giorno – Giovanni 6,35-40

    In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.

    Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono sceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

    E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno.

    Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

     

    Riflessione del giorno (Mons. Tonino Bello)

    Pasqua è liberazione, speranza, gioia. Se Cristo è risorto possiamo costruire rapporti nuovi. Ogni accoglienza mancata è Anti-Pasqua.

    Ogni rifiuto è Anti-Pasqua: rifiuto della casa, lavoro, istruzione, diritti primari. Anti-pasqua è lasciare il prossimo nel vestibolo malinconico della vita, dove si tira a campare, dove si vegeta solo.

    Anti-pasqua è passare indifferenti vicino al fratello che è rimasto con l’ala, l’unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine.

    E si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con te. Soprattutto per questo fratello sfortunato, dammi, o Signore, un’ala di riserva.

    Un’ultima implorazione, o Signore. E’ per i poveri. Per i malati, i vecchi, gli esclusi, per chi ha fame e non ha pane. Ma anche per chi ha pane e non ha fame.

    Per chi si vede sorpassare da tutti. Per gli sfrattati, gli alcolizzati, le prostitute. Per chi è solo.

    Per chi è stanco. Per chi ha ammainato le vele. Per chi nasconde sotto il coperchio di un sorriso, cisterne di dolore.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo perché abbia fine la violenza endemica in America Centrale, soprattutto in Messico (narcotraffico) Honduras (paese più violento del mondo) Venezuela, El Salvador…

     

    Don’t forget! Persecuzioni dei Cristiani nella storia

     

    L’epoca Selgiuchide e l’inizio delle Crociate

    Nel Medioevo, con il termine “turchi”, si intendeva l’insieme delle popolazioni nomadi provenienti dalle steppe dell’Asia centrale, aventi uno stesso ceppo linguistico e che praticavano la pastorizia.

    Già prima dell’anno Mille piccoli gruppi di turchi erano entrati in contatto con i bizantini, sia come schiavi sia come mercenari nell’esercito imperiale, ma sarà nel millennio dopo che gli spostamenti in direzione ovest diventeranno una vera e propria invasione.

     

     

    In questo caso si trattava di molte tribù che, sul finire del X secolo, si erano riunite sotto l’autorità di Seljuk, capostipite dell’omonima dinastia, che in seguito si convertì all’Islam. Il primo territorio di conquista fu la Persia, da parte del figlio di Seljuk, il sultano Tughril Bey, che fissò la capitale prima a Isfahan, poi a Baghdad.

    Da qui i turchi si diressero verso l’Armenia, e poi in direzione di Bisanzio, attirati dagli altopiani dell’Anatolia, le cui condizioni climatiche erano favorevoli alla pastorizia. Inevitabile fu lo scontro con l’impero bizantino che riuscì a bloccare i selgiuchidi, sconfiggendoli nel 1047 a Erzurum.

    Nel 1063 il comando delle tribù venne allora assunto dal nipote di Seljuk, noto come Alp Arslan (“leone valoroso”), che sbaragliò gli avversari bizantini a Melitene (1057) e Sebastea (1059), proseguendo poi a ovest.

    La battaglia epocale si svolse nell’agosto 1071 a Manzikert, in cui l’esercito bizantino guidato da Romano Diogene venne annientato e l’imperatore catturato.

    Questa vittoria permise ai selgiuchidi di penetrare sempre di più in Anatolia dove nel 1077 fondarono il sultanato di Rum chiamato così perché occupava i territori dell’impero di Bisanzio, che gli arabi indicavano come Rum (Roma); la capitale venne posta a Nicea, a soli 600 Km da Costantinopoli, una vicinanza pericolosa che convincerà l’imperatore bizantino Alessio Comneno a chiedere l’intervento dell’Occidente, dando origine al fenomeno crociato, destinato a proseguire per i due secoli successivi.

     

    Le Crociate

    Guerrieri turcomanni selgiuchidi

    Fu proprio l’indebolimento dell’impero bizantino a seguito della conquista Turcomanna e dello stabilizzarsi del sultanato Selgiuchide nei territori appartenenti all’impero romano di Oriente, a provocare le Crociate.

    L’imperatore bizantino Alessio Comneno, 20 anni dopo la sconfitta del suo esercito nel 1071 a a Manzikert fece appello a Papa Urbano II e si offrì di pagare il costo della crociata pur di rientrare in possesso dei territori caduti sotto il sultanato Selgiuchide.

    L’appello del Papa fu raccolto dalle potenze europee soprattutto dal regno dei Franchi (i primi crociati saranno identificati dai musulmani coi Franchi detti Faranj) Nella breve e sommaria ricostruzione storica che stiamo realizzando eviteremo con cura di esprimere giudizi a favore o contro un fenomeno così complesso e controverso come quello crociato, limitandoci solo a segnalare i martiri dichiarati tali dalla chiesa.

    E non parliamo dei soldati cristiani uccisi a causa delle guerre in atto, ma di chi ha testimoniato la fede anche a costo della vita.

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com