martedì 22 giugno ’21

     

    12.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Frasi di saggezza (Arnaud Desjardin)

    Non c’è nulla di intelligente nell’essere infelici.

     

    Preghiera Davide Maria Turoldo

    A tutti i cercatori del tuo volto, mostrati, Signore; a tutti i pellegrini dell’assoluto, vieni incontro, Signore; con quanti si mettono in cammino e non sanno dove andare cammina, Signore;

    affiancati e cammina con tutti i disperati sulle strade di Emmaus; e non offenderti se essi non sanno che sei tu ad andare con loro, tu che li rendi inquieti e incendi i loro cuori;

    non sanno che ti portano dentro: con loro fermati poiché si fa sera e la notte è buia e lunga, Signore. Amen

     

    Santo del giorno

    TOMMASO MORO è il nome italiano di Thomas More, avvocato, scrittore, uomo politico inglese. More ha coniato il termine «utopia», indicando un’immaginaria isola dotata di una società ideale che descrisse nella sua opera più famosa, «L’Utopia», del 1516.

    È ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla pretesa di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d’Inghilterra, una decisione che mise fine alla sua carriera politica conducendolo alla pena capitale con l’accusa di tradimento.

    Nel 1935, è proclamato santo da Papa Pio XI; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei santi della chiesa anglicana assieme all’amico John Fisher decapitato 15 giorni prima. Nel 2000 S. Tommaso Moro fu dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.

     

    La Parola di Dio del giorno – Matteo 7,6.12-14

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

    Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano.

    Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».

     

    Riflessione del giorno – Frammenti di vita

    La sua storia, per quanto difficile, fino a poche settimane fa non si era discostata da quella di migliaia di altri africani come lui: partito giovanissimo dal suo paese, si era avventurato attraverso il Sahara in un percorso durato mesi fino ad approdare in Libia dove aveva trovato qualche lavoro che gli aveva permesso di sommare la cifra necessaria alla traversata.

    Dopo l’approdo a Lampedusa e l’ospitalità in un “campo” della nostra provincia, aveva ottenuto il permesso di soggiorno.

    Accolto al Patronato, lo si è aiutato a trovare un posto di lavoro dove si è adattato di buon grado a turni e orari non sempre facili e si è fatto notare per impegno e dedizione.

    Figlio unico, aveva deciso di aiutare in tutti i modi l’unica persona che gli era rimasta, sua mamma, alla quale inviava il suo stipendio perché lo investisse in una casa nuova che in due anni aveva preso forma ed era ormai pronta per essere abitata.

    Poi la tragedia: la mamma, la cui salute da qualche tempo sembrava incrinata, moriva improvvisamente. Di colpo il giovane si è trovato solo, senza un soldo (tutto è stato speso per i funerali) e forse anche senza casa.

    Passati i giorni del lutto e della disperazione, si è rivolto a noi dicendo: “Mi rimanete solo voi: mi date una mano a ricominciare tutto da capo un’altra volta?”.  

          

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per quelli che più faticano a rinunciare alle seduzioni del mondo e ne rimangono vittime e prigionieri.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    GILBERT STUART: IL PATTINATORE (RITRATTO DI WILLIAM GRANT)

    1782 – olio su tela – 245,5 x 147,4 cm – National Gallery of Art, Washington USA

    Gilbert Stuart (1755 – 1828) è un pittore statunitense, autore dei ritratti ufficiali dei primi cinque presidenti degli Stati Uniti (il suo ritratto di George Washington è tuttora riprodotto sulle banconote da 1 dollaro).

    Nel 1775, Gilbert Stuart salpò per Londra, dove il pittore Benjamin West lo accolse nella sua casa. Il quadro del “pattinatore” segna la fine del suo apprendistato quinquennale da West.

    Il motivo del pattinaggio non aveva precedenti nella tradizione britannica dei ritratti a grandezza naturale. Quando William Grant da Edimburgo, andò da lui per farsi fare un ritratto, osservò che, siccome “per il freddo la giornata era più adatta per pattinare che per sedersi ritratto”, uscì a pattinare sul fiume di Hyde Park.

    Quando Grant tornò, il pittore ebbe l’idea di ritrarlo mentre pattinava nel paesaggio invernale con le torri di Westminster in lontananza.

    Nel quadro Grant scivola in avanti senza sforzo con le braccia incrociate sul petto e la testa abbassata leggermente, dominando la scena.

    Il grigio scuro del cappotto, del kilt e delle scarpe eleganti è alleggerito dal candore della cravatta, dal risvolto di pelliccia, da un guanto marrone chiaro e dalle fibbie argentate.

    Dietro a Grant il paesaggio invernale con i pattinatori sullo sfondo, gli alberi e lo skyline di Londra che include le due torri dell’ Abbazia di Westminster.

    La figura di Grant divide la tela in due metà: a dx l’albero spoglio fissa la composizione segnata dal moto; a sx, il dinamismo dei pattinatori, è accentuato dal gomito sporgente e dal gonnellino di Grant.

    Il grigio cielo invernale contribuisce a uniformare  i colori facendo risaltare  ancora di più il protagonista.

    Il risultato sorprendente del ritratto nasce dal contrasto fra l’atteggiamento giocoso e un po’ frivolo del protagonista che si diverte a pattinare come tutti, nobili e plebei e il portamento solenne accentuato dallo sguardo penetrante di chi è consapevole della propria importanza e delle cariche che riveste.

     

    Buon Compleanno don Davide! 

    Caro don Davide,

    oggi abbiamo pensato di fare un “furto di parole” per il tuo compleanno e di regalartele perché da sempre ti appartengono.

    Raccontano la tua vita, dicono la tua passione per l’uomo, per le sue fatiche, ma dicono anche una fede e carità grande piena e totale. Raccontano la gioia del dare, dello spendersi, raccontano la presenza la dove è facile l’assenza.

     

    “Quando essere invisibile è peggio che non vivere

    Nessuno ti vede, io Sì

    Quando tu non sai più dove andare

    Io sto qui

    Non lo so, io, che destino è il tuo

    Ma se vuoi, sei mi vuoi, sono qui

    Nessuno ci crede, io si

    Quando impari a sopravvivere e accetti l’impossibile

    Nessuno ci crede, io sì”

    (Laura Pausini – Io sì)

     

    Grazie per la tua presenza, per la tua testimonianza di una vita povera e discreta; oggi vorremmo noi trovare per te parole di incoraggiamento, di gioia, di serenità e dirti noi ci siamo, non sentirti solo in questa avventura.

     

    gli amici del Patronato

     

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