Martedì 30 settembre 2025

     

    26.a domenica Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 30 settembre…

    489 – Battaglia di Verona tra l’esercito del re d’Italia Odoacre e gli invasori Ostrogoti di Teodorico il Grande, che riportano una netta vittoria

    1452 – Johannes Gutenberg realizza il primo libro a stampa.

    1520 – Solimano diventa sultano dell’Impero ottomano.

    1941 – Massacro nazista di Babij Jar in Ucraina in cui furono uccisi 33.771 ebrei

    1949 – Si conclude il ponte aereo per Berlino.

     

    Aforisma di S. Girolamo

    “Il volto è lo specchio della mente, e gli occhi senza parlare confessano i segreti del cuore.”

     

    Preghiera Colletta

    O Dio, che hai dato al santo presbitero Girolamo un amore soave e vivo per la Sacra Scrittura, fa’ che il tuo popolo si nutra sempre più largamente della tua parola e trovi in essa la fonte della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen 

     

    Santo del giorno

    Girolamo, nato a Stridone al confine tra la Dalmazia (attuale Croazia) e la Pannonia (attuale Ungheria), circa nel 347, dopo aver compiuto studi enciclopedici, assecondò la sua tendenza all’ascetismo, ritirandosi nel deserto presso Antiochia in Siria e vivendo in penitenza. Divenuto sacerdote, ma a patto di poter conservare la sua indipendenza come monaco, iniziò un’intensa attività letteraria.

    A Roma collaborò con papa Dàmaso, e, alla sua morte, tornò a Gerusalemme dove partecipò a numerose controversie per la fede, fondando poco lontano dalla Chiesa della Natività a Betlemme, il monastero in cui morì nell’anno 420. Di carattere focoso, soprattutto nei suoi scritti, non fu un mistico e provocò consensi o polemiche, fustigando vizi e ipocrisie. Scrittore infaticabile, grande erudito e ottimo traduttore, a lui si deve la traduzione in latino (23 anni di lavoro) della Bibbia (la Volgata) a cui aggiunse commenti, ancora oggi importanti come quelli sui libri dei Profeti.

     

    Parola di dio Luca 9,51-56

    Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio».

     

    Riflessione 

    Lamentazioni su Gaza di Giovanni Amico www. gli scritti (1.a parte)

    C’è un libro biblico, quello delle Lamentazioni, che aderisce profondamente al momento storico che sta vivendo la popolazione di Gaza. Quel libro ricorda, nel lamento, nel pianto, nello sgomento, ciò che era accaduto – la distruzione di Gerusalemme -, ma ricorda al contempo tutto il peccato da cui quell’evento è stato determinato. Quel lamento è anche una confessione di responsabilità ed è un’invocazione a Dio, perché la situazione è ormai così grave che nessuna persona seria vede ragionevolmente come se ne possa uscire.

    Quei lamenti esprimono tutto l’affetto per i colpiti e per la desolazione presente, ma, al contempo, non semplificano troppo facilmente quella situazione, quasi ci fosse un solo colpevole e sia sufficiente condannarlo per venirne fuori, bensì l’autore del libro ha piena coscienza che gli eventi hanno delle radici in un passato molto lungo alle spalle. Consapevoli che la storia son si fa né con i “se”, né con i “ma” questo esercizio serve solo a far capire quanto sia complessa una situazione che oggi in troppo tendono a semplificare con il risultato di rendere ancor più difficile la soluzione del problema. Chissà che queste “lamentazioni” aiutino a riflettere un po’. Proviamo a declinare quelle lamentazioni, quasi a piangere oggi, tutti i passaggi che hanno condotto ad una situazione che sembra oggi quasi impossibile da risolvere. 

     

    • 132 d. C. Se l’imperatore romano Adriano, non avesse proibito la circoncisione e non avesse così generato la rivolta degli ebrei e con quella sua politica pagana così sconsiderata non ne fosse nata la seconda guerra giudaica e non avesse distrutto definitivamente il tempio e cacciato gli ebrei da quella terra, generando la diaspora degli ebrei? Se Adriano non avesse commesso tanto male, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!

     

      1. VII secolo Se gli arabi musulmani non avessero invaso la Siria-Palestina e non avessero occupato Gerusalemme e l’antico territorio degli ebrei? Se le armate islamiche non avessero commesso tanto male, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!
      2. XI secolo: Se le popolazioni turche non avessero attaccato sia i bizantini sia gli arabi e l’impero bizantino e i domini arabi esistessero ancora, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti!

     

    • Se i crociati non avessero combattuto quelle milizie e non avessero preso il controllo di Gerusalemme, come sarebbe diversa la sorte di quella terra! Ahi, ahi, ahi, quanti crimini e quanto dolore allora e in conseguenza di quei fatti! (segue) 

     

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché i terribili conflitti in atto giungano a conclusione e per i popoli devastati dalla guerra sorga un’aurora di pace e di giustizia.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    CARL LARSSON: AUTOANALISI 1906 – olio su tela – 95x 61 cm, Galleria degli Uffizi – Firenze – Italia

    Il pittore svedese CARL LARSSON (1853-1919) visse un’infanzia molto povera, ma in seguito divenne uno dei più importanti artisti svedesi. Deve il suo successo alle raffigurazioni della sua vita domestica con la moglie Karin e i figli. La coppia decorò la sua fattoria nel villaggio di Sundborn fondendo la pittoresca tradizione popolare svedese con la ricercatezza artistica. Le riproduzioni di queste immagini e le gaie storielle che le accompagnavano scritte dallo stesso Larsson, ottennero i favori del pubblico, affascinato da questo ritorno alla vita tradizionale della campagna.

    Questo autoritratto però fa pensare che l’idillio non fosse poi così perfetto come si voleva far credere. Larsson ritrae sé stesso in posizione frontale con una espressione vagamente severa, come se compisse una sorta di auto-analisi e stringe fra le mani un bizzarro pupazzo con energia trattenuta. Sullo sfondo, attraverso i vetri della finestra chiusa, si intravede la moglie Karin che pare rinchiusa nella stanza vicina e lontana insieme.

    I due in apparenza felicemente innamorati, nel quadro sembrano ormai distanti… Pare infatti che il pittore si sentisse come soffocato dalla moglie, obbligato com’era a dover soddisfare le richieste del pubblico che voleva sempre i medesimi soggetti. Larsson considerava questo il suo migliore lavoro e in effetti l’opera dimostra appieno tutto il suo talento grafico e pittorico che di frequente veniva sminuito da coloro che consideravano la sua un’arte sentimentale ed estetizzante secondo il gusto vittoriano che allora era di moda. 

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com