martedì 4 agosto ’20

     

     

     

    nell’immagine un dipinto di Victor Gabriel Gilbert

     

    XVIIIA Settimana del Tempo Ordinario

     

    Proverbio del Giorno

    “Colui che non prega si priva di ciò che è indispensabile per vivere” (S. Curato d’Ars).

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera del S. Curato d’Ars)

    Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, Signore, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo. + Amen.

     

    A 160 anni dalla morte di JEAN-MARIE BAPTISTE VIANNEY, detto S. Curato di Ars (1786-1859) il paesino (1.350 ab.) continua a essere meta di pellegrinaggio: quasi ½ milione di persone vi giunge ogni anno a trovare il modello e patrono dei parroci il cui corpo è all’interno della Basilica (fine del XIX sec). Oltre alle chiese, i visitatori possono recarsi alla casa del S. Curato dove un orologio scandisce il ritmo della giornata di lui che dormiva dalle 22,00 all’una di notte e passava 17 ore al giorno in confessionale.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mt 15,1-2.10-14)

    Alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, dissero a Gesù: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!». Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?». Egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».

     

    Riflessione Per Il Giorno (Santo curato d’ars)

    Figliuoli miei, il nostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce. Nella preghiera ben fatta i dolori si sciolgono come neve al sole. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce nell’onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c’è divisione alcuna nel loro cuore. S. Francesco d’Assisi e S. Coletta vedevano nostro Signore e parlavano con lui a quel modo che noi ci parliamo gli uni agli altri. Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: «Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te». Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i parroci e i sacerdoti in ministero perché imitino il loro santo patrono.

     

    …Don’t forget! + 04/08/1997

    muore DON GIUSEPPE POLONI, prete del Patronato.

     

    “1.000 quadri più belli del mondo”

    ANONIMO (SCUOLA DEL CUZCO): S. GIUSEPPE CON GESU’ BAMBINO

    Fine XVII inizio XVIII secolo – olio su tela – 109,2 x 81,6 cm – Brooklyn Museum, New York USA

    Nel quadro di oggi è rappresentato S. Giuseppe che tiene per mano Gesù Cristo Bambino. Gli aloni ornati d’oro delle due figure irradiano luce nel lussureggiante paesaggio che li circonda. Il quadro non mostra la Vergine Maria e concentra l’attenzione sul ruolo di Giuseppe. I dipinti che celebravano S. Giuseppe come padre giovane e premuroso, conobbero grande popolarità durante il XVI e il XVII sec. sia in Spagna che in tutto l’impero spagnolo. Nel precedente tradizione, Giuseppe (menzionato

    8 volte soltanto nel N. Testamento) veniva spesso raffigurato come un uomo anziano che nella nascita di Gesù era spesso rappresentato addormentato. Con il Concilio di Trento e le devozioni ispaniche del 17° sec il suo ruolo si fa più importante, diventando modello di fede e di paternità. Questo dipinto proviene dalla regione andina del Cuzco, capitale dell’Impero Inca e, con la conquista spagnola, del Vicereame del Perù (1542-1824) distretto amministrativo che comprendeva gran parte del Sud America. Giuseppe rimane uno dei santi patroni del Perù fino ad oggi. Questa immagine presenta le caratteristiche distintive della “Scuola di pittura del Cusco” il cui stile si ispira alla pittura coeva italiana, spagnola e fiamminga: di quest’ultima eredita l’interesse per il paesaggio definito in ogni dettaglio e la prospettiva atmosferica (l’uso di toni blu per suggerire la lontananza). Ma le conquiste dell’arte europea (prospettiva, chiaroscuro, movimento ecc.) non vengono comprese e il più delle volte vengono risolte in chiave decorativa e fantastica dando origine a una pittura ingenua e naïf, ma affascinante. I tessuti ricevono attenzione particolare nei dipinti della scuola di Cusco e sono spesso decorati con motivi elaborati a foglia d’oro: si noti come l’esuberante decorazione dorata non tenga affatto conto delle pieghe dei vestiti e si sovrapponga ad essi creando effetti stravaganti, ma di effetto sui fedeli del tempo. I pittori della scuola Cuzqueña incorporavano nei quadri molti dettagli locali, come la flora regionale, gli uccelli tropicali ecc. S. Giuseppe reca in mano il giglio, segno di purezza; Gesù bambino sorregge il cesto con gli strumenti del falegname, che alludono alla passione redentrice sulla croce.

     

     

     

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