Martedì 23 gennaio 2024

     

    III Settimana del Tempo Ordinario

     

    Accadde il 23 gennaio…

    1556 – Un terremoto, con epicentro nella provincia cinese di Shaanxi, causa almeno 830.000 morti.

    1579 – L’Unione di Utrecht si costituisce come repubblica protestante nei Paesi Bassi.

    1789 – Il Georgetown College di Washington diventa il primo college cattolico degli Stati Uniti

    1799 – Le truppe francesi entrano a Napoli e istituiscono la Repubblica Napoletana.

    1950 – La Knesset approva una risoluzione che dichiara Gerusalemme capitale di Israele

     

    Aforismi dei Santi: M. Teresa di Calcutta

    Quanto meno abbiamo, più diamo. Sembra assurdo, però questa è la logica dell’amore.

     

    Preghiera

    Dio onnipotente ed eterno, guida le nostre azioni secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Secondo un’antica tradizione, il 23 gennaio si fa memoria dello sposalizio della Vergine Maria e di san Giuseppe. Da sempre gli artisti hanno realizzato dei capolavori in riferimento a questo evento. Sembra che le origini liturgiche di questa festa siano riferibili agli inizi del XV secolo.

    A partire dal secolo successivo, tale festa fu accolta tra le celebrazioni di diversi Ordini religiosi, quali i Francescani, i Servi di Maria e i Domenicani. Fu promossa anche da diversi Pontefici, ma ebbe in San Gaspare Bertoni fondatore della Congregazione delle Sacre Stimmate di Nostro Signore Gesù Cristo (gli “Stimmatini”) un fervido e convinto apostolo.

    Tuttavia, la Congregazione dei Riti, nel 1961, la pose tra le feste di “devozione”, ne permetteva la sussistenza per motivi “veramente speciali” o in riferimento a luoghi determinati nei calendari particolari.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 3,31-35

    In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo.
    Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».

    Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

     

    Riflessione

    Le bombe non han fermato gli incontri di catechismo nella striscia di Gaza. I bimbi hanno continuato a prepararsi per la 1.a Comunione, guidati da María del Pilar e María del Perpetuo Socorro, due religiose missionarie peruviane della Famiglia del Verbo Incarnato. La domenica del Battesimo del Signore i bambini della S. Famiglia, l’unica parrocchia cattolica di Gaza, hanno ricevuto l’Eucarestia.

    Avrebbe dovuto impartirgliela il cardinale Pierbattista Pizzaballa, nella tradizionale visita alla Striscia di dicembre. Purtroppo, però, il Patriarca non ha potuto raggiungere l’enclave a causa del conflitto. È stato il parroco vicario, padre Yusuf, ad amministrarla. «Abbiamo addobbato la chiesa con il poco che avevamo perché fosse un giorno speciale per tutti».

    Il Patriarcato latino di Gerusalemme ha sottolineato il grande impegno della S. Famiglia nel continuare ad impartire i Sacramenti «in questo tempo di difficoltà. Tutti i giorni si celebra la Messa a cui partecipano i tanti che hanno trovato rifugio all’interno della Chiesa».

    I cristiani nella Striscia sono 992, di cui 135 cattolici, su un totale di 2,3 milioni di abitanti che la Chiesa assiste – senza distinzione di religione– con 3 scuole, 3 centri per i più poveri, dieci centri sanitari. Il complesso parrocchiale della S. Famiglia ospita quasi 600 sfollati.

     

    Intenzione di preghiera

    Per la comunità cristiana di Gaza e Cisgiordania, perché continuino a vivere con coraggio la fede, sostenute dalla carità e dall’affetto della chiesa universale.

     

    Don’t forget! I 1000 quadri più belli… Impressionisti

    PIERRE-AUGUSTE RENOIR:

    GLI OMBRELLI

    1883 – Olio su tela – 180 cm x 115 cm  

    National Gallery di Londra.

     

    Quando, nel 1917, Gli ombrelli fu esposto alla National Gallery di Londra i riconoscimenti si possono sintetizzare in questa breve recensione: “Dal momento in cui il quadro è stato esposto tra le più famose opere dei classici, abbiamo la gioia di constatare che un nostro contemporaneo ha preso posto tra i grandi maestri della tradizione europea”.

    La genesi del dipinto fu lunga e segnata da due eventi: il viaggio in Italia di Renoir e, al suo ritorno, un ripensamento circa la sua tecnica pittorica. L’opera rappresenta, da questo punto di vista, uno spartiacque: iniziato prima del viaggio in Italia, esso risente ancora dello stile impressionista, ma, continuato al ritorno, la tecnica risulta rinnovata il che emerge chiaramente, se si confrontano le figure di donne in primo piano: il gruppo di destra risente ancora della pennellata frammentata di stampo impressionista, mentre dalla figura femminile sulla sinistra traspare oltre alla già citata compattezza nell’uso del colore, una maggiore solidità delle forme e una netta delineazione dei contorni.

    Due stili differenti che l’artista ha saputo ben fondere, creando omogeneità ed equilibrio. S’inaugura una nuova fase della pittura di Renoir detta “aigre” (= dura), dalle suggestioni in lui provocate dalle opere classiche e dei pittori rinascimentali. L’opera pare una foto istantanea e trasmette movimento, energia: al dinamismo prodotto dal moto verticale e diagonale degli ombrelli, si contrappone la staticità delle figure, ritratte come se fossero state colte all’istante. Un effetto non dissimile da quello di un’opera di un altro pittore impressionista Gustave Caillebotte (1848-1894), che tratta una simile tematica (cioè le strade di Parigi nei giorni di pioggia) che costituì un precedente per molti artisti.

    Come nell’opera di Renoir, anche in questo caso si percepisce vivacità nello scorrere delle carrozze, nel passeggiare della folla, ma, a differenza de Gli ombrelli, per effetto, forse, delle rigorose geometrie e della plasticità delle figure, la sensazione ricavabile è quella di una forte staticità, come in un fermo-immagine. Quella di Renoir, invece, pare una diapositiva estrapolata da una pellicola: in essa sembrano percettibili i rumori degli ombrelli che si scontrano, il chiacchiericcio della gente, lo scroscio della pioggia. La città, le sue persone con le loro storie, i suoi rumori.

    È una Parigi nuova, nella quale convivono soggetti differenti: la “sartina” dal volto stanco e imbarazzato, la donna che richiama le bambine, la bambina con la sua espressione curiosa e innocente. Da notare le due figure in secondo piano: l’abbozzo del profilo di una donna che osserva il cielo e l’uomo sullo sfondo che richiama la figura che regge l’ombrello nel dipinto di Caillebotte (anche gli ombrelli sono identici). Nelle due opere, un evento tanto normale da sembrare persino banale, viene trasfigurato dai due artisti a livelli altissimi di espressione, di resa di atmosfere, di comunicazione di vita … due autentici capolavori insomma. 

     

    GUSTAVE CAILLEBOTTE STRADA DI PARIGI IN UN GIORNO DI PIOGGIA

    1877 – Olio su tela 212 × 276 cm – Art Institute of Chicago, USA

     

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