3a Settimana di Quaresima
Annunciazione del signore
Avvenne il 25 marzo…
421 – Fondazione (secondo la leggenda) della chiesetta di S. Giacomo in una delle isole realtine, il gruppo di isole su cui sorgerà Rialto, poi Venezia.
1807 – Con lo Slave Trade Act viene abolita la tratta degli schiavi nell’Impero britannico.
1821 – Inizia la guerra d’indipendenza greca contro il dominio turco.
1924 – La Grecia si proclama repubblica.
1957 – A Roma viene firmato il patto costitutivo del Mercato europeo comune.
Aforisma dal Libro del profeta Isaia
“Il Signore vi darà un segno: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi”.
Preghiera
O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo si facesse carne nel grembo della Vergine Maria: concedi a noi, che professiamo la fede nel nostro redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua natura divina. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Annunciazione del Signore

Festa del Signore, l’Annunciazione inaugura l’evento in cui il figlio di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si associa all’obbedienza del Cristo, vivendo sacramentalmente nella fede il significato pasquale della annunciazione.
Maria è la figlia di Sion che, a coronamento della lunga attesa, accoglie con il suo ‘Fiat’ e concepisce per opera dello Spirito santo il Salvatore. In lei Vergine e Madre il popolo della promessa diventa il nuovo Israele, Chiesa di Cristo.
I nove mesi tra la concezione e la nascita del Salvatore spiegano la data odierna rispetto alla solennità del 25 dicembre. Calcoli eruditi e considerazioni mistiche fissavano ugualmente al 25 marzo l’evento della prima creazione e della rinnovazione del mondo nella Pasqua di morte e risurrezione di Gesù.
Parola di Dio del giorno Luca 1,26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Riflessione Di Ermes Ronchi
L’Incarnazione del Verbo è come la caduta di un seme nel solco. Il seme cade e porta una energia di vita dentro la terra. La terra a sua volta lo avvolge e lo nutre, cede al seme i suoi elementi chimici inerti e il seme li trasforma in una dimensione superiore: dal freddo oscuro della terra estrae colore e profumo e sapore, per il più piccolo fiore o per l’albero secolare (G. Vannucci).
La nostra fede inizia da una annunciazione: un angelo afferma che l’Onnipotente si fa bambino, fremito nel grembo di Maria, fame di latte e di carezze. L’annunciazione è il punto di estasi della storia umana, la falla attraverso la quale entra l’acqua di un’altra sorgente, la feritoia attraverso la quale il divino si innesta, come un ramo d’olivo, sul vecchio tronco della terra che riprende a fiorire.
Quell’annuncio è una fessura di luce attraverso la quale la nostra storia prende respiro, allarga le ali, spicca il volo. La prima parola dell’angelo a Maria “chaire” non è un semplice saluto, dentro vibra quella cosa buona e rara che tutti, in tutti i giorni, cerchiamo: la gioia “rallegrati, gioisci, sii felice”. Non chiede: prega, inginocchiati, fai questo o quello. Ma semplicemente: apriti alla gioia, come una porta si apre al sole.
Dio si avvicina e ti stringe in un abbraccio, viene e porta una promessa di felicità. La seconda parola svela il perché della gioia: sei piena di grazia. Un termine nuovo, mai risuonato prima nella Bibbia o nelle sinagoghe, letteralmente inaudito, che fa tremare Maria: Dio si è chinato su di te, si è innamorato di te, si è dato a te, e tu trabocchi di Dio. Il tuo nome è: amata per sempre.
Teneramente, liberamente, senza rimpianti amata. E annuncia che Dio sceglie un grembo di donna, che entra nel nostro fiume di santi e peccatori, in questa corrente gravida di fango e pagliuzze d’oro; che si dirama per tutte le vene del mondo, fino agli ultimi rami della creazione. Si capisce che Maria sia senza parole e che risponda prima con il silenzio e poi con una domanda: come è possibile? «La tua prima parola, Maria, ti chiediamo di accogliere in cuore, come sia possibile ancora concepire pur noi il suo Verbo» (Turoldo).
La vocazione di Maria è la nostra stessa vocazione: chiamati tutti ad essere madri di Gesù, a renderlo vivo, presente, importante in queste strade, in queste case, nelle nostre relazioni. L’angelo Gabriele è ancora inviato ad ogni casa ad annunciare a ciascuno: «sii felice, anche tu sei amato per sempre, verrà in te la Vita». Io credo in un angelo che ha il seme di Dio nella voce; credo in un Bambino, sgusciato dal grembo di una donna, che è il racconto della tenerezza di Dio, immagine alta e pura del volto dell’uomo.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché lo Spirito Santo faccia fiorire nella Chiesa l’integrità della fede, la santità della vita, la carità fraterna, perché, stretta alla croce, innalzi i suoi germogli fino al cielo.
Don’t Forget! 25-3-2025
Festa dell’annunciazione e giorno delle promesse
Oggi i preti del Patronato S. Vincenzo rinnovano le promesse di appartenenza all’istituzione fondata da don Bepo nel corso della S. Messa delle ore 18,00 nella Chiesa del Conventino secondo il seguente programma:
ore 17,00: ora di adorazione aperta a tutti
ore 18,00: S. Messa dell’Annunciazione del Signore celebrata da don Michelangelo Finazzi Vicario Episcopale per i laici e per la pastorale e dagli altri sacerdoti del Patronato. Durante la celebrazione i sacerdoti del P.S.V. rinnovano le loro promesse.
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