4a Settimana di Avvento
4.a Antifona della novena di natale
«O chiave di Davide, scettro della casa di Israele, che apri, e nessuno può chiudere, chiudi, e nessuno può aprire, vieni, libera l’uomo prigioniero, che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte».
Preghiera del giorno
Tu hai voluto, o Padre, che all’annuncio dell’angelo la Vergine immacolata concepisse il tuo Verbo eterno, e avvolta dalla luce dello Spirito Santo divenisse tempio della nuova alleanza: fa’ che aderiamo umilmente al tuo volere, come la Vergine si affidò alla tua parola.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
S. Vincenzo Romano
Vincenzo nacque a Torre del Greco, Napoli, il 3-6-1751. Studiò nel seminario di Napoli avendo come docente Alfonso M. de’ Liguori. Ordinato il 10-6-1775, svolse il suo apostolato a Torre del Greco.
Nel 1794 un’eruzione del Vesuvio distrusse la città: don Vincenzo si dedicò all’opera di ricostruzione materiale e morale sia della città che della chiesa, che volle più grande e più sicura. Alla ricerca di nuovi metodi per avvicinare i fedeli, introdusse a Torre la sciabica per avvicinare i passanti e invitarli alla preghiera.
Spesso si fece mediatore dei contrasti sorti fra gli armatori delle «coralline» e i marinai che affrontavano i rischi e la fatica della pesca del corallo. Morì il 20 dicembre 1831. È stato canonizzato da papa Francesco il 14 ottobre 2018. I suoi resti mortali sono venerati nella basilica di S. Croce a Torre del Greco. Anche la sua casa natale, è meta di pellegrinaggio.
Parola di Dio del giorno Luca 1,26-38
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.
Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Riflessione del giorno di Franca Negri
Annunciare la Speranza non significa intingere le parole nella melassa, scambiando il sale con lo zucchero. È terribile annunciare la Speranza perché prima occorre riconoscere la disperazione del mondo. È terribile la notizia buona della Misericordia perché esige il previo riconoscere la nostra miseria.
Cioè guardare in faccia la realtà e, sulla base di quanto detto a Mosè, nessuno può guardarla senza, in qualche modo, morire. La grazia suppone una condanna. La speranza un futuro perduto. La speranza non ha bisogno del futuro. Ha bisogno dell’Eterno. Apre una strada in mezzo al mare. “Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente”.
Intenzione di Preghiera per il giorno
Per chi è giunto alla fine di quest’anno con le mani e il cuore vuoto, perché il suo cuore diventi la mangiatoia dove Maria depone a riposare il suo figlio Gesù.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO: RITRATTO DI SANTINA NEGRI
1889 olio su tela 81 cm x 107 cm Accademia Carrara Bergamo
L’opera rappresenta il compendio della formazione ottocentesca del pittore prima della svolta divisionista alla fine del secolo, rappresentata dalla celebre tela di impegno sociale “Il Quarto Stato”.
Il motivo del dipinto fu la morte repentina della sorella Antonietta nel 1889 quando egli si trovava a Parigi per visitare l’Esposizione universale: appresa la notizia, rientrò immediatamente a Volpedo e volle rappresentare la sua sofferenza con la raffigurazione di una giovane donna (la modella Santina Negri) che, leggendo un piccolo libro (o una lettera) ricorda un fatto doloroso.
Solo in un secondo momento il pittore aggiunse la rappresentazione di una viola del pensiero essiccata tra le pagine aperte in mano alla ragazza, come testimonia la fotografia scattata nello studio del pittore prima dell’aggiunta. La pansé è il riassunto emotivo e cromatico dell’intera composizione fondendo in sé il beige della parete, l’azzurro della gonna e il giallo della fusciacca.
Lo stesso Pellizza scriverà nel 1900 all’amico e critico Vittorio Pica ricordando l’episodio: “di ritorno, colpito dalla morte di una sorella, volli ricordare il mio dolore con una mezza figura intitolata appunto il ‘ricordo di un dolore’, il quale fu il primo di una serie di altri lavori”.
Alla chiusura della “Mostra di belle arti” che si tenne in Accademia Carrara nel 1897, Pellizza donò all’istituzione l’opera, presente in quell’esposizione, come ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti nel 1888-1890 nel ritratto sotto la direzione di Cesare Tallone (cfr. Giuseppe Pellizza da Volpedo. Oltre alla solidità di Tallone, si fondono sulla tela gli insegnamenti dei Macchiaioli e le ricerche d’ambito psicologico compiute a Brera.
La monumentalità della composizione insieme alla netta scansione dei volumi e alla pennellata vigorosa temperano il sentimentalismo della scena. All’opera più famosa del Pellizza (che a continuazione presentiamo) “L’avanzata del 4° Stato” dedicheremo il blog del prossimo martedì.
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