martedì 29 gennaio ’19

    3a Settimana del Tempo Ordinario

     

     

    nell’immagine un dipinto di Fernand Pelez

     

    Proverbio del giorno (proverbio greco)

    Chi smette di essere amico, non lo è mai stato.

     

    Preghiera del giorno

    O Dio purifica il mio cuore dall’ipocrisia, la mia condotta dalla dissimulazione, la mia lingua dalla falsità. E i miei occhi dal tradimento; perché tu davvero conosci lo sguardo traditore degli occhi e ciò che si nasconde in cuore. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen

     

    AFRAATE IL SIRO

    Vicino ad Antiochia di Siria Afraate, anacoreta, nato ed educato tra i Persiani, seguendo le orme dei magi, a Betlemme si convertì al Signore e a Edessa, si ritirò in una casa fuori le mura; ad Antiochia, infine, difese la fede cattolica dagli ariani con la predicazione e con gli scritti.

     

    La Parola di Dio del giorno (Marco 3,31-35)

    In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (S. Francesco di Sales)

    La determinazione a seguire la volontà di Dio in ogni cosa è contenuta nella Padre Nostro: “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”. In Cielo non c’è resistenza alla volontà divina, tutto gli è sottomesso e gli obbedisce; promettiamo a Nostro Signore di far così, di non fargli mai alcuna resistenza, di restare piuttosto sempre totalmente sottomessi a questa divina volontà.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammenti di vita)

    Estate di tanti anni fa: per la settimanale gita in montagna dell’Oratorio la meta è il rifugio Curò. I pullman sbarcano a Valbondione un centinaio di ragazzi che col loro curato iniziano l’impegnativa e suggestiva camminata che in tre ore li porterà fino ai 1900 metri di altezza. I più grandi lanciano la sfida a chi arriva primo e il curato si pone alla testa del gruppo che man mano si assottiglia fino a ridursi a poche persone. Conquistata la meta i primi, invece di riposarsi, non solo si accaniscono a segnalare il tempo del distacco ai ritardatari, ma li prendono anche in giro soprattutto l’ultimo che giunge in cima con un’ora e mezzo di ritardo. Si tratta di un papà di 50 anni, amante della montagna e grande camminatore il quale, dopo essersi ripreso e rinfrescato, prende da parte il giovane curato e gli fa: “Guarda che la sfida non l’hai vinta tu, ma io”. “Perché?” fa il prete pensando che l’altro lo stia prendendo in giro. “Perché il posto del capo non è il primo, ma l’ultimo (“chi fa da scopa”): infatti deve essere sicuro che tutti siano arrivati alla meta e dietro non sia rimasto nessuno”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i bambini adottati e per le famiglie adottanti

     

    Don’t forget

    Compleanno di DON EUGENIO BATTAGLIA nato il 29-01-1934, missionario in Bolivia e fondatore del Centro adozioni Conventino il cui attuale direttore è don Marco Perrucchini

     

    152° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”

    Opera di grandi dimensioni, è una sorta di testamento spirituale dell’artista. Rappresenta un pittore rivolto di spalle, forse lo stesso Vermeer mentre sta dipingendo una fanciulla all’interno di una stanza illuminata da sinistra da una finestra nascosta da un drappo scostato in primo piano. La ragazza ha in mano un libro (simbolo della Storia) e una tromba (simbolo della Gloria) e in testa un serto di alloro: forse rappresenta la musa Clio. Il pittore è seduto davanti al quadro sul cavalletto, dove si vede già lo schizzo della corona. È vestito con elegante abito nero con tagli sulle maniche e sulla schiena che fa intravedere la camicia sottostante. Ha corte braghe a sbuffo e calze arancio, un capo costoso e di moda che si ritrova anche in altre opere dell’epoca, come in un noto autoritratto di Rubens. Non rivela il proprio volto, ma idealmente l’artista si mette nello stesso punto di vista dello spettatore.

    JAN VERMEER: L’ATELIER DEL PITTORE 1666 – Olio su tela – 120 x 100 cm – Kunsthistorisches Museum, Vienna

    La stanza è descritta con cura: la tenda scostata, istoriata rivela un ambiente scorciato in prospettiva con piena padronanza spaziale, come dimostrano il pavimento piastrellato e le travi del soffitto. A sinistra un baule borchiato in penombra e il tavolo su cui si trovano drappi, fogli e altri oggetti forse simboli delle Arti liberali. Sulla parete di fondo una grande cartina geografica dei Paesi Bassi, che appartenne allo stesso Vermeer: notevole è la rappresentazione della luce su di essa, mossa da lievi increspature. Poco sotto una sedia ricoperta di velluto. Ciascun oggetto riflette o assorbe in maniera diversa la luce, ottenendo la più accurata resa degli effetti materici. Ne è esempio lo straordinario lampadario metallico appeso in alto, in cui si legge l’eredità dei primitivi fiamminghi come van Eyck: non è dissimile infatti da quello nel celebre Ritratto dei coniugi Arnolfini.

     

     

     

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