Martedì 26 settembre 2023

     

    XXV Settimana Tempo Ordinario

     

    Accadde il 26 – 9…

    52 a.C. – Con la resa del capo Vercingetorige, Giulio Cesare vince la battaglia di Alesia in Gallia

    1687 – Il Partenone di Atene è in parte distrutto dal bombardamento delle forze veneziane guidate da Francesco Morosini, che stavano assediando i Turchi ottomani.

    1918 – 1.a guerra mondiale: presso Verdun, comincia l’Offensiva della Mosa-Argonne nella quale moriranno 26 000 statunitensi, 70 000 francesi e 120 000 tedeschi.

    1997 – ore 11,40 un potente terremoto di magnitudo 6.1 ha come epicentro Colfiorito (PG) e provoca 11 morti, 100 feriti e 80.000 case distrutte. Colpiti molti edifici importanti come la Basilica di S. Francesco di Assisi. Grazie ad abili restauri si sono riportate nella forma originale tutte le zone e le opere della chiesa.

    2006 – Il Vaticano scomunica l’arcivescovo E. Milingo e 4 vescovi da lui ordinati, in quanto sposati.

     

    Aforisma di S. Benedetto

    “Dobbiamo guardarci dal desiderio del male, perché la morte è stata posta alla porta del piacere”.

     

    Preghiera Salmo 121

    Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore»! Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore. Secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. Amen

     

    Santo del giorno

    I fratelli Cosma e Damiano vissuti fra il III secolo e gli inizi del IV sec. si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l’arte medica in Siria. Ma erano medici speciali. Spinti da un’ispirazione superiore infatti non si facevano pagare. Di qui il soprannome di anàrgiri (termine greco che significa «senza argento», «senza denaro»).

    Ma questa attenzione ai malati era anche uno strumento efficacissimo di apostolato. Questa loro «Missione» costò la vita ai fratelli, che vennero martirizzati. Durante il regno dell’imperatore Diocleziano, forse nel 303, il governatore romano li fece decapitare. Il martirio ebbe luogo a Ciro, città vicina ad Antiochia di Siria dove i fratelli vennero sepolti.

    Un’altra narrazione attesta invece che furono uccisi a Egea di Cilicia, in Asia Minore, per ordine del governatore Lisia, e poi traslati a Ciro. Comunque sia, il culto dei santi martiri Cosma e Damiano è attestato con certezza fin dal V secolo.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 8,19-21

    In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

     

    Riflessione don Arturo Bellini: dal diario di don Bepo

    «Oggi -scrive don Bepo nel diario – dopo una giornata piena di soddisfazioni s’è tenuta l’assemblea annuale dei Benefattori. Ordinata, contenuta, cordiale. Troppo incenso per me. Ho la pena di creare una delusione, le mie opere sono così meschine e quello che c’è di buono non solo è fatto per la bontà di Dio, ma il merito dei miei confratelli, dei Benefattori e a me si dà la lode del bene che altri hanno fatto.

    Quante volte temo di essere impostore. Signore aiutami e illumina i miei amministratori ut Tibi soli dent gloriam (affinché diano gloria a Te solo)».  Il fondatore del patronato, nella scia dei grandi maestri spirituali, vuol vivere solo per la gloria di Dio e domanda al Signore per sé e per i suoi collaboratori luce e forza per superare la tentazione della vanagloria, ossia di dare gloria a sé stessi.

    Lavorare non per la propria gloria, ma soltanto per la gloria di Dio è il segnavia che don Bepo non ha mai perso di vista.  La sua scelta di mettersi di fronte a Dio per lasciare a Lui solo di segnare il percorso da seguire è consegna che egli fa anche oggi a quanti collaborano e vogliono bene al Patronato San Vincenzo.

     

    Intenzione di Preghiera

    Preghiamo per gli studenti di ogni ordine e grado che in questi giorni torneranno sui banchi di scuola.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli

    WILHELM M. H. LEIBL: TRE DONNE IN CHIESA

    1882 -Olio su tavola di mogano

    113 cm × 77 cm –  Kunsthalle Hamburg Amburgo Germania

    Il pittore Wilelm Leibl nacque a Colonia dove il padre era direttore del coro del duomo. Apprendista presso un fabbro, iniziò la sua formazione artistica con il pittore Hermann Becker nel 1861. Entrò all’Accademia di Monaco nel 1864, studiando con diversi artisti fino a fondare uno studio collettivo nel 1869 con altri pittori. Più o meno nello stesso periodo, G. Courbet visitò Monaco, facendo notevole impressione sugli artisti locali per la capacità di dipingere direttamente dalla natura.

    Il suo stile si basa su una registrazione diretta e attenta della natura e delle figure, descritte senza il sentimentalismo tipico del periodo, sempre rifiutato da Leibl che si indirizzò verso un intenso realismo. Tre donne in chiesa (Die drei Frauen in der Kirche) il quadro che oggi presentiamo è un bel dipinto che raffigura tre generazioni di contadine tedesche sedute insieme in un banco della chiesa di Berbling in Baviera.

    In quel periodo Leibl aveva lasciato Monaco per vivere tra la gente di campagna e documentare la loro vita quotidiana. Questo lavoro seguì altri dipinti simili e costituì il culmine della sua carriera artistica e ci vollero circa tre anni e mezzo per essere completato. Le tre donne nell’opera sono state modellate su gente del posto e il dipinto è stato eseguito nella stessa chiesa.

    Quando il parroco della chiesa morì nel 1878 poco dopo l’inizio dei lavori, il sostituto rifiutò il permesso a Leibl di continuare. Solo grazie all’intervento di Leopoldo, principe reggente di Baviera, l’artista superò le difficoltà. Leibl doveva anche affrontare il problema di catturare i dettagli dei lineamenti e degli abiti delle donne nell’oscurità di una chiesa di campagna e con problemi di prospettiva che facevano sì che le mani delle donne fossero rese sproporzionatamente grandi…ma il risultato è comunque significativo.

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