martedì 21 agosto ’18

    XX Settimana del tempo ordinario

    Proverbio del giorno

    Non si può tagliare l’acqua con la spada. (Laos)

    Iniziamo la giornata pregando

    Signore, noi ci impegniamo a essere costruttori di pace, non ci presteremo a essere strumenti di violenza e distruzione; difenderemo la pace, pagando di persona se necessario. Signore fa’ di noi operatori di pace e di giustizia. Amen

    Pio X. Giuseppe Sarto, vescovo di Mantova (1884) e patriarca di Venezia (1893), sale al papato col nome di Pio X. Come Papa afferma che la partecipazione ai SS. Misteri è la fonte prima e indispensabile alla vita cristiana; difende l’integrità della dottrina della fede, promuove la comunione eucaristica dei fanciulli, avvia la riforma della legislazione ecclesiastica, si occupa della Questione romana e dell’Azione Cattolica, cura la formazione dei sacerdoti, fa elaborare un nuovo catechismo, favorisce il movimento biblico, promuove la riforma liturgica e il canto sacro

    Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 19,23-30

    Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 
    Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi». 

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Si noti come il premio promesso da Gesù a coloro che lo seguono è esattamente il rovescio di quelli promessi dal mondo a coloro che ne seguono i dettami: le banche a chi deposita sui loro conti promettono l’1% o poco più. Gesù a chi deposita (noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito) sui conti del Regno promette in 100% già in questa vita. Lo sa bene chiunque abbia sperimentato quanto sa essere generosa e prodiga la Provvidenza divina.

    Riflessione per il giorno (Mons. Ravasi Mattutino)

    Gesù – che la pace sia con lui – disse: «Il mondo è un ponte. Attraversalo, ma non fermarti lì!». A 40 Km da Agra, celebre per il suo indimenticabile Taj Mahal, si leva la città fantasma di Fatehpur Sikri, edificata nel ‘500 dal re Akbar, fautore del dialogo interreligioso. Ebbene, sulla moschea di quella città era stata incisa questa frase assegnata a Gesù. Il detto germoglia dai Vangeli, là dove Cristo invita a cercare un altro tesoro rispetto a quelli che offrono la storia e la terra, e a non affannarsi nell’accumulo dei beni caduchi. Il Vangelo apocrifo di S. Tommaso, contiene quest’altro appello di Gesù: «Siate gente di passaggio». Ed Ebrei suggerisce al cristiano di «uscire dall’accampamento» provvisorio in cui ci troviamo perché «non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura». La nostra civiltà è di matrice sedentaria, tant’è vero che detestiamo i nomadi che s’accampano ai bordi delle città. Eppure, mai come in questi tempi l’umanità e frenetica nel viaggiare, migrare, cercare. E spesso questa pulsione interiore è solo segno di scontentezza, d’insoddisfazione, di attesa frustrata. Ecco perché è importante muoversi non solo fisicamente, ma anche spiritualmente, tenendo fissa una meta che dia senso all’esistenza. Oltre il ponte e il fiume turbolento della storia cerchiamo un approdo che sia però più in là, nell’infinito e nei vasti orizzonti dell’anima.

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i bambini del catechismo, per i catechisti e i genitori

    Don’t forget!

    229° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

    DIEGO VELAZQUEZ: LOS BORRACHOS – EL TRIUNFO DE BACO

    1928 – olio su tela – cm 165 x 225 – Museo Prado Madrid

    Il tema di questa tela, eseguita da Velazquez a Madrid intorno al 1628 prima di partire per l’Italia, sarebbe stato suggerito al pittore da Pieter Paul Rubens che gli avrebbe narrato di una festa, avvenuta a Bruxelles nel 1612, nella quale un uomo vestito di un telo di lino e incoronato di pampini era entrato alla presenza degli arciduchi Alberto e Isabella a cavallo d’una botte, insieme a otto compagni. La compresenza di due titoli, mette in luce le due diverse componenti dell’opera: dividendo il quadro in due parti, ci si accorge infatti che quella di sinistra, incentrata sulla figura di Bacco, fa pensare a un’opera di tono classico alla quale meglio corrisponde il secondo titolo, mentre alla parte di destra, che trasforma il mito in un momento quotidiano, faceto e popolare, si adatta di più “Los Borrachos” (gli ubriachi). Perno della composizione è Bacco che, seduto su una botte sotto una vite, incorona un umile devoto. I personaggi popolari che gli si assiepano attorno sulla destra sono differenziati nelle pose e negli abiti, rappresentando quindi diverse condizioni sociali. Il soldato, che si inginocchia con le mani giunte nel ricevere la corona, sembra quasi partecipare a una cerimonia religiosa e, con le altre due figure in primo piano disposte in diagonale, pare uno dei re Magi: un’allusione ironica forse voluta dal pittore. La figura di Bacco, dall’incarnato chiaro, l’aspetto opulento e la carica sensuale fanno pensare al “Bacco Adolescente” del Caravaggio. Nella parte destra del dipinto, notiamo, che un’unica figura non si rivolge al dio, ma guarda davanti a sé alzando la tazza bianca colma di vino. C’è in quest’opera un’ambiguità di significato tipica del pittore spagnolo che sa unire la perfezione classica alla quotidianità più popolare (i “devoti” di Bacco sembrano tolti dalla strada). Non solo: la corona che il dio pone sul capo del giovane non è di foglie di vite, ma di edera simbolo della poesia: Velasquez voleva forse fare un tributo al vino che non solo fa ubriacare, ma sprigiona la libertà e la creatività artistica. In ogni caso si tratta di un quadro bellissimo, indimenticabile.   

     

     

    nell’immagine  un dipinto di Diego Velázquez 

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com