Martedì della settimana santa
Aforisma da Isaia 49,1-6
Dio mi ha detto: ««È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».
Preghiera del giorno
Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio per gustare la dolcezza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Isidoro di Siviglia
Ultimo dei Padri latini, Isidoro di Siviglia (560-636) fu molto letto nel Medioevo, soprattutto per le sue «Etimologie», “somma” della scienza antica. Fu vescovo zelante preoccupato della maturazione culturale e morale del clero spagnolo.
Per questo motivo fondò un collegio ecclesiastico, prototipo dei futuri seminari, dedicando molto spazio della sua laboriosa giornata all’istruzione dei candidati al sacerdozio. Dei suoi fratelli due furono vescovi e santi, Fulgenzio e Leandro, che fece da tutore a Isidoro, e una sorella, Fiorentina, fu religiosa e santa. Successe a Leandro nel governo episcopale della diocesi di Siviglia.
Presiedette l’importante quarto concilio di Toledo (nel 633). Sapienza, mai disgiunta da profonda umiltà e carità, gli hanno meritato il titolo di «doctor egregius».
Parola di dio del giorno Giovanni 13,21-33.36-38
Mentre era a mensa con i suoi discepoli, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto».
Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui.
Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».
Riflessione Frammenti di vita
28 marzo ore 17,47: don Roberto della Caritas telefona chiedendo che una ventina di migranti siano ospitati da noi per alcuni giorni. Riapriamo stanze chiuse in vista della ristrutturazione, installiamo i letti, troviamo materassi, coperte, cuscini, lenzuola e alle 20,30 tutti sono sistemati: l’emergenza è almeno tamponata.
29 marzo ore 8,30 un nostro prete, tornando a casa dopo aver celebrato la Messa in una parrocchia vicina, inciampa e cade ferendosi: soccorso, trascorre un giorno al S. Chiara per controlli. Ore 11,00: i 20 nuovi arrivati, visitati dal medico, hanno la scabbia: doccia (la 1.a dopo mesi per chi viene dalla Libia), cambio vestiti, pomata anti-scabbia, verifica documenti …e alle 12,30 tutti pranzano.
Ore 15,30: un ex-ospite del Patronato, padre di 5 figli e in crisi con la moglie, tenta il suicidio in casa nostra ingurgitando 25 bustine di Oki. La Croce Rossa accorsa prontamente, scongiura la tragedia. Ore 17,00: un appartamento dove vivono i nostri ospiti italiani è inondato per la rottura dei tubi causata dai lavori in atto. Interviene l’idraulico di fiducia e alle 18,30 il danno è riparato.
Ore 20,30 a Verdello -dove la parrocchia ha accolto più di 20 nostri ospiti tra italiani e stranieri- la luce è saltata perché per il ramadan gli ospiti islamici cucinano tutti insieme. Alle 22,00 il guasto è risolto. Questa è la cronaca di una giornata di ordinaria emergenza al Patronato. E poi ci dicono che: “dovreste riposarvi…”.
Intenzione di preghiera
Perché questa settimana sia vissuta da tutti i battezzati in atteggiamento di conversione (confessione) di comunità (eucaristia) di servizio (carità) e di impegno (digiuno).
Don’t forget! :1000 quadri più belli del mondo
HENRY WALLIS: STONE BREAKER SPACCAPIETRE
1857 olio su tela 65 x 78 cm.
Birmingham Museum and Art Gallery, Birminghan UK
Il pittore inglese Henry Wallis (1830-1916), universalmente conosciuto soprattutto per il suo dipinto romantico “La morte di Chatterton” che Ruskin definì “impeccabile e meraviglioso”, realizzò in uno stile ben più realistico il quadro che oggi presentiamo, intitolato lo spaccapietre (o scalpellino). Vi è rappresentato un operaio che a prima vista sembra addormentato, ma che invece ha lavorato fino allo sfinimento e alla morte.
Se il quadro de “la morte di Chatterton” è ricco di tonalità vivaci, questo mostra una struttura tonale più attenuata: i colori grigi e terrosi della natura autunnale mostrano che il pover’uomo è morto troppo presto. Forse Wallis dipinse questo quadro per criticare gli effetti della legge sui poveri del 1834 che costringeva i bisognosi ad andare nelle case di correzione: alcuni pur di evitare il provvedimento, lavoravano fino a morire di fatica.
Sulla cornice del quadro è riportato un verso di una poesia di Tennyson: “Ora il tuo lungo giorno di lavoro è terminato”. Lo spaccapietre fu esposto alla Royal Accademy Londra nel 1858 ed ebbe grande successo: molti pensavano ritraesse un operaio addormentato; solo quando apparvero le recensioni, la gente si diede conto della reale portata del dipinto e del suo carattere di denuncia di una situazione disumana.
Quest’opera segna il definitivo allontanamento di Wallis dalla pittura preraffaellita e il suo avvicinamento ai principi e ai valori del realismo sociale. Nel 1859 Wallis ereditò una cospicua somma che gli permise di vivere di rendita: da allora nelle opere successive mancherà il fuoco dei primi lavori.
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