nell’immagine un dipinto di William Vincent Cahill
XXVa Settimana T. Ordinario
Proverbio del Giorno
La spada ha due fili taglienti, la lingua ne ha cento. (Turchia)
Preghiera del giorno
O Padre, che ci chiami ad amarti e servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana; salvaci dalla cupidigia delle ricchezze, e fa’ che alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Maurizio, Candido, Exuperio, Vittore e compagni Martiri
Euleterio, vescovo di Lione, narra di centinaia di soldati martiri capitanati da Maurizio e appartenenti alla legione “tebea” sterminati perché si rifiutarono di andare in Gallia a perseguitare cristiani. Nel Vallese, dove il loro culto è molto antico, nel 1893 è stata trovata una basilica risalente a quell’epoca
La Parola di Dio del Giorno (Lc 8,19-21)
Andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».
Riflessione Per Il Giorno (Aforisticamente)
HOLECKOVA PATRICIE è nata il 21 dicembre del 1950 a Martin nell’allora Cecoslovacchia ed è una scrittrice: i suoi aforismi sono stati pubblicati su giornali e riviste. Il suo primo libro è stato pubblicato nel 2004 nell’antologia dell’aforisma ceco “La lingua non farà male alla buona parola” e l’anno successivo ha pubblicato il la sua prima collezione indipendente dal titolo “Aforismi”. Ne proponiamo alcuni che offrono abbondanti spunti per la riflessione: L’aforisma è un pensiero divertente fino al momento in cui lo capiamo…La verità fa male, anche quando non provoca danni, la bugia fa danni anche quando non fa male…La verità è un quadro astratto. Prendi una bugia invece, ha dettagli talmente nitidi che la scambi per una fotografia…Non lamentarti dell’ingiustizia: la giustizia potrebbe essere molto peggio…Il filosofo ritiene che la verità non esista, il politico invece è convinto che non sia necessaria…La fede va oltre la ragione, ma non la sostituisce…E’ facile trasformare una mano vuota in un pugno…L’ amore è l’unica malattia che si trasmette con lo sguardo
Intenzione del giorno
Preghiamo per i carcerati e tutte le persone in attesa di giudizio.
Don’t forget: 22-09-1968
Muore don Carlo Avogadro, PSV
“I 1000 quadri più belli del mondo”
Il pittore francese CHARDIN JEAN-BAPTISTE SIMÉON (Parigi 1699-1779), figlio di uno dei più famosi ebanisti parigini, è riconosciuto come uno dei grandi maestri del ‘700 francese e la pittura del 1800 ha riconosciuto in lui una delle sue principali fonti di ispirazione. Quello che oggi presentiamo è una delle sue opere più note e riuscite. Un giovane affacciato alla finestra è intento in un gioco che conosciamo tutti: fare le bolle di sapone. Grazie a una cannuccia, realizza una bolla simile a una palla di vetro, mentre un bambino con un cappello piumato che dovrebbe farlo sembrare più alto, lo guarda ammirato. Sembra una delle solite immagini di “genere”, ovvero scene di vita quotidiana, ma quello che vediamo non è solo il racconto di un gioco, ma nasconde nella sua semplicità spensierata una riflessione più interessante. Il giovane, infatti, rappresenta una metafora della “vanitas”, un monito molto comune nella storia dell’arte con il quale si ricorda la precarietà delle cose terrene. L’impegno con cui lui realizza la bolla porta solo a produrre un oggetto effimero, che non verrà salvato dalla sua bellezza evanescente ma seguirà il suo destino, pochi secondi dopo che il giovane avrà abbandonato la cannuccia. Eppure è proprio la meraviglia della creazione di bellezza che imbriglia l’ammirazione dell’umanità, rappresentata dalla figura in secondo piano, che guarda rapita e forse invidiosa la bravura nel realizzare qualcosa di magico, anche se non durerà.
La bellezza della bolla di sapone è racchiusa nella sua essenza di sogno impossibile, nasce dal niente e sembra solida e leggera, vola in modo imprevedibile e altrettanto imprevedibilmente si frantuma, ritornando quello che era: vento e luce. E grazie a questa bolla apparentemente innocua Jean-Baptiste Siméon Chardin realizza un paradosso, dipinge un momento di bellezza impossibile da preservare ma così facendo, la rende eterna. Attraverso l’arte, che rende tutto immortale, trasforma il suo monito in una sorta di ironica rivincita verso il destino, che vorrebbe ricordarci come è fragile la nostra vita, come apparentemente illusoria l’eternità, ma che proprio attraverso la pittura viene ingannato.
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