XXVI Settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Paolo
“Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi.”
Preghiera del giorno
O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, affrettandoci verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Dionigi è citato da S. Luca come uno dei pochi che seguirono S. Paolo dopo il discorso all’Areopago di Atene (Atti degli apostoli). Un altro Dionigi, vescovo di Corinto scrive che l’Areopagita fu il primo vescovo di Atene. In seguito venne confuso con l’omonimo primo vescovo martire di Parigi (Saint Denis).
Il Martirologio Romano promulgato da Giovanni Paolo II ha fatto chiarezza specificando che il S. Dionigi venerato il 9-10 era vescovo di Parigi e ponendo al 3-10 il discepolo di Paolo S. Dionigi l’Areopagita. Sotto il nome di Pseudo-Dionigi va l’autore (forse un monaco siriaco del V-VI secolo) di celebri scritti largamente diffusi nel Medioevo: tra essi il «De coelesti Ierarchia» e il «De divinis nominibus».
In essi si afferma che Dionigi avrebbe visto l’eclissi della Crocifissione e assistito alla Dormizione di Maria. Perciò furono attribuiti all’antico ateniese, pur essendo due personaggi ben distinti.
Parola di Dio del giorno Lc 9,51-56
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso.
Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Riflessione Dal blog di Costanza Miriano
Non disturbare, se hanno deciso di uccidere il bambino nel grembo materno. Non dire niente, se uno/a vuole distruggere il proprio corpo per diventare ciò che non è. Non azzardarti nemmeno a insinuare che divorziare può dare sofferenza. L’importante è non suscitare dubbi. Perciò non importunare chi ha già preso la sua decisione, anche se basterebbe vedere un’anziana che prega, uno spot, un genitore per metterla in discussione, per domandarsi se non sia un male, qualcosa di cui pentirsi.
Ecco la parola, pentirsi. Oggi non ci può essere pentimento perché il pentimento implica colpa, e quelle non sono colpe, vero? Le colpe non esistono, sono costrutti mentali, la società che opprime. Fai quello che vuoi, a patto che sia ciò che ti diciamo. Quel grido che senti in fondo all’anima, quel sussurro che si chiama coscienza, che ti bisbiglia che stai facendo uno sbaglio, deve essere fatto tacere. Può dare sofferenza e nessuno vuole soffrire. Quindi occorre anestetizzare, o meglio estirpare ciò che può colpire il nervo scoperto, nascondere ciò che si chiama realtà. Nessun dubbio, nessun dolore.
Avanti senza pensare. C’è una malattia che fa così. Ammazza i nervi, per cui uno non sente più il dolore degli urti, dei tagli, del freddo, del caldo. Si chiama lebbra. Poiché non si sente più sofferenza non si capisce quando ci si fa male…E il corpo finisce per decomporsi poco a poco, marcire senza accorgersene. Quella che il potere oggi propaganda è la lebbra dell’anima, e dal lebbrosario in cui vogliono trasformare il mondo i sani sono cacciati fuori a forza.
Intenzione di preghiera
Preghiamo lo Spirito Santo perché ci aiuti a mantenere la distinzione fra bene e male e a capire cosa va fatto e cosa evitato, per non cadere nella lebbra dell’anima.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
GIOVANNI BOLDINI:
RITRATTO di GIUSEPPE VERDI
Anno 1886 – Pastello su cartoncino – 65 x 54 cm
Galleria d’arte moderna e contemporanea Roma
Quando Giovanni Boldini (nato a Ferrara il 31-12-1842 e morto a Parigi l’11-1-1931, pittore che fu considerato uno degli interpreti più sensibili e fantasiosi della Belle Époque) eseguì il primo ritratto di Giuseppe Verdi, nel 1886, il grande compositore era al culmine della fama. I due si trovavano entrambi a Parigi e il musicista accettò di posare con grande ritrosia. Ne uscì la convenzionale tela a olio (vedi sopra) che l’artista donò e dedicò al Maestro e è ora a Milano nella casa di riposo per musicisti G. Verdi.
Il pittore però fu così insoddisfatto del risultato che implorò Verdi di concedergli un’ultima seduta di posa. I Boldini venivano dal nulla, erano povera gente; il padre Antonio, pittore anche lui di soggetti sacri, non aveva avuto fortuna nell’arte: “Un mestiere da morir di fame “, diceva. Ma Giovanni aveva la pittura nel sangue, così come in mente aveva le donne e voleva lasciare un segno con il ritratto dell’illustre concittadino. Il Maestro Verdi acconsentì a un’altra seduta con Boldini con grande riluttanza solo dopo ripetuti inviti del pittore e dopo circa quattro ore, il ritratto a pastello era concluso.
Nacque così il ritratto più convincente del musicista: è quello che si potrebbe definire un ritratto romantico realista, dove gli elementi psicologici e caratteriali bilanciano la precisa resa fisionomica. Gli occhi vivissimi e chiari guardano curiosi il mondo. E, le narici sembrano fremere, la volitività del volto si stempera nella curata barba bianca, mentre cilindro e marsina raccontano la vita elegante, il benessere la fama. La sciarpa, portata con noncuranza, svela invece l’estro artistico.
Il ritratto di grande espressività, fu apprezzato moltissimo da subito, tanto che la casa Ricordi voleva utilizzarlo per l’edizione dell’Otello. Giuseppe Verdi pur apprezzandolo ne rimase un po’ turbato: “Per quanto sia grande la rassomiglianza e il merito del lavoro, mi pare sia uno scherzo più che un ritratto serio”. Questa tela a pastello fu così cara Boldini che non volle cederlo neanche all’allora Principe di Galles e lo presentò come uno dei suoi cavalli di battaglia nelle grandi rassegne pittoriche nazionali.
Don’t Forget! Accadde il 3 – 10 – …
1789 – George Washington proclama il primo Giorno del ringraziamento.
1837 – Samuel Morse brevetta il suo codice.
1935 – Le truppe italiane entrano in Etiopia senza formale dichiarazione di guerra.
1952 – Il Regno Unito testa con successo un’arma nucleare
1981 – A Belfast termina, dopo 7 mesi e 10 morti, lo sciopero della fame dei prigionieri dell’IRA
1990 – La Repubblica Democratica Tedesca e la Repubblica Federale Tedesca tornano a riunirsi.
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