nell’immagine un dipinto di Scatizzi Sergio
XIIa Settimana Tempo Ordinario
Proverbio del Giorno (Proverbio cinese)
Il momento migliore per piantare un albero era 20 anni fa. Il secondo miglior momento è ora.
Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera)
Apri Signore la mia bocca a benedire il tuo santo nome. Purifica il mio cuore da tutti i vani e importuni pensieri. Illumina l’intelletto, infiamma l’anima mia perché possa pregare degnamente e devotamente e meritare di essere esaudito al cospetto della tua maestà. Per Cristo, nostro Signore. Amen.
Giuseppe Cafasso
Nasce a Castelnuovo d’Asti nel 1811, è di salute malferma, ma è prete già a 22 anni; viene accolto dal teologo Luigi Guala nel convitto da lui aperto a Torino per fare catechesi ai giovani muratori e ai carcerati e insegnare teologia morale. In 24 anni forma generazioni di preti, dedicandosi anche alla pastorale verso i bisognosi: condivide le ore estreme coi condannati a morte e opera tra i carcerati. Amico di don Bosco (che lo definirà «modello di vita sacerdotale»), lo aiuta materialmente e moralmente nella sua missione. E’ patrono dei carcerati e dei condannati a morte
La Parola di Dio Mt 7,6.12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)
Avevo promesso che sarei passato in azienda per la benedizione pasquale, ma il covid aveva bloccato tutto. In questi giorni ho mantenuto la promessa. Lui è un imprenditore bergamasco di quelli che, partiti dal niente, hanno costruito aziende solide che han conquistato i mercati e hanno dato lavoro a tanti. Mi interessa capire quali doti, oltre a quelle manageriali, gli abbiano permesso di andare avanti per mezzo secolo e quale sia il segreto del suo successo. Nello studio privato indica anzitutto le foto della famiglia: “Se nei momenti duri, tua moglie e i tuoi figli continueranno a credere in te, niente potrà distruggerti”. Toglie dalla parete il quadro che incornicia la lettera ai figlio di Rudyard Kipling e legge scandendo le parole: “Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano…o essendo calunniato, non rispondere con calunnia…o essendo odiato, non dare spazio all’odio…allora sarai un uomo figlio mio”. Quindi mi mostra la foto di una fontana di Roma: “La chiamano la zuppiera e pochi sanno che reca incisa una scritta della quale ho fatto il mio programma di vita: “Ama Dio e non fallire. Fai del bene e lascia dire”. E conclude ammiccando: “Se hai successo cercheranno di fartela pagare. Ma in Sud America dicono che “Quién nada tiene, nada teme”.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché i battezzati partecipino sempre e tutti all’eucaristia domenicale
Il ricordo e il grazie 14) ALBA SIRAGA ved. MARCHETTI (Crocerossina) Morta il 22-3-2020 |
Nella nostra vita si succedono tanti avvenimenti lieti e tristi, ma sempre, se guardiamo con fede è sempre storia sacra, perché sempre è presente Dio che ha un progetto d’amore per i suoi figli. Ci guarda con amore e ci indica un cammino da percorrere. Un desiderio, che è stata anche una vocazione, ha accompagnato sempre Alba ad interessarsi e ad essere di aiuto alle persone nel bisogno. Ha sentito fin da ragazza il desiderio, per questo, di essere crocerossina. Già nel 1951 nei giorni drammatici dell’alluvione nel Polesine ha dato tutta la disponibilità a lavorare nel centro di raccolta di aiuti per gli alluvionati. E’ sempre stata pronta a portare aiuto alle persone in difficoltà. Abitava a Seriate e ha collaborato sempre con le Missionarie eucaristiche per varie necessità. Suo marito Davide a Natale immancabilmente allestiva un bel presepio nella loro chiesa e insieme, Alba e Davide erano molto uniti a questa comunità. Con Davide, nel terremoto dell’Irpinia si sono recati sul luogo del terremoto per portare una roulotte. Ha avuto 4 figli di cui una è morta da piccola lasciando un grande dolore nel cuore di tutta la famiglia. Quando si è sentita più libera dagli impegni della famiglia perché i figli erano grandi ha potuto mettersi a servizio degli ammalati entrando a far parte dei volontari della Crocerossa. Dopo alcuni anni ha potuto essere accolta nel gruppo delle Crocerossine. Alba è entrata tardi nelle crocerossine, a circa 50 anni quando le condizioni famigliari glielo hanno permesso ma aveva acquisito il grado di sottotenente. Oltre a partecipare a tutti gli appuntamenti in programma per tutte le manifestazioni civili a cui sono invitate le crocerossine ha svolto una preziosa attività presso l’Ospedale Matteo Rota dove per vari anni era di aiuto ai medici per le medicazioni delle persone curate in ortopedia per l’allungamento degli arti con il metodo Ilizarov. Un grande avvenimento di dolore che ha vissuto intensamente che l’ha profondamente sconvolta è stata la sua partecipazione nel febbraio 1989 alla tragedia dell’aereo partito da Orio l’8 febbraio alle 11 per S. Domingo caduto alle Azzorre con a bordo 137 italiani di cui 20 bergamaschi più 7 persone dell’equipaggio di cui nessuno si è salvato. Ha avuto l’incarico di partecipare al riconoscimento delle vittime riportate dopo la tragedia a Orio. Ha condiviso questa dolorosissima esperienza con altre persone ma soprattutto con i familiari delle vittime in situazione di dolore fino alla disperazione. Questa esperienza l’ha segnata profondamente ed è rimasta sempre nella sua memoria. Alba purtroppo ha dovuto lasciare tutto soprattutto quando suo marito è rimasto paralizzato, in carrozzella, incapace di parlare e di muoversi per 5 anni fino alla morte, al termine dei quali lei stessa non è più stata autosufficiente e ha dovuto terminare la sua vita ospite del Carisma di via Gleno. Ha concluso la sua vita venerdì scorso in questa crisi del coronavirus. Il Signore ha visto la sua generosità e ora, siamo convinti, l’ha accolta nella sua casa in paradiso.
Don Sergio Siraga
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